Analisi del voto e la gestione dell’incertezza

di Daniele Peruzzi

Non esito a dire di provare un certo sconforto per il risultato elettorale: avrei sicuramente auspicato, come chiunque abbia buonsenso, l’elezione di un governo stabile per venire incontro ad esigenze che si sono rese improrogabili nel nostro paese, tra cui rimarco certamente il problema della disoccupazione (e in particolare di quella giovanile che mi vede direttamente coinvolto), la sanità, le pensioni, il welfare e la tragica situazione della piccola e media impresa, solo per citarne alcuni.

Ho sentito molte proposte interessanti, alcune forse non le avrei immaginate nemmeno nei sogni più utopistici, ma si fa presto a dire che ora la campagna elettorale è finita e si deve tornare a parlare di problemi reali e soprattutto di quella “economia reale” che sembra martirizzare tutti i nostri sforzi per risollevarci da questa opprimente situazione.

Le preponderanza delle tematiche sociali sopra citate, unite alla tradizionale alternanza bipolarista degli ultimi venti anni, lasciava presumere ragionevolmente che il centrosinistra avrebbe potuto ottenere una maggioranza di governo, seppur risicata, od eventualmente sarebbe ricorso all’aiuto esterno di Scelta Civica per Monti, a cui è accomunato da quel forte senso filo-europeista che invece viene criminalizzato dagli altri movimenti.

La realtà delle urne ha invece portato alla luce dei risultati di tutt’altra natura, rappresentativi di una svolta epocale che, da qualsiasi prospettiva la si guardi, segna il tramonto della stagione bipolare italiana, con l’ascesa della forza governativa del Movimento 5 Stelle come protagonista assoluto della scena politica, la triste conferma del partito di Berlusconi ed i pessimi risultati (prevedibili) di Monti, Ingroia e Fare FID. In parallelo va sottolineato il vero e proprio tracollo del PD che si era ritrovato in una condizione di vantaggio nei sondaggi quasi senza precedenti, della serie ‘se non vinci ora quando?’ (spero che le sostenitrici del movimento a favore dei diritti delle donne mi perdonino per questa battuta da cabarettista).

E’ evidente che, malgrado le formazioni di centrosinistra siano ampiamente più radicate nel territorio rispetto a quelle di centrodestra, all’atto pratico l’Italia è un paese profondamente votato alle proposte ideologiche liberal-conservatrici, come attestato dai decenni di governi DC che hanno avuto quasi il monopolio sulla cosa pubblica. Berlusconi non è che l’erede di questo consuetudine nazionale: moltissimi Italiani votano il centrodestra per partito preso, per non far vincere la sinistra che “aumenterà le tasse” senza stare troppo a sottilizzare sui candidati e sulle proposte di governo; questo aspetto, a mio modesto parere, è sintomo di una scarsa attitudine all’informazione degli elettori ed è preponderante rispetto a quelli più folkloristici a cui viene dato ampio spazio in tv e in rete (restituzione IMU, Balotelli che porta i voti dei milanisti, parlare di Mussolini che serve a richiamare le frange dei movimenti neo-fascisti ecc ecc), ma con buona pace delle regioni rosse, è una convinzione difficile da sradicare, come dimostra il risultato che il centrodestra ha ottenuto MALGRADO Berlusconi.

A parziale giustificazione del PD mi verrebbe da dire che, in condizioni normali, la sinistra difficilmente può vincere le elezioni; però in questo contesto nazionale che più anormale non si può Bersani, Fassina, Letta, Grasso ecc. non hanno saputo convincere gli Italiani, dando troppo risalto alle tematiche della credibilità europea, del rigore finanziario e bancario, che io personalmente condivido, ma che appaiono così lontane dalla vita reale da far sembrare chi ne parla come un marziano agli occhi dell’elettorato italiano che, notoriamente, è poco sensibile a riguardo e non troppo informato. E’ evidente che il nuovo governo, qualunque sia il suo colore, si troverà a dover affrontare queste fondamentali questioni, che tuttavia, data la situazione attuale, non possono essere il punto cardine del programma di un partito che rivendica per sé la capacità di tutelare i diritti dei cittadini con maggiori difficoltà sociali ed economiche.

