«Il Pd è il Pd e le banche sono le banche». Se sia una battuta di Bersani o di Crozza poco importa se ci lasciamo prendere dalla politica filtrata dai vari talk show televisivi. Tuttavia credo anche io che in quella affermazione ci sia la sincera intenzione di “separare il destino del centrosinistra politico dal sistema bancario”.
Ovviamente è imperdonabile che l’operato e l’immagine di una banca plurisecolare sia stata messa alla berlina e alla gogna proprio da un avvocato, “presidente prima della Fondazione Mps e poi di Banca Monte dei Paschi di Siena”. Sembra che poco prima di lasciare la Banca abbia detto: «Questo non è il mio lavoro, e non voglio confonderlo con la professione: tornerò a fare l’avvocato, che poi è quello che so fare».
Ecco bravo! Adesso vediamo se saprà almeno svolgere la sua professione nel frangente…in cui si ritrova.
E pensare che proprio lui, insieme al Direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, autore di una edizione inglese del libro “Tigri globali, domatori nazionali” presentato a Cetona nel 2009, ebbero a dire nell’occasione delle prime avvisaglie dei derivati tossici che investivano il mondo bancario globale, “l’inevitabilità” di una crisi “connotata dalla stupidità nei tratti immutabili della psicologia umana”.
Per restare nel piccolo, quello che non capisco è l’accanimento “politico” sul “sistema Siena” sul quale non poteva che esserci “silenzio trasversale” o “unanime”. Il perché mi sembra che sia stato già sinteticamente detto: “…il sistema girava ce n’era per tutti…”
Infatti basta sfogliare l’elenco delle erogazioni dei contributi elargiti dalla Fondazione MPS ai soggetti beneficiari per comprendere come sia ovvia la “trasversalità o quel (quasi) unanime silenzio”. Risulta per caso che un’associazione (anche bocciofila) o qualche amministrazione comunale del nostro territorio abbia mai rinunciato ai contributi elargiti dalla Fondazione MPS? Ma soprattutto, c’era qualcosa di male chiedere e accettare contributi da un antico Istituto che dal popolo “… senese fu costituito affinché avesse fecondo sviluppo, ordinamento e regola, con privato e pubblico vantaggio per la Città e lo Stato di Siena”.?
Se dopo alcuni secoli il management della Banca si è ritagliato un vantaggio personale (costituendo la banda del 5%) significa che c’è stata una connivenza politica dei dirigenti del PD? Nel caso saranno le indagini a far emergere eventuali corresponsabilità “personali” e se eventualmente politiche agli elettori trarre le conseguenze.
Chissà se a qualcuno, anni fa, è venuto il sospetto di una qualche connivenza politica in atto, quando il management di piccole banche presenti nel nostro territorio, decideva nel bene o nel male il destino di tante piccole o medie imprese artigianali…
Quante maledizioni ai politici di turno sono state mandate quando alcune banche praticando l’anatocismo sugli interessi mettevano il malcapitato “correntista sconfinatore” in braghe di tela a causa della crescita esponenziale del suo debito?
Già! “…bisogna pensare un nuovo modello di sviluppo per queste terre..” e questo (a proposito del PD che è il PD) sarà compito della “Politica”… soprattutto per queste zone dove per decenni si è stati al sole confidando in linea generale sul “sistema Siena”… e non trascurando il fatto che i nostri figli avranno comunque ancora bisogno di una “Banca” per mettere su con i “mattoni” la propria casa… per investire in piccole aziende produttive…
Quelli che riempiendosi le tasche hanno dilapidato una fortuna vadano pure in galera. Anzi “sbraniamoli”! Resta comunque il fatto espresso nel Bersani pensiero… che quelli che istigano a colpire l’avversario poi tornano a casa e il problema rimane! E per risolvere questo ci vorrà tenacia e immaginazione…ma non solo.
Maurizio, non cambi mai……ma fai bene !….
