La crisi in Toscana. C’è uno studio analogo su Chiusi?

di Paolo Scattoni

Nell’inserto Affari e Finanza di Repubblica di ieri, c’è una bella pagina curata da Maurizio Bologni, nostro concittadino, sulle imprese e mercato del lavoro in Toscana. Fa riferimento a una ricerca presentata dalla Regione Toscana. Contiene una comparazione fra la situazione toscana con quella del resto d’Italia.

Ne emerge un quadro con luci ed ombre. Nella crisi generale la nostra situazione si presenta un po’ migliore di quella di altre regioni. Emerge un elemento già conosciuto: la produzione dei beni di lusso (nel settore dell’oro e del cuoio)è quella che regge meglio. Il commercio non passa invece un buon momento. Quello che emerge abbastanza chiaramente è un dato interessante: la piccola e media impresa sembra adattarsi un po’ meglio al vento della permanente crisi economica, in chiaro contrasto con quanto affermano molto esperti che la piccola dimensione d’impresa sarebbe un handicap.  Delle piccole e medie imprese quelle messe meglio sono quelle che si basano sull’esportazione e tecnologie più avanzate. Regge ancora il turismo.

Quello che però impressiona è la grande crisi del comparto edile. Dal 2008 al 2012 (fonte ANCE) mostrano un calo di oltre il 30% delle imprese toscane, degli occupati e delle ore lavorate. Si tratta di un calo di più di 2.000 imprese sulle circa 9.000 del 2008, più di 12.000 su 40.000  addetti e di un milione e settecentomila ore lavorate sui cinque milioni del 2008.

Mi chiedo perché non si fa un minimo di bilancio anche a Chiusi. Occorre capire quali comparti siano oggi più colpiti. Anche perché senza uno studio tutto è vero e tutto è falso. Ricordo il dibattito sul Piano Strutturale che si è tenuto non molto tempo fa presso la sede del PD di Chiusi Scalo alla presenza del sindaco e della giunta. In quella sede il sindaco per giustificare le previsioni del piano erano giustificate ci presentò un mercato edilizio ancora tonico “perché a Chiusi si costruisce bene”. Mi piacerebbe verificare con dati alla mano.

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2 risposte a La crisi in Toscana. C’è uno studio analogo su Chiusi?

  1. pscattoni scrive:

    Per Luca Scaramelli. L’analisi dello studio della Regione, riassunto nell’articolo di Maurizio (Bologni) mi pare un po’ più articilato. Non è soltanto il lusso che va, ma anche l’export con forte contenuto tecnolgico.
    Per qunato riguarda il comparto edile la mia proposta chiedeva altro. Non credo sia difficile raccogliere i dati della Cassa Edilim per quanto riguarda il nostro comune. Potrebbe essere un compito dell’amministrazione quella di fare verifiche di questio genere invece di fare propaganda.
    Sul dissesto invece occorrerebbe monitorare quello che viene fatto e quello che rimane da fare. Per questo rimando all’intervento dell’ex vicesindaco Bardini. E magari chiedere cosa sia successo da allora.

  2. luca scaramelli scrive:

    Come presupposto alla discussione credo vada sottolineato il fatto che, da un anno circa, l’Italia non è un paese in crisi ma un paese in recessione, il che cambia totalmente i parametri per affrontare un argomento del genere, perchè la recessione innesca un sistema a cascata che coinvolge e travolge quasi tutti i settori. Non a caso gli unici che resistono sono quelli dei beni di lusso acquistati da chi la crisi e la recessione non ha idea di cosa siano.
    Sulle considerazioni del sindaco riguardo il costruire bene a Chiusi credo che il commento migliore lo abbiano fatto le frane, gli smottamenti e gli allagamenti dell’ultimo mese.

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