Posso facilmente immaginare molti elettori che hanno votato il PD ‘turandosi il naso’ come avrebbe detto Montanelli, ma molti altri non lo hanno fatto e nelle fasi conclusive della campagna elettorale hanno contribuito a sovvertire i pronostici modificando la loro idea di voto vacillante muovendosi verso alternative ‘più carismatiche’ (per non usare il tanto odiato termine ‘populiste’ che rimbalza su ogni canale).

Il leader Bersani non è una personalità dallo spirito tale da accattivare le folle, ed anche per questo la proposta programmatica del centrosinistra (come spesso accade) è stata percepita come un astruso sistema vessatorio del ceto medio; ma non credo nemmeno alle semplicistiche considerazioni di coloro che affermano che “con Renzi sarebbe stata tutta un’altra cosa”, perché se da un lato poteva rappresentare una possibile attrattiva per le frange più moderate, certamente sarebbe stata malvista da una parte significativa dell’elettorato ‘storico’ della sinistra , che con ogni probabilità sarebbe andato ad infoltire le già vaste file del Movimento 5 Stelle o degli astensionisti.

A tale riguardo ammetto con onestà che sotto certi aspetti non vedevo troppo negativamente la presenza di una limitata frangia di militanti di M5S in parlamento: la mia idea era che con il loro modo di fare politica in controtendenza con la ‘casta’ dei partiti, avrebbero potuto rappresentare un deterrente verso il malgoverno ed il nostro ‘occhio vigile’ su Montecitorio e Palazzo Madama; ma questo scenario non è immaginabile con le proporzioni che si sono realizzate ai seggi, che hanno palesato al contrario come M5S, che ha catalizzato i voti degli “arrabbiati” con le istituzioni convenzionali, rappresenti la prima forza politica in campo. Provo un senso di preoccupazione per quelli che potrebbero essere i comportamenti istituzionali di coloro che si proclamano ‘attivisti’, ma che io preferisco definire come ‘grillini’, perché senza le capacità di conquistare le masse del comico genovese non avrebbero certamente ottenuto questo exploit. Purtroppo non posso fare a meno di notare un parallelismo (non di idee, ma di conformazione del soggetto politico) con un’altra formazione governativa attuale che, senza il suo leader, è composta da tanti signori nessuno.

L’auspicio naturalmente è che i miei timori vengano smentiti, e che M5S si dimostri una forza politica responsabile che mantenga la sua natura giovanile e i suoi buoni propositi, ma ahimè la mia indole è poco incline a credere alla manna scesa dal cielo per sanare tutti i mali del nostro paese; comunque mi propongo di tornare a valutare l’argomento quando gli ‘attivisti’ saranno attivi per davvero su scala nazionale.

Di seguito riporto i dati relativi agli undici seggi del comune di Chiusi (fonte ANSA.it).

 

CAMERA: Affluenza alle urne: 81,52% Sezioni scrutinate: 11 di 11

PIER LUIGI BERSANI

VOTI

51,67%

PARTITO DEMOCRATICO

2516

47.87%

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’

184

3.50%

CENTRO DEMOCRATICO

16

0.30%

GIUSEPPE PIERO GRILLO

VOTI

20.78%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT

1092

20.78%

SILVIO BERLUSCONI

VOTI

14.82%

IL POPOLO DELLA LIBERTA’

646

12.29%

FRATELLI D’ITALIA

77

1.46%

LEGA NORD

27

0.51%

LA DESTRA

23

0.43%

MIR – MODERATI IN RIVOLUZIONE

7

0.13%

MARIO MONTI

VOTI

7.94%

SCELTA CIVICA CON MONTI PER L’ITALIA

363

6.90%

UNIONE DI CENTRO

46

0.87%

FUTURO E LIBERTA’

9

0.17%

ANTONIO INGROIA

VOTI

2.20%

RIVOLUZIONE CIVILE

116

2.20%

OSCAR FULVIO GIANNINO

VOTI

0.83%

FARE PER FERMARE IL DECLINO

44

0.83%

MARCO FERRANDO

VOTI

0.70%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

37

0.70%

ROBERTO FIORE

VOTI

0.36%

FORZA NUOVA

19

0.36%

GIACINTO MARCO PANNELLA

VOTI

0.26%

LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA’

14

0.26%

MAGDI CRISTIANO ALLAM

VOTI

0.22%

IO AMO L’ITALIA

12

0.22%

SIMONE DI STEFANO

VOTI

0.13%

CASAPOUND ITALIA

7

0.13%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SENATO: Affluenza alle urne: 81,35% Sezioni scrutinate 11 di 11

