Mussari nel blog: dove eravamo

di Paolo Scattoni

 

Ogni tanto fa bene andare a rivisitare l‘archivio di Chiusiblog e anche quello del “poro blog”. Così per curiosità ho digitato nel motore di ricerca dei due archivi il termine “Mussari”. Sono emersi 13 post che sono tutti significativi. Non è tanto per rivendicare l’antipatico e un po’ supponente “l’avevamo detto”, ma più semplicemente per analizzare attraverso questo modesto strumento di comunicazione qual’è stata a livello locale la sensibilità verso un problema di cui oggi è investita l’opinione pubblica nazionale. Sotto elezioni le posizioni si irrigidiscono e questo non facilita il confronto. Ci sono alcuni che tendono a nascondere e difendere posizioni improbabili e altri invece amplificano, anche strumentalmente. Vediamo allora che cosa emerge dal blog.

Il primo articolo che emerge è del 18 luglio del 2010. E’ mio e riguarda una dichiarazione di Luca Ceccobao, assessore regionale ai trasporto e sindaco di Chiusi sino a pochi mesi prima, in occasione della nomina di Mussari a presidente dell’ABI. Si tratta di un messaggio di congratulazioni dove addirittura considera Mussari come il degno interprete di una grande trazione storica

Non ci dimentichiamo che stiamo parlando dell’istituto di credito più antico del mondo, erede di una tradizione bancaria che ha visto protagoniste, in epoca medievale, famiglie senesi paragonabili ai Rothschild. Questo retaggio poteva rimanere chiuso nei libri di storia, ma evidentemente ha trovato abili interpreti ancora oggi. E così, ventitré anni dopo Piero Barucci, il Monte dei Paschi torna a rappresentare tutto il sistema bancario italiano”.

Insomma Mussari come Rothshild. Al contrario in quell’articolo si ricordava la sospetta vicenda dell’Antonveneta. Pochi l’avranno letto in quel periodo il blog era ancora alle origini analytics ci dà meno di 80 lettori.

Dopo poco più di un mese (31 agosto) Luciano Fiorani pubblica un articolo sulla famosa vicenda dell’areoporto di Ampugnano. Un’altro dei capolavori della gestione Mussari. Il progetto era quella della trasformazione del piccolo scalo di Ampugnano in un aeroporto internazionale. La magistratura indaga su una possibile turbativa d’asta. Un solo commento.

Passa un anno e su chiusiblog il 7 agosto 2011 Anna Duchini recensisce il libro di Raffaele Ascheri “Le mani sulla città”, dove Mussari è più volte citato. E’ la stessa Duchini a ritornare sull’argomento il 3 settembre con un post intitolato “Terre di Massoneria” che commenta un articolo apparso sul Fattoquotidiano; Mussari non vi è citato ma rimane sullo sfondo. Anche questo post viene riceve pochi commenti (tre uno dei quali del padre di Raffaele Asscheri, Mario).

Il 20 dicembre Luciano Fiorani recensisce un articolo di Primapagina  che annuncia la costituzione di un osservatorio civico anche sull’opera di Mussari

A fine marzo tre post per annunciare l’iniziativa della Primavera e uno per commentarla dell’incontro con Raffaele Ascheri che presenta il suo libro: “Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata)”. Un’iniziativa assai interessante, ma con troppe sedie vuote. I tre post raccolgono in tutto 10 commenti.

Un po’ più di attenzione invece dopo la trasmissione di Report che fa scoppiare il bubbone. Il mio articolo “Il groviglio armonioso che ha distrutto Siena e il suo territorio” che commenta quella trasmissione è molto più dibattuto (20 commenti). Tre giorni dopo ci sono le perquisizioni della guardia di finanza, Fiorani e Scattoni ricordano le antiche laudi di Ceccobao per Mussari. Poi le dimissioni di Ceccuzzi commentate da me ” Spirano anche a Chiusi i venti freddi di Siena” il 22 maggio (17 commenti). Qualche mese dopo (31 agosto) Luciano Fiorani scrive “Saldi di fine stagioni” e parla di Renzi che appoggia Ceccuzzi.

L’attenzione è di nuovo scemata e c’è un unico commento. Poi il mio del 3 gennaio “La democrazia delle piccole cose”, dove scrivo che non più di un anno prima anche quei renziani senesi che poi ne sarebbero stati critici non si accorgevano dei danni fatti da Mussari.

Infine l’articolo di Luca Scaramelli che commenta la triste cronaca delle ultime vicende.

Che cosa si ricava da questa lunga rassegna? A me pare assai evidente che le vicende di oggi le si potevano benissimo prevedere da molto tempo. Si è preferito non dibattere e non partecipare. Avremmo potuto cambiare il corso delle cose? Non lo so, ma forse dovevamo provare e le occasioni ci sono state. Almeno per quanto riguarda questo blog.

