dal Comitato Pendolari RomaFirenze
(pendolari.romafirenze@gmail.com)
“Riceviamo e diffondiamo la seguente mail di un pendolare la cui macchina è stata coperta dall’acqua nel parcheggio della stazione di Orvieto.
Abbiamo saputo che anche a Chiusi molte macchine hanno subito lo stesso destino.
Utilizzeremo la mail del Comitato per mettere in contatto le persone che si trovano nelle stesse condizioni del nostro amico pendolare e che vogliono organizzarsi e attivarsi per capire se c’è una possibilità di risarcimento”.
Come purtroppo tutti sapete, lunedì mattina, a causa dell’esondazione del Paglia, il parcheggio della stazione è stato invaso dall’acqua e dal fango. La mia, come altre macchine, è rimasta quasi completamente sommersa per ore. Non so se sarà recuperabile, di sicuro non lo sarà a breve, di sicuro non lo sarà senza una grossa spesa.
Non so voi, ma io sono profondamente indignata e arrabbiata per come si sono svolte le cose, per non usare espressioni più colorite, ma che forse renderebbero meglio l’idea. Sono infatti convinta che le nostre macchine si sarebbero potute salvare se solo qualcuno (di quelli “bravi” e “intelligenti” e “operativi” che coordinano le operazioni in questi casi di emergenza) avesse pensato a fare un’analisi dei rischi per valutare la probabilità che si potesse verificare una piena e le possibili conseguenze per le persone e quindi chiudere il parcheggio della stazione e la strada di accesso ad esso, ovviamente.
Il ponte sul fiume infatti è stato chiuso alle 5. La protezione civile e compagnia bella (?) erano già in allerta dal giorno prima (lo dichiarano tutti nelle varie interviste che si sono succedute nelle diverse televisioni locali e non) e alle 5, quando appunto è stato chiuso il ponte, già si aspettavano una piena eccezionale.
Chi come me è arrivato alla stazione alle 5.45 avrebbe dovuto essere fermato e fatto tornare indietro. Il parcheggio avrebbe dovuto essere sbarrato, chiuso, interdetto! E se possibile le macchine che stavano lì dalla sera prima evacuate. Come i camper del vicino parcheggio, del resto, che nessuno si è preoccupato di avvertire. Gravissimo, soprattutto quest’ultimo fatto.
Ho saputo che ci sono voci in giro che affermano che già alle 5.40 c’erano delle transenne che impedivano l’accesso al parcheggio…. Non è così, io sono arrivata a quell’ora e vi assicuro che non c’era niente e nessuno a segnalare la situazione d’emergenza. Anzi, ci siamo resi conto che qualcosa stava succedendo sul ponte solo perché mentre aspettavamo il treno sul binario abbiamo visto qualche timido lampeggiante. Non potevamo però immaginare quello che sarebbe successo.
Ho chiesto al Comitato di diffondere questa mail perché, insieme ad altri pendolari, ho intenzione di rivolgermi ad un avvocato per capire se qualcosa si può fare per essere risarciti, almeno in parte, del danno subito. Danno che, ripeto, sono convinta si potesse evitare con un po’ di buon senso in più e migliore organizzazione.
Vorrei creare una lista di chi è rimasto coinvolto, sapere anche le vostre intenzioni, se volete, e sapere se c’è qualcuno tra voi (magari qualche avvocato?) che sa muoversi in queste situazioni. Per ora usiamo la mail del comitato, per contarci e organizzarci. Poi troveremo un altro modo. Perciò intanto chi vuole può rispondere a questa mail.
Grazie a tutti per l’attenzione.
E scusate se mi sono dilungata, ma mi sono veramente stancata di abbassare sempre la testa e pagare per l’incompetenza di altri.
Tomassoni ,io aggiungerei:… in barba alle necessità pubbliche.Non si tratta quindi di essere preparati a fronteggiare evenienze che più che passa il tempo e più sembrano perdere il loro requisito di occasionalità,ma per non essere responsabili il posteggio viene chiuso ? Una ulteriore riflessione su come possa funzionare anche uno spazio pubblico che per giunta anche in una sua parte è a pagamento e quindi a logica si potrebbe anche supporre che ad un cittadino che lo usi si debba richiedere un costo di mantenimento e d’uso di tale spazio.Se poi succede qualcosa in tale spazioche si fà? C’è la latitanza? Ci si deve attaccare al tram ?A rigor di logica una polizza da parte dell’ente che lo amministra non dovrebbe mancare dal momento che viene richiesto un costo d’uso.Se non si può sopportare il costo di una polizza che si fa si chiude lo spazio pubblico ? E’ possibile che non si possa uscire da una logica che si pieghi solo al denaro per quanto riguarda l’uso di strutture pubbliche ?Non ho risposta di come si possa fare,ma certo che quella attuale non è una situazione soddisfacente per nessuno.
La protesta della signora mi sembra legittima, ma prevedo che avrà come futura conseguenza la chiusura del parcheggio alla minima avvisaglia di forsepioggia.
Quelli bravi, intelligenti ed operativi, oggigiorno fanno così…