Forse, per cercare di capire meglio le ultime vicende di MPS, bisognerebbe leggere la storia del Signor Ettore Gotti Tedeschi.
Nono, Sacco.
Molto più prosaicamente mi chiedevo se il mettere in cattiva luce la Fondazione MPS ha come scopo ultimo di spingerla a cedere il controllo di maggioranza del gruppo. A quel punto basta un po’ di aumento di capitale per libizzare la banca.
Della serie: MPS non solo non sarà più strumento di senesità, ma manco italiano…
Ma le mie sono illazioni: Profumo se n’è guardato bene dal prospettare uno scenario del genere. Ma del resto è quello che ha fatto con UniCredit.
Il chiedersi”una proprietà in che forma” ritengo sia una giusta e doverosa questione.Se ho capito bene Tomassoni nota che le dimensioni talmente dilatate di un organismo bancario come può essere il terzo gruppo italiano sono forse troppo grandi per assolvere ai requisiti di sicurezza e di interesse pubblico che ne stà dietro:si perchè si ritorna sempre all’interesse pubblico,il che non vuol dire che non sia lecito togliere ”gradi di senesità”.Personalmente quando in sostanza una banca si espande nella società globalizzata ed il cuore pensante rimane con la struttura giuridico-amministrativa legata alla politica locale vuol dire che qualcosa non funziona ed è a questo punto che si manifestano le discrasie come le abbiamo viste,ferme restando responsabilità personali alle quali la magistratura ma non solo(anche la politica) dovranno stabilire le responsabilità.Si ritorna sempre al concetto di ciò che voglia significare”interesse pubblico” e secondo me a tali dimensioni la risposta può essere solo una: la nazionalizzazione progressiva o subitanea ma tante altre alternative non le vedo.
Qualcuno vorrebbe spiegarmi perché la colpa della scelta di Mussari è stata imputata alla Fondazione, arrivando a dire che le Fondazioni sono un errore nelle banche di queste dimensioni?
Posso comprendere che si voglia porre un freno al dogma della “senesità” in auge finora. Ma l’alternativa è una proprietà in che forma?
Vorrei far notare che Profumo viene da UniCredit, dove durante il suo mandato sono magicamente e silenziosamente comparsi i “libici” con un pacchetto di maggioranza relativa. Dato che molte fonti si affannano a dire che il prestito “Monti for Monte” verrà riscattato, non è che c’è Profumo di Libia anche in MPS?
Le ”sincere intenzioni” coi tempi che corrono lasciano il tempo che trovano,quando soprattutto si è avuto anni per arrivare e fare quanto si dice anche oggi.Concordo con il finale del Post che ci vorrà altro per uscire da tutto questo.Questo altro forse si chiama”volontà politica” ed è quella che è mancata. Col bailame di oggi mi resta sempre più difficile immaginare che sia quella ad imporsi ed a far cambiar strada.Tutti gli altri discorsi restano buone intenzioni e di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno.
Massimo Mercanti, che ho avuto il piacere di conoscere di persona solo poco tempo fa, anche stavolta si tiene a debita distanza dalla dilagante banalità e pone questioni serie.
Ma c’è qualcosa che non convince nel suo pezzo. Sembra quasi un fastidioso rumore di sottofondo che altro poi non è che l’auspicio che al Pd non si chiedano conti esorbitanti, soprattutto oggi che siamo in campagna elettorale.
Su questo non sono d’accordo. Il Pd è giusto che paghi dazio. E pesantemente.
Il nostro mister 80% era votato da destra a sinistra con una sola motivazione: “Porta i soldi”.
Chi, come me, non si è mai confuso nel servo encomio, il minimo che si aspetta dal Pd è un comportamento di verità e di giustizia. Ma se Bersani dice che col Monte loro non c’entrano niente o che Ceccuzzi è il rinnovatore, quello che ha “licenziato” Mussari, beh non ci siamo proprio.
Ragioniamo pure di banche e politica ma alle malefatte di un sistema pensiamo davvero che possa metter rimedio chi le ha prodotte?