Personalmente non credo che ci siano conti segreti del PD con i miliardi di euro spariti. Forse sarebbe meglio che fosse così, perché almeno sarebbero recuperabili e la banca sarebbe salva. Purtroppo, come ha anche scritto Massimo Mercanti, i giochi sono stati ben più complessi e difficilmente conoscibili.

Di nuovo siamo costretti a predicare la trasparenza che è la vera rivoluione nelle piccole come nelle grandi cose.

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7 risposte a Mussari nel blog: dove eravamo

  1. pmicciche scrive:

    La conseguenza di quello che scrive Fiorani è: cercare di convogliare le forze per fare un’opposizione a questo sistema con gli strumenti istituzionali del Parlamento? Oppure quello di immettere la protesta in modo più deciso all’interno della società con il cartellino giallo già estratto e quello rosso in punta di dita?
    La mia risposta è che questo non è più il tempo (veramente non lo è più da una decina d’anni) per le opposizioni istituzionali e che questa gente non vada più votata. Altrimenti tutte le argomentazioni diventano chiacchiere ed un puro esercizio della nobile arte del passatempo. Ah, dimenticavo, tutto questo vale anche per Chiusi dove ancora si gioca il rito del Fair play con tanto di tarallucci, vino e pacca finale sulle spalle.

  2. luciano fiorani scrive:

    Il silenzio, come dice Paolo (Scattoni), non è stato trasversale ma unanime (o quasi).
    D’altra parte quando il sistema “girava” ce n’era per tutti (o quasi): stampa, opposizioni, sindacati, chiesa, associazioni dai più svariati interessi e orientamenti. Insomma la parte la facevano a tutti (o quasi) e il groviglio armonioso sembrava un equilibrio immutabile.
    Ora che il disastro è sotto gli occhi di tutti c’è da pagare il conto, e per queste zone sarà salatissimo.
    La confindustria sostiene che bisogna pensare un nuovo modello di sviluppo per queste terre; banca e mattone non funzionano più. Alla buon ora!
    Quello che andrebbe scritto anche sui muri è che una classe dirigente impresentabile in un decennio ha dilapidato una fortuna ma si è riempita le tasche.

  3. pscattoni scrive:

    Non c’è stato abbastanza “movimento” nel denunciare questo stato di cose. Per disinteresse, ma ancor più per interesse o per paura.
    E’ evidente che in questa storia il PD ha grandi responsabilità, ma il silenzio è stato purtroppo trasversale.

  4. Il silenzio sul Monte tornerà semplicemente a campagna elettorale conclusa: l’unico motivo per il quale i bubboni sono venuti in superficie, è che il PDL aveva bisogno di erodere un po’ della simpatia recentemente conquistata dal PD presso l’elettorato…

    Il prestito “Monti for Monte” al 9%, eventualmente in cambio di azioni, era già stato concesso quando il bubbone è scoppiato.

    Eventualmente si può solo dire che le modalità di quel prestito sono un’ulteriore prova che la politica non ha alcuna intenzione di togliere le mani dalle banche (specie da MPS)…

  5. Luca Scaramelli scrive:

    In questi giorni un pensiero non mi abbandona, come è possibile che già due anni fa le persone che hanno scritto degli articoli sul blog o chi come noi della Primavera ha organizzato l’iniziativa con raffaele Ascheri sapessimo tutto o buona parte di ciò che adesso i tg nazionali sbandierano come notizia dell’ultim’ora. Non siamo particolarmente intelligenti, non abbiamo accesso a fonti di notizie riservate, forse semplicemente non siamo miopi e se lo siamo ci mettiamo gli occhiali.
    Chiaramente la mia è una domanda retorica, la vera spiegazione è come si fa informazione in questo paese, c’è chi vuol far sapere solo certe cose fino a che scoppia il bubbone e niente può più essere taciuto, purtroppo c’è anche chi non vuol sapere o fa finta di niente e allora ripenso tristemente alle sedie vuote alla sala di S. Francesco per l’incontro Con Ascheri, e penso tristemente al fatto che a Siena Raffaele Ascheri sia un “eretico” carico di querele per le sue ricerche.
    Tanto la memoria degli italiani è corta e anche in questo caso una volta che tutti si saranno assicurati che i loro soldi nei conti del “monte” non corrono rischi tornerà il silenzio.

  6. luciano fiorani scrive:

    Come ricorda questo pezzo il disastro del Monte non è di questi giorni e non comincia certo con i derivati.
    A me ha infastidito la reazione di Bersani e la difesa d’ufficio del Pd. Che le responsabilità principali siano all’interno di quel partito (non solo a Siena ma anche a Roma) è un fatto che può essere negato solo dagli sprovveduti o da gente in malafede.
    Che Ceccuzzi sia il salvatore della patria, quello che ha “licenziato” Mussari e chiamato Profumo e Viola è altrettanto risibile.
    Manca solo il “contrordine compagni” di Ceccobao.

  7. La trasparenza é un po’ meno utile quando a girare mazzette é il venditore estero…

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