Primarie: chi ha fatto cadere le Stalingrado di Chiusi?

di Paolo Scattoni

Non sono davvero pochi i quasi 4 milioni di elettori alle primarie. Il risultato nazionale delinea il vincitore del ballottaggio: se su Bersani si riverseranno i voti di SEL e della Puppato non ci dovrebbero essere grandi problemi. Sarà da vedere come Bersani gestirà questa ultima  settimana di campagna elettorale, ma se non farà grandi errori il risultato finale dovrebbe essere alla sua portata.

I dati che ho raccolto sono quelli che sono riuscito ad avere intorno alle 22. Sono quindi approssimativi, ma sicuramente assai significativi. I votanti a Chiusi sono stati moltissimi: circa 2400 quin di una parte assai rilevante dell’elettorato. Le percentuali ci danno un quadro che investe le forze politiche che hanno aprtecipato, ma soprattutto il Partito Democratico. Ecco dunque i dati:

 

                                                                              Renzi           70%

                                                                              Bersani       25%

                                                                              Vendola        4%

 

In quelle che erano considerate le “Staligrado” di Chiusi come Montallese il segretario del PD ha avuto appena il 15% di quelli ricevuti da Renzi. Insomma nelle ex roccaforti rosse si è preferito un candidato che non nega di essere un liberista, anche se poi dichiara che essere liberisti è di sinistra. Sembra che quello che era il consenso del partito si sia trasferito in consenso di alcuni amministratori.

 

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19 risposte a Primarie: chi ha fatto cadere le Stalingrado di Chiusi?

  1. pmicciche scrive:

    Condivido il fatto che ‘il liberismo o il tasso di “sinistrità” in questo voto’ c’entrino poco e niente. Anche perché è da un pezzo che il PD non dice e non fa più “cose di sinistra”; quindi mi pare evidente che i nodi siano altri e questo giustifica anche che molti dei vecchi ‘comunisti’ abbiano votato per Renzi…perso per perso tanto vale una faccia nuova, no? Mi spiace solo che queste Primarie non abbiano avuto come obbiettivo vero la scelta del candidato leader per Palazzo Chigi ma, appunto, una resa dei conti interna al PD. Lo dimostra anche il disimpegno sostanziale di Vendola e di altri potenziali candidati. Come andrà a finire? Difficile dirlo ma spero che non siano ancora una volta l’Italia e gli italiani a pagarne le conseguenze.

  2. pscattoni scrive:

    Non credo che ci sia un motivo soltanto nel risultato toscano. Occorrerebbe quella che gli statistici chiamano analisi fattoriale.
    Vediamo i vari ipotetici fattori. In alcuni dei risultati più eclatanti c’è una maggiore partecipazione di elettori di centrodestra, li ho visti io come altri. C’è poi la giustificazione del PD: “Renzi è toscano e quindi qui ha avuto un maggior successo”. Non è certamente esaustiva come vorrebbe Manciulli, ma qualcosa pesa: si vedano i risultati di Vendola in Puglia,di Puppato in Veneto e di Bersani in Emilia. C’è poi l’influenza degli amministratori locali: Renzi vince a Chiusi e Sarteano, ma con scarti molto diversi (2% a Sarteano e 40% a Chiusi) . C’è il problema grande del PD che ha per lungo tempo confuso governo locale e partito, creando una cappa di regime come giustamente denuncia Luciano (Fiorani). Quanto pesi ciascuno e forse anche altri di questi fattori è difficile dire e ognuno ha le sue opinioni. Che però questo significhi l’anticamera di un passaggio al grillismo non credo proprio. Le primarie di per sé secondo me allontanano e non avvicinano quella prospettiva. Ce lo diranno i sondaggi e soprattutto i voti del 10 marzo.

  3. marco lorenzoni scrive:

    Concordo con l’analisi di Luciano, che del resto è molto simile a quella che ho pubblicato questa mattina su http://www.primapaginachiusi.it. Il fatto che renzi abbia vinto nelle reguioni rosse, e stravinto in provincia di Siena dice che un ribaltone c’è stato e il segnale è chiaro. Un segnale contro la nomenklaura. E il voto segnala anche un “sentire comune” dello steso popolo Pd che le nomenklature non hanno percepito, dimostrandosi avulse dalla realtà. O no?

