L’erosione dei servizi: anche i giornali contano

di Paolo Scattoni

Questa mattina in stazione, come sempre prima di prendere il treno per il lavoro sono andato in edicola per acquistare i due giornali che leggo: Repubblica e Il Fattoquotidiano. Repubblica c’era, il Fatto invece no. Non era stato consegnato dal distributore.

C’era qualche minuto e così ho chiesto alla cortese edicolante il motivo. Mi ha detto che da quando è cambiata la società di distribuzione questi disguidi sono più frequenti di prima. Come noto la distribuzione dei giornali viene gestita da monopoli locali. Qui a Chiusi la vecchia società è stata sostituita da un distributore che opera su un’area assai più vasta (una società di Pistoia se ho capito bene). Per che ci siano state delle rimostranze da parte di molte edicole ma il distributore ha fatto capire che le aree periferiche come la nostra continueranno ad essere penalizzate.

Certo si può ovviare all’inconveniente con un abbonamento on line e i quotidiani (soprattutto quelli di dimensioni più ridotte come il Fatto) possono essere letti sul tablet. Io segnale però rimane preoccupante: la tendenza è quella di cancellare o tagliare i servizi per aree che danno minori profitti.

Quello che preoccupa ancora di più è l‘accettazione passiva di questa tendenza che erode progressivamente i servizi e la qualità della vita delle nostre zone. E non  si tratta soltanto del problema dei collegamenti ferroviari.

 

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4 risposte a L’erosione dei servizi: anche i giornali contano

  1. marco lorenzoni scrive:

    Anche i giornali locali (più piccoli e meno celebrati anche del Fatto) sono penalizzati da questa situazione che è di “monopolio” del servizio, ma non garantisce che il servizio venga svolto come dovrebbe. Tra l’altro i costi di distribuzione sono sempre maggiori (il cambio di gestione dell’agenzia della ns zona si è portato dietro anche un aumento del prezzo del servizio)… Se il costo è insostenibile., per un giornale locale, o l’editore se lo distribuisce in proprio o rinuncia alla distribuzione e quindi chiude… Sono anni che come Primapagina denunciamo questa situazione (come sul Mps abbiamo fatto convegni e incontri, oltre che paginate di giornale…) ma ai più va bene così. E internet non risolve il problema, perchè in realtà come quella di Chiusi, sono ancora più i cittadini che leggono i giornali di carta di quelli che li leggono sul web… E ancora di più quelli che guardano solo la Tv…

  2. Chiara scrive:

    Confermo la dilagante tendenza ad escludere i piccoli centri a favore di quelli medi e grandi, condividendo la mia esperienza relativamente all’atteggiamento che anche qualche corriere per le consegne sta mostrando verso il nostro centro periferico e fuori mano. Sono 3 giorni che continuano a ripianificare la consegna del mio pacco segnalando che l’indirizzo è sbagliato. Ho chiamato numerose volte confermando la correttezza dei dati… ma onestamente penso che il problema sia che non vogliono farsi il viaggio da Siena (filiale più vicina) a Chiusi per consegnarlo, fino a che non ci saranno altre consegne in zona…questo può andare bene ma allora cambiate i termini di spedizione e considerate i costi del disservizio che subiamo per le consegne così come per la distribuzione dei giornali!!

  3. luciano fiorani scrive:

    Di questo passo o lo leggi su internet o vai a Roma a comprare il giornale. Come per i libri.

  4. enzo sorbera scrive:

    E’ una triste tendenza. Il problema però lambirà anche coloro che privilegiano “il centro”. A forza di erodere spazi periferici, finiranno per ritrovarsi a corto di profitto. E’ un po’ come quei politici che privilegiano la gioventù anagrafica: è una zappa sui piedi, dato che ogni giorno che passa li trova un po’ più vecchi 🙂

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