PIER LUIGI BERSANI

VOTI

54.26%

PARTITO DEMOCRATICO

2463

50.82%

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’

149

3.07%

CENTRO DEMOCRATICO

18

0.37%

GIUSEPPE PIERO GRILLO

VOTI

19.14%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT

928

19.14%

SILVIO BERLUSCONI

VOTI

15.30%

IL POPOLO DELLA LIBERTA’

613

12.64%

FRATELLI D’ITALIA

65

1.34%

LEGA NORD

30

0.61%

LA DESTRA

28

0.57%

MIR – MODERATI IN RIVOLUZIONE

7

0.14%

MARIO MONTI

VOTI

7.38%

CON MONTI PER L’ITALIA

358

7.38%

ANTONIO INGROIA

VOTI

1.96%

RIVOLUZIONE CIVILE

95

1.96%

MARCO FERRANDO

VOTI

0.63%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

31

0.63%

OSCAR FULVIO GIANNINO

VOTI

0.59%

FARE PER FERMARE IL DECLINO

29

0.59%

ROBERTO FIORE

VOTI

0.33%

FORZA NUOVA

16

0.33%

GIACINTO MARCO PANNELLA

VOTI

0.20%

LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA’

10

0.20%

SIMONE DI STEFANO

VOTI

0.12%

CASAPOUND ITALIA

6

0.12%

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20 risposte a Analisi del voto e la gestione dell’incertezza

  1. @ Sorbera. Quello che auspichi tu non è una cosa tanto facile quando la struttura ha una gerarchia piuttosto opaca, con qualche eminenza grigia di troppo. É per questo, forse, che Grillo cerca di annichilire la classe politica così come la intendiamo oggi: credo ritenga che solo da lì si possa ripartire perché non c’è, in definitiva, la volontà di arrivare ad un vero rinnovamento nei partiti. Poi, se questa sia effettivamente l’unica strada perseguibile, od anche solo la migliore, ho anch’io qualche dubbio.

  2. carlo sacco scrive:

    Enzo,è vero che nessuno può distribuire bollini o pagelle come dici te ma ci dovrebbe essere secondo me una verifica costante a ciò che in un partito si possa avvicinare od allontanare dall’OGGETTIVA base di valori fondanti.Se non si ”odora” questo da parte dei militanti ogni iniziativa presa e passata attraverso i vertici avrà un contenuto sempre più distorsivo.Vedi cosa è successo al sistema Siena! Eppure se tu avessi interrogato un po’ di ”menti pensanti” fra i militanti di avrebbero risposto ciò che rispondevano a Chiusi(quando le risposte te le davano)ed in tante altre parti d’Italia,accettan- do e giustificanto un modo non filtrato dalla base fornendo spiegazioni quasi sempre orbe della realtà che andava formadosi e magari anche esaltandole.E’ questo che volevo dire soprattutto!Bene hai fatto notare che tale atteggiamento non paghi.Speriamo che la lezione sia servita,ma forse è troppo tardi…

  3. enzo sorbera scrive:

    @Giampaolo. Non mi sono spiegato bene. Nessuna denigrazione del M5S. Ne sottolineo la diversità e il fatto che solleva questioni che proprio qui sul blog anche io avevo proposto in interventi separati: democrazia partecipativa vs rappresentativa; uso di nuovi/vecchi strumenti (ad es., la piazza) vs salotti tv; centralità delle istanze delle persone vs PIL; ecc. Molte cose mi dividono dal M5S, che, mea culpa, ho imparato a conoscere solo ora, ma sono anche tante le cose che mi accomunano. Questa è un’occasione per ridiscutere anche il PD, ovvio: non basta essere “bravi”, occorre dimostrarlo tutti i giorni. Questo sì, è l’esame cui vorrei si sottoponessero.

  4. enzo sorbera scrive:

    @Carlo. Il PD si definisce di sinistra, quindi, almeno soggettivamente, lo è. Non sarà proprio la sinistra che ti piace, ma nessuno, in merito, può vantare né distribuire bollini o pagelle. Che abbiano pagato una subalternità a Monti è pacifico. La subalternità purtroppo ha origini lontane, e cioè in quella necessità di dimostrarsi sempre e comunque diversi da come li vedono: si sentono sempre sotto esame. Penso che sia il caso di dire basta: l’atteggiamento non paga, tanto più che gli “esaminatori” abbiamo visto di che pasta sono fatti.