  4. La Toscana,’ terra rossa ‘ , ha votato per Renzi. Questo è il risultato. Ovviamente ognuno avrà il suo parere, ma mi sembra fuori dubbio che i Toscani, per lo meno , si sono accorti che il P.D. non rappresenta più la sinistra da un bel pezzo e, alla prima occasione, lo hanno dimostrato. Che poi cosa sia Renzi è un quesito a cui si può rispondere solo con il passare del tempo, resta lampante la mancanza di fiducia nel P.D…….speriamo che, qualunque cosa succeda, il grillo nazionale rimanga a cantare nei campi.

  5. luciano fiorani scrive:

    I fatti come al solito hanno la testa dura. Basta guardare la locandina del corrierino per capire che aria tira: non una parola sul risultato delle primarie!
    Quel Pd (per fortuna dico io) che ha avuto in quel giornale l’organo di partito è ormai anacronistico e non è più in grado di parlare nemmeno ai suoi.
    Senza l’attivismo di Scaramelli e Bettollini certo Renzi avrebbe preso meno voti ma avrebbe vinto ugualmente anche a Chiusi. La qualità dell’amministrazione non c’entra niente.
    Se non si vuol capire che si è trattato di un referendum sulla casta del partito, tanto meglio, le sorprese continueranno.

  6. pscattoni scrive:

    Sarà, ma la percentuale più alta per Renzi è quella del comune di Chiusi. La campagna per Renzi è stata condotta dal sindaco Scaramelli. Seguendo il tuo ragionamento il 68% è dovuto dipenderebbe dalla qualità del governo locale a Chiusi? Se così fosse, a mio modesto parere, sarebbe un abbaglio collettivo. Eppure le vicende della designazione di Scaramelli le conosci molto bene.

  7. luciano fiorani scrive:

    http://sienapartitodemocratico.it/primarie2012.html
    Questi sono i risultati comune per comune in provincia di Siena dove tutto l’estabilishment era per Bersani. Vorranno pur dire qualcosa?
    A Sinalunga, a casa di Rosaria ha vinto Renzi! Sono diventati tutti liberisti?
    Il Pd è stato in questi anni l’altra faccia del berlusconismo e se può avere ancora una chance è solo facendo piazza pulita della vecchia nomenclatura.
    Nelle regioni rosse li conosciamo bene e abbiamo visto cosa sono capaci di fare (dal Monte dei paschi all’acqua) e se li conosci li eviti.

  8. L’analisi, pre-primarie, di tutti i dirigenti del PD che appoggiano Bersani, era chiara:” dobbiamo lavorare molto, al di fuori delle regioni rosse, perchè lì Renzi è più forte”. Niente di più sbagliato. Se a Città della Pieve, mandi D’Alema a chiudere la campagna elettorale, chi lo capisce il nuovo corso dell partito? A sentire gli interventi di Gotor, Prospero e Cuperlo, l’operazione di cambiamento è già avviata e il posizionamento del PD è chiaramente dentro la sinistra europea, senza se e senza ma ( la foto di Parigi è, indubbiamente, un segnale netto ); ma questo, almeno da noi, l’hanno capito veramente in pochi, oppure è troppo chiaro e può far paura……..mahhhh!!! Molto probabilmente, il nostro, era un rosso relativo.

  9. luciano fiorani scrive:

    Forse parlando con la gente qualcosa si capirebbe.
    Il 90% (all’ingrosso) non ha idea di chi sia Zingales mentre sanno benissimo cosa hanno fatto in tutti questi anni D’alema, Bindi, Ceccobao e C.
    Ho sentito per strada molta euforia per il risultato del voto.
    Naturalmente vincerà Bersani al ballottagio, poi però vorrò vedere con che faccia si ripresenteranno i soliti noti e a quel punto molto del voto delle primarie trasmigrerà verso Grillo.
    Non mi pare così difficile da capire.

  10. pscattoni scrive:

    Luciano (Fiorani) la tua analisi non mi convince. Che la popolazione di Montallese abbia espresso la sua protesta di massa contro il governotore Rossi e giù a scendere, mi pare poco probabile. Ci potrà essere in parte questo (ma coincide con la mia analisi con la gestione rigida e molto opaca del partito) ma non credo che in quel caso possa aver inciso con quelle percentuali. Trovo assai improbabile che il vicino di casa di Renzi sia Grillo.

