Eutanasia di un carnevale

di Marco Fè

Sembra che il Carnevale dei Ragazzi, dopo 60 anni di gloriosa tradizione, si sia concesso un anno sabbatico. E’ scomparso improvvisamente, senza dir nulla e senza lasciare eredi. Piuttosto che una morte naturale però sembra che sia stata un’eutanasia. Forse non se n’è accorto neppure lui. Se ne sono resi conto invece i suoi fedelissimi, che non sono pochi ed hanno tutti i capelli grigi, quando hanno visto le sparute locandine che annunciano il programma di domenica 10 e martedì 12.

Tutto appare normale, come da tradizione, sfilata del carnevale per le strade e veglioncino al Mascagni, domenica a Chiusi Scalo e martedì a Chiusi Città. C’è poi anche la bella novità della collaborazione dell’ Istituto Comprensivo, della vivace e intraprendente associazione Volto Amico, della Società Sportiva Montallese e delle immancabili Ada ed Auser.

Pur ricalcando gli stessi schemi del Carnevale dei Ragazzi, la manifestazione, organizzata dalla Pro Loco, si titola con il più generico ed anonimo <Carnevale di Chiusi>. E quasi a ribadire il taglio netto con il passato e rimarcare l’assoluta novità, lo storico logo dell’arlecchino in posa di personaggio etrusco disteso sul sarcofago ha lasciato il posto ad un paffuto e sorridente bambino a braccia aperte con sullo sfondo la torre del Duomo.

Niente da eccepire, i tempi cambiano e tutto si trasforma. Ma c’è qualcosa che non torna e la contraddizione è resa palese dalla didascalia <61^ edizione>. Molti si domandano perché questa prima iniziativa del <Carnevale di Chiusi> debba fregiarsi di una storia così lunga che è propria del Carnevale dei Ragazzi, che proprio nel 2012 aveva festeggiato la 60^ edizione.

Si potrebbe obbiettare che, come diceva il Manzoni, i nomi non sono che accidenti e quello che conta è la continuità dell’iniziativa. Ma per continuare bene bisogna necessariamente porsi in linea di continuità con il passato, nel rispetto della tradizione e di tutte quelle parsone che l’hanno portata avanti per oltre mezzo secolo. Il Comitato Cittadino Carnevale dei Ragazzi, sorto nel 1954 per una felice idea di Don Mosè e formalizzato nel 1967, è stato un evento di costume che, negli anni ’50, ’60 e ’70, ha caratterizzato positivamente la Città di Chiusi e l’ha fatta centro di un bacino di utenza che abbracciava il sud della Val di Chiana e la parte occidentale dell’ Umbria.

A questa manifestazione sono legati i ricordi di moltissime persone che, proprio nel Carnevale dei Ragazzi, hanno scoperto il senso dell’appartenenza e della gioia condivisa. L’entusiasmo, la visione serena dell’uomo, del mondo e delle cose, lo spirito e lo stile del Carnevale dei Ragazzi hanno costituito il paradigma organizzativo di molte altre associazioni, quella dei <Ragazzi in Gamba> in prima fila. Come tutte le cose, con il passare degli anni, ha subito l’usura del tempo e la concorrenza delle iniziative sorte, per imitazione, nei paesi vicini ed il Carnevale dei Ragazzi ha perso lo smalto iniziale e, solo per opera di un pugno di volenterosi, è rimasto in vita nella tradizione del paese, sempre in attesa di tempi migliori.

Negli ultimi anni la manifestazione è stata gestita dalla Pro Loco che ha avuto il merito di portarla avanti ma che non ha il diritto ne’ di stravolgerla ne’ di farla finire in quelle che sono le sue caratteristiche peculiari. Perché non è cosa sua, l’ha solo avuta in gestione. Il Carnevale dei Ragazzi appartiene alla tradizione del paese.

