Scusi,…. sa dirmi dov’è via Cavour

di Carlo Giulietti…. 

su un inedito  di toponomastica chiusina di Stefano Bistarini

 

Almeno fino a poco tempo fa a Chiusi, era facile che alla richiesta da parte di un “forestiero” di indicazioni su una certa via, il chiusino rispondesse con una domanda: – ma chi cerca?- Questo per dire che era più facile si conoscesse la persona (e quindi il luogo veniva di conseguenza) che non la via. Dico questo perché, fino a pochi anni indietro, non mi era capitato di accorgermi che a Chiusi non esistono vie o piazze dedicate a Cavour ed a Vittorio Emanuele II. Ci sono una via ed una piazza dedicate a Garibaldi (giustissimo) una a Mazzini, ma niente agli altri due, storicamente considerati tra i principali artefici dell’unità d’Italia.

Chissà perché, mi sono chiesto più volte senza stare ad indagare a fondo sulla cosa!

Poi, in occasione della ricorrenza dei 150 anni della storica data e del percorso che l’Amministrazione Comunale aveva dedicato alle vie del risorgimento, mi venne la curiosità di effettuare una ricerca e grazie alla collaborazione dei Vigili, cercando sullo stradario di Chiusi realizzato dal mitico storico-storiografo chiusino Stefano Bistarini nei primi anni 80, risultò che una via Benso Conte di Cavour, avrebbe dovuto esserci ed esattamente come traversa di via Mazzini.

In realtà non sono mai riuscito a trovare la relativa targa.

In genere nelle maggiori città, le vie o piazze Cavour o Vittorio Emanuele, sono tra le principali, dei centri urbani.

Pensando fosse opportuno, approfittando delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità, destinare ai due illustri personaggi una collocazione di rilievo, nonché il ricordo, che mi pareva meritassero, inviai una proposta al Sindaco, aggiungendo anche delle possibili indicazioni sul posizionamento (per collegarle a piazza XX Settembre dove tra l’altro c’è anche una lapide dedicata all’eroe dei due mondi) e su possibili iniziative da collegare alla loro inaugurazione.

Il tutto cercando di non creare troppi disagi ai residenti con i documenti.

Ovviamente la mia proposta non ha avuto seguito.

 

Per cercare di capirne le motivazioni (non potevo essere il primo a pensare di ricordare i due personaggi) mi sono rivolto a Stefano, sicuro delle sue conoscenze in merito, il quale da par suo mi ha inviato la seguente risposta . Ho cercato di sintetizzarla, ma sarebbe un peccato non condividere i dati storici che contiene:

 

– Per togliere ogni equivoco, occorre fare una premessa tecnico giuridica. Nella Delibera consiliare n°89 del 27 Ottobre 1981 e la conseguente Delibera di Giunta n°86 del 16 Marzo 1982 furono stabilite

Galleria Vittorio Emanuele II

alcune regole per la toponomastica. Tra le più importanti vi fu quella della suddivisione del territorio in Isole nominali (che, parrebbe, non siano sempre state rispettate dall’Ufficio di Stato Civile e forse neppure dalla odierna commissione per la toponomastica, istituita dal Consiglio Comunale) che servivano ad individuare subito dove si trovassero le varie strade o piazze.

Le isole nominali sono:

  1. Chiusi Centro Storico = Nomi storici della Città
  2. Chiusi Centro Storico – area a destra di Via del Fornello = Nomi del movimento popolare
  3. Rione Carducci e Pozzarelli = Nomi di martiri e combattenti per la democrazia e la libertà
  4. Poggio Gallina = Nomi della Guerra di Siena
  5. Santa Caterina = Nomi di Martiri cristiani
  6. Chiusi Ferrovia Zona Via Manzoni = Nomi di artisti e scienziati
  7. Chiusi Ferrovia = Nomi del 1° e 2° Risorgimento
  8. Montallese = Nomi di artisti e Nomi storici del luogo
  9. Querce al Pino = Nomi di Flora
  10. Macciano = Nomi storici del luogo
  11. Montevenere = Nomi di Fauna
  12. Case sparse = Nomi storici dei luoghi date alle strade
  13. Giardini di Chiusi Ferrovia = Nomi delle avventure spaziali

 

Se fai mente locale ad alcuni nomi attribuiti dopo il 1982 ti renderai conto che, come al solito, si fanno le norme per violarle subito dopo.