  11. luciano fiorani scrive:

    Il liberismo o il tasso di “sinistrità” in questo voto e da queste parti c’entrno come i cavoli a merenda.
    Questo è stato un referendum sulla nomenclatura e ha detto che non controlla più quel che resta di un partito di plastica proprio come quello di Berlusconi.
    D’Alema, Bindi, Rossi, Ceccobao e compagnia hanno in mano tutto eppure perdono clamorosamente a casa loro (non solo a Chiusi) ma in tutta la provincia e in tutta la regione.
    La Toscana è diventata liberista o cerca un modo di liberarsi da questa gente?
    Renzi è l’ultima chiamata per il Pd toscano…poi c’è Grillo.

  12. VITTORIO scrive:

    Mah! Io in tante tante interpretazioni non mi ci addentro, posso solo dire che ho visto con i miei occhi elettori che con il PD(la sinistra od il centro sx.) non hanno mai avuto a che fare, anzi taluni erano dichiarati berlusconiani o addirittura benitani.

  13. Caro Simone (Agostinelli), è vero, questo non è il congresso, ma non sono mica convinto che il partito abbia la forza che tu dici, se l’avesse avuta avrebbe imposto la sua linea e il sindaco sarebbe stata espressione dell’assemblea del partito, invece abbiamo avuto la dimostrazione che è molto più forte del partito e questo, a mio avviso è un grave pericolo. E non mi si venga a dire che è stato determinante l’aiuto della destra, perchè questo, da noi, non può aver influito più del 10%, mentre la batosta che ha preso il partito è molto più forte. Anche il numero di votanti richiama più le cifre del vecchio e mai dimanticato PCI che quello dell’attuale PD. Quindi le ipotesi sono due, o i compagni si disinteressano a tal punto della politica e del partito da non sapere più nemmeno la linea del partito, oppure sono stati fino ad oggi ingannati facendo credere loro che questo è ancora un partito di sinistra (infatti molti sono ancora convinti di fare volontariato alla Festa dell’Unità, quando invece si tratta di festa “democratica”, cosa assai diversa, non si vede più una bandiera rossa nemmeno a cercarla). Non saprei rispondere a questo quesito, ma in entrambi i casi mi dispiace.

  14. pscattoni scrive:

    … o forse il trucco sta nella domanda del commento? 😉 Per quanto riguarda il livello locale mi chiedo se ai molti che un tempo credevano nella bontà del piani quinquennali dell’URSS sia stato spiegato che votavano per il liberismo alla Zingales. Forse poteva essere utile spiegare che ci sono anche ragionevoli alternative. Per quanto riguarda il livello nazionale mi pare che il successo delle primarie sia innegabile. Resta da capire perché regioni come Toscana e Umbria abbiano visto il successo di Renzi. Le cause sono probabilmente più d’una. Una di queste riguarda il partito democratico nella cui gestione si è riversato lo stile di una vecchia tradizione o magari vecchi difetti. Come dice Simone (Agostinelli) il nodo rimane il partito. Se si pensa di continuare con queste pratiche la vedo scura.

  15. luciano fiorani scrive:

    E’ una domanda trabocchetto quella posta nel titolo?

  16. Ricordo a tutti che queste sono primarie per scegliere chi rappresenterà, la coalizione,alle prossime elezioni; il congresso a da veni’!!!! Magari ci fosse una partecipazione così massiccia anche quando andremo a decidere sulla linea politica del PD. Secondo me, non è assolutamente scontato il travaso di voti da queste primarie a quelle per il congresso. Quindi calma( in italiano), perchè un premier senza partito va poco lontano, chiunque vinca.

  17. pscattoni scrive:

    AGGIORNAMENTO DATI. I voti non sono “quasi quattro milioni” bensì “più di tre milioni”. Il senso del post non cambia.

  18. pscattoni scrive:

    Un minimo di analisi si potrà pur fare. Si tratta di due frazioni che hanno storicamente appoggiato, dal dopoguerra in poi, la segreteria ufficiale del partito egemone (PCI-PDS-DS-PD). Io che non ho mai condiviso posizione ideologiche mi chiedo che cosa sia avvenuto in queste comunità per condividere le posizioni liberiste di Renzi, quando fino a poco tempo fa si posizionavano su altre del tutto contrarie (quelle espresse dal partito). Mi pare una domanda legittima.

  19. guarda che interpretare la schiacciante vittoria di Renzi per trasferimento di consenso verso alcuni amministratori può apparire un’offesa per quei cittadini che invece hanno inteso conferire con il loro voto ben altro significato e che non potrebbe riguardare solo la questione Premier: basta aver ascoltato la Bindi questa sera su Rai 3… se poi alcuni amministratori avevano gia fiutato questo… è un’altro discorso.

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