Il prurito di novità non paga e la superficialità e la scorrettezza non sono le condizioni ideali per progredire. <Siamo nani sulle spalle dei giganti> ammoniva Bernardo di Chartres nel XII secolo e voleva dire che riusciamo a vedere più lontano perché facciamo tesoro del passato. Una delle crisi della società contemporanea è di essere smemorata. Nel mondo come a Chiusi.

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13 risposte a Eutanasia di un carnevale

  1. Marco Fe' scrive:

    Grazie a Roberto Donatelli e Giampaolo Tommassoni per l’interessamento e la discussione. Non credo assolutamente che all’origine della contraddizione del Carnevale di quest’anno ci sia la rivalità tra Chiusi e lo Scalo. Senza scomodare i massimi sistemi dell’evoluzione credo altresì che nella nostra concreta
    situazione ogni vero progresso consiste nel conciliare intelligentemente innovazione e tradizione, cambiamento e continuità. Concludo in sintesi: il Carnevale di quest’anno registra delle belle novità …
    peccato che non si chiami più Carnevale dei Ragazzi e non salda così il passato con il presente. Senza continuità non ci sono garanzie neppure per il futuro. Mi auguro di non essere profeta di sventure.

  2. Ma… dov’è l’evoluzione se è tutto uguale, ma sotto un nome diverso?

    Non solo, ma quel nuovo nome “usurpa” pure la storia del vecchio (i 61 anni di pregresso).

    Passi aggiornare un logo: quella è cosa normale perché le modalità di comunicazione per immagini è soggetta ad una forte spinta al continuo mutamento. Ma un nome è un nome, dài.

    Non c’entrava tutto intero sul logo?

  3. Ma quale tradimento……colui che non si ‘evolve’ non sopravvive…..era l’ora che il Carnevale dei Ragazzi si evolvesse!
    Ciao.

  4. Ma quindi la ratio del cambio di nome, risiede nella “cucitura” tra Chiusi Città e Scalo?!?

  5. Marco Fe' scrive:

    A Roberta con la stima e l’amicizia di sempre. Equivoci, diverse interpretazioni e, al limite, opinioni contrastanti non possono scalfire l’amicizia scaturita dalla condivisione di esperienze significative. Per la chiarezza: come fondatore del Carnevale dei Ragazzi e insegnante che ha inaugurato la collaborazione con la scuola ho gioito per l’inserimento di nuove persone e coinvolgimenti, del nascere del laboratorio, della presenza tua, esperta e appassionata, e di Mauro Bischeri che gode tutta la mia stima. Soddisfazione amareggiata dal fatto che questa bella realtà ha cambiato nome. Anche nel 1987 il Carnevale dei Ragazzi fu in crisi e fu salvato dall’intervento di favole animate della scuola elementare che non si sognò però di cambiare nome. E’ diffusa purtroppo una mentalità secondo la quale c’è difficoltà ad inserirsi nella tradizione e nell’avvicendarsi dei ruoli e delle trasformazioni vige l’imperativo di rompere con il passato in favore di un’ingenua per quanto effimera autoaffermazione. Pur sapendo che questo non è il tuo caso ho cercato di vaccinare la manifestazione contro questo pericolo. In un clima di libertà si può crescere anche così. Di tutto cuore: “Buon Carnevale!” … dei Ragazzi s’intende.

  6. pscattoni scrive:

    Solo per precisare che “pmiccichè” non è un anonimo ma il contributo di paolo Miccichè che interviene regolarmente su chiusiblog (e precedentemente su chiusinews). Si tratta di paolo Miccichè che ci ha chiesto ormai da tempo di poter firmare “pmiccichè” per evitare che i motori di ricerca confondano i suoi contributi qui con quelli della sua attività professionale di regista e scenografo.

  7. roberta laurini scrive:

    vorrei che il Sig. pmicciche non fosse anonimo,comunque che lasciasse la politica da parte,noi non abbiamo bisogno di concorsi di Grandi Tette,ma la collaborazione e la buona volontà di unire le proprie forze per il bene del nostro paese,è troppo facile fare le critiche quando non si è dentro a certe situazioni e comunque non si collabora.