  5. @ Sorbera. Forse é vero che Grillo ha preferito mezzi di comunicazione piú da gruppo sovversivo che da partito politico (la piazza, la rabbia, internet), ma la verità é che la politica da decenni si é allontanata dalla gente ed ha anzi fatto di tutto per evitare di esserne influenzata. A tutti i livelli (basta vedete come é gestita la partecipazione pubblica nel nostro Comune). É inutile quindi tentare di ridurre il merito di Grillo dicendo che si é limitato ad intercettare la rabbia diffusa: il PD di quale pianeta é?

    Anzi, la verità é che i partiti ormai sono solo degli intermediatori per affaristi di tutti i tipi. La gente, che non vuole certo le scempiaggini che da ciò deriva, é disposta a votare qualsiasi proposta che si ponga credibilmente come alternativa a questo modo di vedere la politica. Ci siamo già dimenticati dell’esploit del primo PDL?

  6. carlo sacco scrive:

    Concordo con la risposta di Sorbera realistica
    nella sua pacatezza.Una cosa però mi appare fuorviante ed è quella-e non mi riferisco solo alla risposta data da Enzo adesso-dell’uso che comunemente viene fatto dei vocaboli.Nulla è più fuorviante di questo uso per indicare una realtà.Enzo parla di ”La SINISTRA affascinata da Monti non è riuscita a dare nemmeno quattro slogan di sintesi”.Il termine SINISTRA non ha nulla in comune con la politica portata avanti da quel partito che se oggi si trova schiacciato al muro con la risicata maggioranza relativa dei voti lo deve proprio alla sua politica che con la SINISTRA non ha nulla a che spartire,mentre assistiamo alla saga dei dubbi,paure,esitazioni da parte dei suoi dirigenti che non sanno che pesce prendere nel rapporto con Grillo,fino al punto che gli inviti e sollecitazioni a lui da parte di qualche militante del PD siano risultati di ”plastica dissuasiva” per saggiare ed orientare l’opinione pubblica del 5 Stelle perchè si schieri con l’apertura fatta da Bersani.Siamo in Italia ed agli evanescenti giochetti degli strateghi della politica che agiscono su mandato delle Segreterie dei partiti è permesso tutto,sotto gli occhi inebetiti dei militanti per poi farne ricavare da questa tipologia di interventi le teorie politiche partorite solo da loro…e questa si chiama SINISTRA?

  7. enzo sorbera scrive:

    La vittoria di Grillo è una vittoria di comunicazione: un uso sapiente della piazza e del mezzo televisivo (non andandoci). E con un programma da gruppuscolo extraparlamentare ha intercettato un malcontento diffuso. La sinistra affascinata da Monti non è riuscita nemmeno a dare quattro slogan di sintesi. L’altro aspetto che emerge è che la governance della crisi non può essere tutta politico-istituzionale. Non bisogna confondere il piano politico con quello economico-finanziario. Sono le persone e non “i mercati” gli elementi più importanti. Si tratta di riportare al centro della riflessione di sinistra il tema del “lavoro vivo”. Altro punto. Bisogna prendere atto che non si è più in grado di generare consenso. Gridare al “se ci fosse stato Renzi” non sposta di un millimetro la gravità di una crisi che è completa perché incapace di produrre ideali ed emozioni, incapace di indicare prospettiva e quindi aggregare. Non c’è da fare i “furbi” per costringere il grillismo a schierarsi e contraddirsi – come è il caso di tante petizioni -. Il mv5S, come già si vede, avrà dei sussulti in sfrangiamenti e contraddizioni, ma pone dei problemi che non è possibile eludere o rimandare. Non ci conviene.

  8. Daniele Peruzzi scrive:

    Continuo a credere che fomentare la rabbia delle persone sia come sventolare un mantello rosso davanti ad un toro. Le speranze che vada nella direzione giusta sono poche.

  9. Ma scherzi, Anna? É il nuovo che avanza.

    Un partito con una dirigenza farcita di teste di cazzo, ha degli stronzi nelle retrovie…

  10. anna duchini scrive:

    Dopo il tracollo elettorale finalmente nel Pd è partito il rinnovamento.
    Leggo sulla Nazione di oggi che il presidente della regione, Enrico Rossi lancia come candidato a sindaco di Siena nientepopodimenochè: Luca Ceccobao.
    E’ questa la loro interpretazione del voto popolare. Avanti fino al dissolvimento.