Fu deciso anche che ad alcune vie e piazze fossero attribuiti toponimi in regola con la divisione delle isole : “… in quanto rientranti nel concetto di isola nominale già affermato dal Consiglio Comunale nel 1971, ma data la particolare consistenza della popolazione ivi residente si soprassedesse alla loro applicazione fino a che non sia dato il parere favorevole da parte dei consigli di quartiere interessati…”. Tale parere non è stato mai dato. Alcuni nomi, poi non sono mai stati attribuiti a strade e piazze nonostante fossero stati individuati dalle delibere di che trattasi.

Premesso questo veniamo finalmente al tuo quesito così riassunto: Perché mantenere vie come Cimina Prima, Cimina Seconda, Bassa Ciminia, dell’Orto, della Villetta, etc. che potrebbero essere intitolate a Cavour, Vittorio Emanuele II, etc. visto che si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia?

Ebbene, come vedi i nomi che tu proponi non possono essere attribuiti a vie piazze di Chiusi centro storico perché destinati ad altri nomi (es. il sindaco Betti Arnaldo, i garibaldini chiusini, etc.)

 

Nello specifico merito:

 

Via della Villetta = è il nome che aveva l’antica via chiusina accanto alla chiesa di San Faustino che fu ripristinato con la Delibera n° 61 del 10 Ottobre 1936.

 

Via Cimina prima, via Cimina seconda, via Bassa Cimina fanno riferimento ai monti Cimini sacri per i Chiusini Etruschi e furono ripristinati con la stessa Delibera n°61 del 19 Ottobre 1936

 

Via dell’Orto fu attribuita a quella via con Delibera n° 143 del 29 Novembre 1965 per ricordare il nome che aveva la località prima della sua moderna urbanizzazione. Il nome derivava dal fatto che all’interno delle mura a causa delle distruzioni perpetrate dai Bizantini vi erano molte aree ridotte ad orti.

 

Via Cavour è un nome già attribuito dalla delibera n°86 del 16 Marzo 1982 alla via che ancora viene chiamata di Gonzarelli accanto al Consorzio Agrario. Che non sia stato messo nessun cartello non mi sorprende.

 

Via Mazzini esiste già ed è la lunga via che porta da piazza dante alla loc.Le Biffe e fu attribuita con Delibera n°81 del 25 Luglio 1955. In più è stato attribuito il nome di via Savona in ricordo del fatto che, nel 1830, Mazzini fu imprigionato nella Fortezza di Miramare di quella Città con Delibera n°86 del 16 Marzo 1982 .

 

Tanto per ricordarlo, la via che va da Via Mazzini a Via Oslavia accanto al laboratorio Alfa si chiama, dopo la Delibera n°86 del 16 Marzo 1982 Via XVI Settembre 1904 in ricordo del primo sciopero nazionale svoltosi in Italia e mai effettivamente nominata, come Piazza Palmiro Togliatti posta dopo la curva dell’esse al cui complesso è stato attribuito un semplice numero di via Cassia Aurelia anche se deliberato sempre con la Delibera n°86 del 16 Marzo 1982.

Anche la via accanto al Mulino Vecchio fu attribuito il nome di Via Cancello, mai attribuito e la piazza sovrastante della Piccola Oasi doveva chiamarsi Borgus Sarteanensis e gli è stato attribuito il nome di Piazza Sandro Pertini (inizialmente doveva essere intitolata a Togliatti) e al proseguimento fu assegnato il nome di Nenni altro esponente socialista.

Cambiano i tempi e l’antica “Piazza Duomo” si trasforma in Piazza Carlo Baldini e Piazzale Engels che rientrava nel concetto di isola è divenuta Piazza Morviducci che era un direttore di banca e alla sua morte lasciò la sua villa alla Misericordia.

Nel porre i cartelli di questa piazza hanno, di fatto, spezzato in due via Oreste Venturini, che a Chiusi ha dato molto.

A Chiusi ferrovia esiste Piazza Garibaldi e nel centro storico Viale Garibaldiattribuiti ambedue con Delibera n°61 del 10 Ottobre 1936 (la doppia attribuzione era dovuta alla protesta di chiusini offesi dalle dicerie dei sarteanesi e dei cetonesi sulla presunta ostilità dei Chiusini a Garibaldi –

 

 

Veniamo ora al perché a Chiusi (forse unico) non ha vie o piazze intestate ai Savoia e agli altri personaggi come loro.

