La tragica vicenda della distruzione dei manoscritti di Timbuctu trattata in recente post su chiusiblog.it dovrebbe imporci delle riflessioni che riguardano la conservazione della memoria storica e del patrimonio culturale.
Questo problema travolge disgraziatamente tutti noi, perché in Italia è conservata una enorme fetta della produzione scritta che ci è giunta dal passato. Questa enorme mole di parole tracciate o stampate su carta si sta incenerendo a causa di un fuoco senza fiamme che si chiama incuria.
In parlamento è stata votata da poco una pasticciata legge che si aspettava da 10 anni, e che dovrebbe contribuire a disciplinare la professione del restauratore. La realtà, tuttavia, è che l’Italia butta soldi per aerei militari malfunzionanti e tangenti, mentre la vera ricchezza -utile al rilancio economico- viene stipata in archivi e biblioteche che, quando non sono depredate da funzionari ministeriali, stanno lentamente consumando il nostro patrimonio librario perché il sistema degli investimenti nel restauro e nella conservazione, in mano alle lobbies, andrebbe non solo finanziato adeguatamente, ma soprattutto riformato profondamente.
I restauratori del libro Italiani, nel frattempo, cosa fanno? Quelli più dotati emigrano all’estero, mentre gli altri hanno di fronte una vita di precarietà e disoccupazione. Ecco come anche noi dovremo fare a meno della storia.
XSorbera. Stasera ad otto e mezzo (la trasmissione della Gruber) ho sentito dopo tanti anni parlare di beni culturali con competenza, in termini appropriati e convincenti.
L’ha fatto Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai e candidata per Monti in Lombardia.
Non ci sono (per fortuna) solo Sgarbi o Daverio.
Vedremo mai all’opera un ministro di quel tipo in Italia?
Permettimi di aggiungere: detto da Sgarbi, che come membro governativo ha pensato solo a specchiarsi, quel rimbrotto suona un po’ falso.
Luciano, ma che c’entra la cultura con la campagna elettorale? La cultura è una cosa che porta solo noie, fatta da gente noiosa e che non fa mangiare. Detto tra noi, non serve a un c…. Meglio indignarsi per i buddha altrui: ci si può stracciare le vesti e mettersi l’anima in pace. Poi, tranquilli filistei, ci si siede alla tv a godersi un altro muro pompeiano che viene giù. E fa pure rima!
….visto che il mio articolo senz’altro per ragioni di spazio è stato tagliato, vorrei brevemente completarlo dicendo che: mentre l’Italia di sicuro possiede una grande quantità di beni culturali, le politiche messe in atto da tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del paese sono state quelle di effettuare tagli sempre più cospiqui all’Amministrazioe di detti beni culturali. All’estero talvolta è sufficiente un solo bene ,un solo oggetto che all’intorno ci costruiscono unmuseo. L’Italia da questo punto di vista sarebbe il massimo ed investire in cultura sarebbe la cosa che maggiormente converrebbe al popolo italiano.Grande cultura, grande quantità di beni, grandi possibilità però disattese, spingono a pensare che l’Italia sia un paese di grande cultura ma il cemento che la tiene insieme probabilmente è l’ignoranza.
Sono stato, sere fa, a Città della Pieve alla presentazione dell’ultimo libro di Sgarbi.
Tra le altre cose ascoltate mi ha colpito questa riflessione: “Se andiamo in casa di uno che ha un quadro di Raffaello o De Chirico pensiamo subito che sia una persona ricca. L’Italia è piena di questi tesori ma riusciamo a farli andare in malora e anche a rimetterci dei soldi”.
Ma di questi argomenti ne avete sentito parlare in campagna elettorale?
Non posso che essere più che d’accordo sia sul post che sul commento………rimango sempre più convinto che esiste una specifica ragione per questo ‘degrado’ mentale a livello
mondiale, e particolarmente evidente nel nostro Paese.
…una delle tante occasioni perdute per fare della cultura uno dei volani essenziali per risollevare il paese. Il post di Nenci tratta di libri, ma insieme ai libri vi è in Italia una quantità immensa di beni che se messi a frutto non solo potrebbero dare lavoro a migliaia di persone ma rappresenterebbero un incentivo per dirla ”tagliato con l’accetta”
che con la cultura si può mangiare, e mangiare bene.Siamo il paese che al mondo ha una concentrazione di beni culturali incredibile perchè nel nostro paese è ”passata la Storia” lo possiamo ben dire.Talvolta mi trattengo perchè ho paura di poter apparire agli occhi di chi mi legge anche sul Blog di impersonificare una di quelle categorie di persone che tendono sempre a disprezzare il proprio paese ed a vederne solo le negatività