Ieri al mercato mia moglie ha ricevuto il volantino per il voto alle primarie a favore di Bersani, con un messaggio dall’amica che distribuiva i volantini e che conosce la mia preferenza per Laura Puppato per un voto utile. Tempo fa mi era giunto l’invito a votare per Renzi, perché la Puppato è comunque destinata a non vincere.
E’ un’argomentazione che non mi convince. La votazione è su due turni proprio perché al primo turno si possa esprimere la propria preferenza indipendentemente dalla probabilità di elezione. Sarà poi eventualmente il 2 dicembre al secondo turno quando si voterà fra i due che hanno avuto la più alta percentuale di voti che si dovranno fare ragionamenti di opportunità.
Nella mia decisione ho svolto un ragionamento basato su diversi fattori. Il primo ha riguardato una valutazione su chi di questi candidati e in quale misura svolge la funzione di politico come mestiere oppure come impegno civile. Sentiamo infatti spesso commentare: “ma questo ha mai lavorato?”.
Da questa valutazione emerge un mio personale ordine di preferenza che a vede Puppato prima (è un‘imprenditrice che svolge la sua funzione di politico senza aver lasciato il lavoro), poi c’è Tabacci perché in gioventù; e per molto tempo ha lavorato per diverse imprese, quindi Bersani e la sua esperienza lavorativa nel famoso distributore di benzina del padre ed infine Renzi che in pratica, se non per un lampo, non ha mai lavorato.
A questo proposito mi è molto piaciuta l’intervista di ieri di Romano Prodi su Ilfattoquotidiano. Nella sua vita ha avuto incarichi di primaria importanza: ministro, presidente dell’IRI, Presidente del consiglio, Presidente della commissione europea, poi di nuovo Presidente del consiglio. Ogni volta che ha terminato l’incarico o è stato fatto fuori è tornato al proprio lavoro di docente universitario. Puppato a parte, per gli altri quattro candidati una strada del genere la vedo difficile.
Il secondo elemento che ho analizzato è stato l’esperienza di pubblico amministratore e la qualità dei risultati ottenuti. Anche in questo caso la Puppato è per quanto ho potuto analizzare risultata prima nella mia graduatoria perché ha governato alla grande il comune di Montebelluna, tanto da ottenere dal movimento di Grillo il riconoscimento di miglior comune. Una buona performance anche in consiglio regionale del Veneto. Anche gli altri hanno avuto rilevanti risultati negli incarichi ricoperti. Sicuramente assai bene Bersani e Vendola.
Poi sono passato ad analizzare altri elementi quali il programma, la posizione sulla trasparenza, etc. Da qui a mia decisione. Ovviamente, come sempre in politica, un giudizio personale che fa riferimento ai valori che personalmente credo siano importanti. Credo che esprimere tutto questo in un voto sia del tutto legittimo (ci mancherebbe altro), ma anche assai utile.
Per ora quindi sono abbastanza tranquillo, ma anche disponibile al confronto. Come ho già scritto l’altro giorno queste primarie potevano essere un’occasione per confrontare le molteplici posizioni che si confrontano nell’ambito del centrosinistra. Invece c’è il deserto oppure qualche incontro “parrocchiale” dove le varie posizioni si confrontano con se stesse. Esercizio alquanto inutile, secondo il mio umile parere. Ma rimane ancora qualche giorno e forse il tempo per un confronto fra tutti gli elettori di centrosinistra ancora c’è.
Ed è appunto quel ” Non siamo a quel punto, ma prima senza dubbio ne eravamo più lontani” che mi preoccupa.
Donatelli, Mao che di rivoluzioni se ne intendeva,disse una cosa che potrà sembrare non applicabile oggi e far sorridere gli strateghi del ceto medio onnicomprensivo: ”La rivoluzione non è un invito a cena.La rivoluzione è il sovvertimento violento per il quale una classe prende il posto di un altra alla guida della società”.Oggi,nel 2012 la maggior parte porta giustificazioni per le quali si crede-soprattutto nel mondo occidentale-che una cosa del genere non sia più possibile.E’ un dato che dipende da quanta sia la gente che potrà mangiare e quella che dovrà per forza digiunare. Forse a livello globale qualcosa di detto dato pesa e peserà sempre di più nel divenire sociale.Il sovvertimento violento non lo invoca nessuno,ma il tutto mi fa ripensare a ciò che un dirigente comunista mi disse ad Hanoi molti anni dopo la guerra quasi per assurdo avendone nostalgia:” Per la maggior parte della gente la sola ideologia che conta è lo stomaco pieno”.In tal caso delle primarie con rispetto parlando- non se ne fotte nessuno-
Non siamo a quel punto, ma prima senza dubbio alcuno ne eravamo più lontani.
Concordo con il Mercanti. Il mio timore è che ‘ la goccia di sangue ‘ si trasformi in vero sangue, come i recenti eventi hanno dimostrato. Ricordo che stiamo andando verso l’inverno…..molto più tempo per rimuginare ed essere ‘ cupi ‘.
Ho la sensazione che i “commenti” siano a zero perché il timore è grande.
Il popolo (non deluso) del “centro-sinistra” andrà a votare compatto per la sfida Bersani-Renzi (gli altri sono di contorno) e comunque vada sarà l’ultima spiaggia sia per “l’usato sicuro” (Bersani) che per chi, sulla scia dell’emozione, ci mette la faccia per un “rinnovamento” richiesto a maggioranza (Renzi).
Dicevo del timore perché se alla fine prevarrà la logica di “governo” per un Monti-Bis non credo che qualcuno spenderà più un nano-secondo, o digitare un solo carattere sulla tastiera, per parlare di politica.
Prevarrà la “tecnopolitica” conservatrice e chi ha sempre dato continuerà a dare…fino all’ultima goccia di sangue.