Cominciamo con Nino Bixio, la via di Montallese non è intestata a lui ma al fratello, infatti il nome completo della via è Via Giacomo Bixio, che fu un medico, guidatore di aerostati, agronomo e uomo politico. Visse soprattutto in Francia dove, tra l’altro, fondò la “Revue des deux mondes”. A Nino, visto che il 10 Agosto 1860, fu l’autore della strage dei contadini di Bronte, i Chiusini non potevano certo intitolargli una via.

Ma veniamo ai Savoia.

I Savoia, quando si appropriarono dei territori meridionali conquistati da Giuseppe Garibaldi per la bramosia di impossessarsi delle ricchezze che ivi si trovavano (Il Piemonte era alla bancarotta), si scatenarono con violenza contro i nuovi cittadini italiani: 5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi completamente rasi al suolo e circa un milione di morti. Queste le cifre della repressione sui cittadini meridionali consumata dai Savoia all’indomani dell’Unità d’Italia. Fu, in effetti, la prima pulizia etnica della modernità europea decisa con la cosiddetta Legge Pica del Governo Minghetti emanata il 13 Agosto 1863.

I cittadini meridionali che furono deportati a Fenestrelle, una fortezza situata a quasi 2000 metri di altezza, sulle montagne piemontesi, sulla sinistra del Chisone (soprattutto ufficiali, sottufficiali e soldati, cioè tutti quei militari borbonici che non vollero finire il servizio militare obbligatorio nell’esercito sabaudo, tutti quelli che si dichiararono apertamente fedeli al re Francesco II e quelli che giurarono aperta resistenza ai piemontesi) subirono il trattamento più feroce.

Fenestrelle più che una fortezza era un insieme di forti, protetti da altissimi bastioni ed uniti da una scala, scavata nella roccia, di 4000 scalini. (casualmente, la scorsa estate ne ho visitato una minima porzione, pur essendo restaurata solo una parte, per il percorso completo occorrono almeno 8 ore. Vi assicuro che solo il pensiero di esservi imprigionato mette i brividi). Era una ciclopica cortina bastionata costruita in luoghi aspri e impervi e con un clima terribile, come quello della Siberia. Il 22 Agosto 1861 i militari borbonici si ribellarono e tentarono di impossessarsi della prigione, ma scoperti in tempo furono sottoposti a misure ancora più rigide: palle al piede da 16 chili, ceppi e catene.

Furono assiepati insieme in celle strettissime assassini, sacerdoti (pochi), giovanetti, vecchi, miseri popolani e uomini di cultura.

Furono tenuti senza pagliericci, senza coperte e senza luce, inoltre vennero smontati i vetri e gli infissi affinché i segregati fossero rieducati al freddo.

Spesso le persone imprigionate non sapevano nemmeno di cosa fossero accusati, sapevano solo che erano stati sequestrati loro i beni. Spesso la ragione per cui erano stati catturati era proprio la volontà di rubare i loro averi.

Molti non furono nemmeno registrati cosicché, solo dopo molti anni, se ancora vivi, vennero processati e condannati senza un perché.

Pochissimi riuscirono a sopravvivere : La vita media in quelle condizioni, anche per le gelide temperature a cui erano sottoposti, non superava i tre mesi.

Non dimentichiamo che a Fenestrelle furono rinchiusi quei soldati che, in base agli accordi di capitolazione sottoscritti a Gaeta, dovevano essere lasciati liberi alla fine del conflitto. Non rispettarono nemmeno i patti liberamente, da vincitori, sottoscritti. Ma non basta.

Quando, poi, nel Maggio 1898 scoppiarono in tutta Italia i moti popolari causati dalla fame e portati avanti al grido “Pane e lavoro”, (gli Italiani di allora erano molto più attivi degli italioti addormentati di oggi) lo stato barbarico dei Savoia dichiarò lo stato di guerra in Lombardia (con a capo il generale Bava Beccaris, decorato poi dall’infame Umberto I per aver massacrato i manifestanti a colpi di cannone), in Toscana il generale Heusch sostituito nel Giugno dal generale Baldissera e infine il generale Malacria in Campania. Ma la repressione violenta fu effettuata anche nelle altre regioni come, ad esempio, la Puglia.