  11. Andrea scrive:

    Mi sono riaffacciato alla politica da queste ultime elezioni , e mi sembra di avere capito una cosa di Beppe Grillo . Quel nome con cui a svolto la sua campagna elettorale nelle piazze senza televisione ma con il canale mediatico di internet, TSUNAMI. Spero tenga fede a questo nome che Ha il significato di spazzare via tutto e ripartire da zero. E’ vero che a molti sembrera’ utopistico ma se solo si ascoltasse i discorsi che fanno i cittadini (veri padroni d’Italia), il coro di massa, le continue trasmissioni di denuncie di sprechi pubblici ecc ecc , ci si accorge che se ripartissimo da zero sarebbe la soluzione migliore. Non servono 3000 persone per amministrare l’Italia non serve quell’ingessatura statica della nostra classica politica a migliorare le cose .
    Faccio un esempio per chiarire il mio concetto e’ cosa ben nota che in edilizia un vecchio grattacielo con costi di manutenzione e di gestione molto alti sia meglio raderlo al suolo e costruirne un altro di sana pianta !!!

  12. carlo sacco scrive:

    Io invece penso che il Movimento 5 stelle abbia catalizzato uno scontento lecito ed oggettivo che va dai delusi leghisti ai centri sociali passando trasversalmente dentro la società.Cosa è che non convince? I contenuti ? I contenuti alla fin fine e valutata la crisi credo che s’impongano come convincenti,diversamen- te si ricalca quello che emerge dal dopo elezioni: Grillo ha ragione(prima non l’aveva e tutti addosso) e l’apparato politico dei partiti-primo il PD- emette fuori istanze che tardano a farsi capire.Ha fatto bene Grillo a chiamare la sua campagna ”tsunami” ed a dire che approverà i provvedimenti uno ad uno se richiestogli.Può essere la via per l’implosione.
    (ed infatti Grillo politicamente più astuto di Bersani gli ha detto quello che gli ha detto)Bene,stante così le cose attendiamo solo
    l’intervento di Renzi come ultima sponda?….
    Dopo vediamo chi sia di sinistra oppure di centro.Il povero Casini a questa visione scalpita.Ecco come in quattro 4 e quattrotto
    si fa aumentare il peso del centro nel centro sinistra.Ma perchè alla guida c’è chi non ha imparato le lezioni della storia e convive accanto a chi è subdolo.L’ho detto sempre. il problema non è Berlusconi,il problema sono gli italiani…ma qualcuno anche se lo sà fa finta di non saperlo.

  13. Daniele Peruzzi scrive:

    Concordo con pscattoni. L’animo a 5 stelle in sè non ha un contenuto categoricamente negativo ma è solo espressione di un pensiero diverso e giovanile che io stesso condivido in alcuni punti. Ciò che mi preoccupa sono tutte quelle forze che sono confluite nell’elettorato di M5S, che vanno dagli ex leghisti del Veneto ad alcune frange rosse del centro (tanto per citare entrambe le parti); per me questi elettori sono stati convinti più dai cori antidemocratici ‘tutti a casa’ che non dai punti del programma di M5S.

  14. pscattoni scrive:

    Se il movimento di Grillo si dà una struttura e si confronterà pubblicamente sarà un passaggio positivo. Per ora questo confronto non c’è stato. Buon lavoro.

  15. anna duchini scrive:

    Io il Movimento 5 Stelle l’ho votato e ho contribuito, nel mio piccolo, a far stampare dei manifesti a mie spese per coprire gli spazi elettorali di Chiusi e Città della Pieve.
    Ovviamente sono molto soddisfatta del risultato elettorale. L’ho fatto perché sono d’accordo con la proposta politica del movimento. Conosco personalmente uno degli eletti in Toscana (degnissima persona) e come cittadina sono sicura che avremo un parlamento più pulito e più attento alle nostre esigenze piuttosto che a quelle della casta e degli affaristi.
    Ogni giorno incontro gente che ha votato per i 5 Stelle; vicini di casa, colleghi di lavoro, semplici conoscenti e tutti si dicono entusiasti di questa nuova fase del paese in cui finalmente a rappresentarci non saranno più gli uomini di partito ma gente come noi che si alza la mattina per andare al lavoro, che pena per arrivare a fine mese e che non smania di accaparrarsi un po’ dei pochi soldi pubblici che sono rimasti.
    Insomma il granello di sabbia si è trasformato in un bel pietrone che farà inceppare il collaudato meccanismo del magna magna a cui ci avevano abituati per decenni.
    Un passaggio indispensabile per ricominciare a credere nel futuro.

