Appena formato il secondo governo Prodi (2006-2008) si trovò di fronte al problema Alitalia, la nostra ex compagnia di bandiera in stato comatoso. Dopo molti tentativi finalmente nella primavera 2008 era pronto il passaggio di Alitalia alla compagnia franco-olandese Airfrance-Klm per circa 2 miliardi di euro. Il passaggio avrebbe determinato il licenziamento del 10% degli impiegati Alitalia, circa 2000. A quel punto, però, Silvio Berlusconi dichiarò che se eletto premier avrebbe bloccato l’affare. Motivazione: se ci mettiamo nelle mani dei francesi il nostro turismo potrebbe soffrirne. L’argomento fu uno dei pezzi forti della campagna elettorale berlusconiana.
Cosa avvenne dopo? La parte migliore della compagnia fu acquisita dalla CAI, una società formata dai soliti noti a cominciare da Colaninno. “Capitani coraggiosi” li chiamò Berlusconi. La parte “malata” di Alitalia se la tenne per liquidarla. Il tutto ha comportato la perdita di quasi 8000 posti di lavoro. Il tutto è costato allo Stato più di tre miliardi di euro. Oggi la CAI è di nuovo in affanno e Airfrance offre circa 300 milioni per l’acquisto. Chissà se gli elettori, soprattutto quelli che hanno creduto la storiella di Berlusconi, se ne ricorderanno.
Quello che però qui interessa di più è la proposta di alcuni, riportata dal Corriere della Sera, della cessione del carrozzone Alitalia alle Ferrovie. Incredibile. Molto ci sarebbe da dire ai liberisti della concorrenza treno aereo che si verrebbe a formare nella tratta Roma-Milano. Quello che invece si dovrebbe evidenziare come in un periodo elettorale si continui a
tacere sul futuro delle Ferrovie. Capisco Moretti e le sue cordate all‘interno dei partiti che hanno interesse a non parlarne. Gli altri, però, non hanno alcun interesse a favorire queste lobby. Per le tante situazioni come quella di Chiusi si dovrebbe almeno parlare nella messa a punto dei programmi.
Io aggiungo che se si continua con le ambiguità strutturali da parte degli elettori, questo paese non potrà migliorare. L’altro giorno ho vissuto il paradosso di sentirmi accusare di essere pro-Monti da una persona che aveva votato PDL (che quindi Monti ha appoggiato per 13 mesi e che lo ha persino proposto come nuovo premier) mentre io avevo votato un partito che poi si è posto in modo critico contro la politica di questo governo. Moretti – e ancor prima la politica del trasporto ferroviario, TAV compresa – è parte integrante dell’azione politica del PD. Se poi ci si lamenta ma si vota chi queste politiche produce, da questa situazione non se ne uscirà mai.
Io mi accontenterei che parlassero delle questioni del trsaporto locale, come il declassamento progressivo delle stazioni e l’utilizzo della Chiusi-Siena come “metropolitana” per collegarsi all’ospedale di Nottola… Su questi temi mi piacerebbe sentire l’opinione degli assessori regionali, provinciali e comunali, delle opposizioni e degli “operatori”…
Visto che si avvicinano le Elezioni, sarebbe interessante vedere se qualcuna delle forze in campo sul territorio abbia qualcosa da dire su quei temi nazionali che coinvolgono anche la realtà locale. Oppure se escono dal loro cassetto con naftalina solo poco prima delle Elezioni Amministrative per riscuotere la loro parte e poi tornare in letargo.
In vista delle elezioni tornano a far promesse dopo aver ridotto il servizio pubblico ai minimi termini.
Ho visto in giro una locandina che annuncia un convegno su sanità e trasporto locale in Vadichiana con l’assessore Ceccobao e altri (on.Cenni, per esempio). Chissà se qualcuno proporrà (riproporrà) il collegamento con l’ospedale di Nottola via treno, attraverso la stazione di Montepulciano e un servizio navetta… Primapagina ha rilanciato a più riprese l’idea che fu proposta inizialmente dalla Cgil… Ma di risposte ne sono narriuvare poche… Visto che i soldi per le strade scarseggiano potrebbe essere una soluzione… no?
Una breve aggiunta. Leggo sul sito del sole24ore del primo flop relativo all’alta velocità. Chiude dopo pochi mesi ll progetto di alta velocità in Lombardia per scarsità di domanda. Forse il grande disegno della metropolitana d’Italia sta scricchiolando. Forse sarebbe bene parlarne prima che si accumuli il solito debito stratosferico che noi contribuenti saremo chiamati a ripagare.