A Chiusi, senza colpa alcuna, furono preventivamente arrestati 11 esseri umani che erano etichettati socialisti e quindi terroristi:

  1. Romanini Stanislao
  2. Cacioli Giulio
  3. Nenci Antonio
  4. Giulietti Severino
  5. Bussolotti Giuseppe
  6. Fei Giuseppe
  7. Venturini Oreste
  8. Vannuccini Giuseppe
  9. Radice Antonio
  10. Radice Giovanni
  11. Crosti Ernesto

Furono processati sommariamente dal tribunale militare di Firenze e, nonostante fosse chiara la loro innocenza, condannati e inviati al Confino politico di Ponza (Venturini Oreste, una volta liberato fu mandato di nuovo a Ponza).

Cacioli Giulio, poi divenne il primo sindaco socialista di Chiusi e Venturini Oreste l’ultimo in quanto cacciato con la violenza dai fascisti. Insieme a loro furono catturati, processati e condannati anche 4 cittadini di Bettolle, 10 di Acquaviva e 3 di Chianciano.

[Non mi dilungo sul diverso trattamento fatto ai clericale che inneggiavano al papa re…. il tradimento del glorioso XX Settembre e di Porta Pia era alle porte e ancora ne patiamo gli effetti.]

Come vedi i Savoia non possono e non debbono essere onorati dai Chiusini. Così decisero tutti gli amministratori della Città di qualsiasi colore fossero stati.

 

Letto quanto sopra ho finalmente compreso e condiviso le scelte fatte a suo tempo, però, nonostante tutto, tanto per fare l’avvocato (nessun riferimento a Ghedini) del diavolo come si dice, mi domando e domando:

– È giusto continuare su tale scelta (condanna in eterno) o ci può essere spazio per una revisione della “pena”?-

Sicuramente non lo condividerebbe l’amico Stefano !

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4 risposte a Scusi,…. sa dirmi dov’è via Cavour

  1. carlo sacco scrive:

    Di monumenti di tutte le risme l’italia abbonda e questo è sintomatico del livello della cultura che ha pesato nella ”forma mentis” degli Italiani.A seconda del momento storico ciò che viene osannato viene messo in piazza e spesso i seguaci di certe persone si adoperano per erigerli e per validarne l’opera a futura memoria.Non c’è bisogno di scomodare Hitler, Mussolini, Stalin ed altri, ma ricordo a chi ha poca memoria che anche a Sarzana dovrebbe essere stato eretto un monumento(non sò se attualmente ci sia ancora o se sia stato eretto oppure no- ma almeno la proposta ricordo che era stata accolta )all’esule in Tunisia capo del Governo italiano,grande statista ed amico del Cavaliere, a cui lui stesso tanto deve.Nei tempi andati si chiamava stato autoritario,
    in quelli moderni si chiama ”faccia tosta”.Ma la faccia tosta esiste perchè l’altra parte della faccia è ”faccia molle” ben sapendo che è attraverso quest’ultima’ che si affermano il degrado della politica e dei valori.Faccia tosta e faccia molle sono un tutt’uno, l’una funzionale all’altra.E la chiamano democrazia.Donatelli, si ricorda quali forze hanno spinto perchè i Savoia facessero rientro in Italia?Sono quelle stesse che considerano da rottamare i rimasugli
    di una sedicente sinistra.Loro sì che sono moderni,ed il popolo bue li vota insieme a parecchi della destra.Glielo ripeto:il problema dell’italia non è stato mai Berlusconi,il problema sono gli Italiani.

  2. No, I Savoia non devono essere tenuti in ‘castigo’, devono essere SEMPRE ricordati per quello cha hanno fatto all’Italia, altrimenti facciamo un monumento a Hitler e non se ne parla più.

  3. enzo sorbera scrive:

    Conosco bene la fortezza descritta da Stefano: altro che vie, sarebbe da andarli a cercare (per portarceli).

  4. Io spero che un minimo di “integralismo” sia mantenuto, altrimenti in questo clima di revisionismo imperante e, visti gli equilibri politici locali attuali, rischiamo di sentirci proporre “piazza silvio berlusconi” :-). No, no, teniamo i savoia ancora in “castigo”.

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