  16. carlo sacco scrive:

    Concordo Sara,ma vedi le forze che non vogliono tale apertura come già si dispiegano a raggera e tutti concordi a proporre invece Governissimi?Mieli a Ballarò è stato inequivocabile e con molto savoir-faire come gli si compete ha lasciato intravedere tale soluzione come la più plausibile,mentre dall’altro lato uno come Berlusconi è stato il primo ad offrirsi per Governi di Larghe Intese
    che abbiano a cuore la governabilità(la loro). Tutto qesto è indice di cosa?Tutti adesso hanno paura,parlano di soldi,crisi finanziaria, banche,Spred in crescita e paventano la rovina se non si fa come dicono loro.Incominciamo a dare segnali di aver recepito tali lezioni e che tale partito abbia capito il perchè e finalmente metta alla porta chi sapientemente fa formare i lacci dall’interno che gli impediscono di essere chiaro.Assomiglia sempre giorno dopo giorno alla Democrazia Cristiana,dove le correnti dicevano anche cose diverse fra loro ma era unita quando doveva conservarsi.Non sono più tempi di conservazione.Sono tempi di scelte coraggiose e di potersi liberare dai lacci.O ci si libera o s’implode!Una cosa di mezzo difficilmente credo che possa esistere a questo punto,e riproporrebbe il deja vu ancora su larga scala.Quindi il nulla.Se non ancora ossa frantumate come adesso.

  17. pmicciche scrive:

    Il linguaggio è un tantino crudo ed essenziale ma credo renda bene l’idea……… http://www.liberoquotidiano.it/news/1192014/Cacciari___A_sinistra_sono_delle_teste_di_cazzo_.html

  18. Sara Peruzzi scrive:

    Concordo pienamente con le riflessioni che vengono proposte in questo articolo. Personalmente sono delusa dal risultato di queste elezioni… Avrei auspicato una situazione diversa, un governo con una maggioranza sufficientemente ampia da poter proporre quelle riforme che, a questo punto, si rendono improrogabili per dare stabilità al paese. Il confronto tra le forze politiche deve essere costruttivo, non si può continuare a tessere reti di favori sottobanco per riuscire a mantenere una parvenza di stabilità. Ben vengano idee e persone nuove in parlamento, purché non siano animate da tendenze puramente critiche e distruttive, ma anzi si presentino con preparazione e propositività. La risposta alla situazione in cui ci troviamo non può essere il rifiuto della politica, al contrario quello di cui c’è bisogno è un maggiore interessamento da parte di tutti.

  19. Non ho votato M5S, ma visti i risultati mi sono riletto il loro programma.

    É senz’altro ambizioso, in alcuni punti ovviamente opinabile, ma in generale non completamente in antitesi con quello del PD. Sí, forse le privatizzazioni tanto care a Bersani andranno a pallino, ma in definitiva non trovo cosí impossibile una sinergia programmatica tra quelle due forze politiche…

    Anzi, per dirla tutta, ci sono un paio di “mah!” che il programma M5S mi suscita, ma non sulle contro-privatizzazioni…

  20. luciano fiorani scrive:

    Per completezza di informazione il lunghissimo articolo poteva riportare qualche confronto con le precedenti elezioni (2008). Ci provo io:
    I 2.516 voti ottenuti dal Pd e che gli sono valsi il 47,8% nelle scorse elezioni politiche furono 3.447 pari al 59,2%. Nella città del sindaco più amato il Pd perde 931 voti e scende di 12 punti.
    Anche in provincia scende del 12%, mentre a livello regionale scendendo al 37% perde solo l’11%.
    Complessivamente in Italia è passato dal 33 al 25% perdendo solo ‘8%.
    In termini di voti assoluti il Pd ha visto sfumarne solo 3.451.119 passando dai precedenti 12.095.306 a 8.644.187.
    En passant: l’antipolitica è il primo partito in Abruzzo, Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Veneto, oltre che il più votato in Italia.
    Tutto ciò lo trovo un po’ comico. Buona riflessione.

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