  8. roberta laurini scrive:

    Ti renderai conto che se anche il tempo è passato, i problemi sono sempre gli stessi. E’ cambiata la musica ,ma i suonatori sono uguli ì,anche se per fortuna ne abbiamo di nuovi e molto capaci.Il bambino paffutello a cui ti riferisci,è una piccola cosa,ma grande se viene interpretata al meglio,ho voluto riunire anche se con i solo coloro Chiusi Scalo con Chiusi Città, perchè ho sempre creduto e sostenuto che Chiusi è UNO.Con gratitudine e un affettuoso saluto a te e a tutti coloro che sostengono

  9. roberta laurini scrive:

    Grazie Marco.Te sei lo spirito propositivo della comunità,le tue parole sono di incoraggiamento per che ha deciso di dedicare VOLONTARIAMENTE un po del suo tempo a favore di tutti i ragazzi e non solo di Chiusi. Continuiamo così,solo con le parole a farci del male.Mi dispiace che hai usato la parola EUTANASIA,in occasione di una festa popolare,rivolto a chi sai benissimo che in questo “nuovo comitato” ci sono persone che hanno lottato per VIVERE,anche per poter partecipare (come ho sempre fatto) per il bene e la crescita del nostro Comune. Visto che te sei così rispettoso per le persone del passato (comunque sono state le colonne portanti di tali manifestazioni) ti chiedo sempre rispettando coloro che purtroppo non ci sono più,Voi dove eravate negli anni che il carnevale stava morendo?……Colgo l’occasione (avrei preferito di persona) sempre con rispetto e amicizia di invitare te e tutti gli altri per il prossimo anno di venire a collaborare insieme a noi.

  10. Marco Fe' scrive:

    Ringrazio l’amico Micciche per aver colto un aspetto significativo del Carnevale dei Ragazzi e di tutte le altre iniziative similari che sorsero in quegli anni e cioè l’educazione all’impegno sociale, allo spirito critico, l’ancoraggio al valore dell’originalità della persona e, nel caso del carnevale, alla gioia condivisa. Infatti in quegli anni vivemmo il ’68 in maniera molto corretta ed equilibrata. Sono pienamente in accordo con lui: questo stile ha costituito un argine al berlusconismo invadente. Basta saper cogliere i segni dei tempi.

  11. Mauro Bischeri scrive:

    lo speciale del TGR sulla presentazione del carnevale 2013:
    http://youtu.be/s09x4YYoUfA

    e visto che ci sono i video dell’edizione 2012:
    Chiusi Città …con premiazione degli organizzatori storici
    http://youtu.be/ewfEZzK3lWA
    Chiusi Scalo
    http://youtu.be/x7X-3z1N0lI
    e Montallese
    http://youtu.be/FXw6wpY0rGk

  12. allora, per quest’anno, meglio andare nei paesi vicini? Ho sentito che a Sarteano domenica c’è un interessante esperimento di ricreare il clima di Las Vegas….. hai visto mai?

  13. pmicciche scrive:

    Il ragionamento di Marco Fé è pienamente condivisibile rispetto al tema del “tradimento” della “tradizione”. Magari si potrebbe discutere sul Carnevale e su quale senso abbia nel Terzo Millennio e quindi se ancora ve ne sia bisogno in queste forme rispetto ad uno sfondo complessivo assai mutato. Si potrebbe discutere se valga ancora la pena assistere ad una sfilata francamente anacronistica, soprattutto nella sua modalità chiusina. Che poi “Carnevale dei ragazzi” sia una formula molto più felice e appropriata di quella “standard” ora adottata, la sua sostituzione è in linea con la logica da eventi da centro commerciale che i “vetrinisti” dell’attuale amministrazione spalmano a piene mani ovunque. Però, ad onor del vero, il Concorso Grandi Tette, qui a Chiusi ancora non è arrivato, segno che l’avanzare del berlusconismo è stato fronteggiato a dovere.

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