Quale futuro per i profughi ospitati dalla Misericordia?

di Marco Fè

Dal 24 maggio del 2011 la Venerabile Confraternita di Santa Maria della Misericordia ha accolto e ospitato otto giovani profughi africani dando loro vitto, alloggio, vestiti, tutto ciò di cui hanno avuto bisogno per una vita dignitosa e soprattutto amicizia e solidarietà. Il tutto è rientrato nel progetto nazionale di accoglienza profughi realizzato nella Penisola dal Ministero degli Interni e gestito dalla Protezione Civile che ha contribuito con 24 euro al giorno per ogni profugo.

In questi mesi i giovani non sono stati inseriti nel mondo del lavoro perché privi del permesso di soggiorno che è arrivato solo in questi ultimi giorni. Dal primo gennaio 2013 la gestione di questa situazione è passata alle Prefetture e giovedì 28 febbraio è terminata l’assistenza dello Stato.

Cosa fare di questi otto giovani che ormai fanno parte della comunità paesana? Il problema non è di facile soluzione: la maggioranza di loro non ha intenzione di ritornare nei loro paesi, trovare loro lavoro appare pressoché impossibile e lasciarli alla deriva della società sarebbe farli facile esca della malavita. <Impossibile non continuare ad aiutarli, ma non sappiamo come e con quali mezzi> ci ha confidato il governatore Roberto Fé.

Problema che si aggiunge al già grande problema della crisi generale, la cui soluzione è affidata, ancora una volta, alla creatività e al senso di umanità dei volontari. Ennesima denuncia dell’insufficienza delle istituzioni e di una mentalità che ha smarrito gli orientamenti della morale e della dignità umana.

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