Questo è stato l’ultimo messaggio di Hugo Chavez, una personalità controversa , decisa , che per il suo successo ha puntato tutto sulle risorse immense del suo popolo per farlo ritornare padrone di quanto gli era stato tolto nei decenni antecedenti. Adesso che se n’è andato si celebrano i fasti di colui che la grande stampa internazionale ha definito sin dalle origini dei suoi insediamenti un dittatore senza esclusione di colpi, quasi uno alla Fidel Castro.
Si può ragionare su questo, ma certa è una cosa : di fronte alla rapina continua delle multinazionali del petrolio attuata con la corruzione dei governi che lo hanno preceduto è riuscito a sgombrare il campo da questo fardello ignominioso che gli è stato rivolto contro, accuse senz’altro qualcuna fondata e che avevano come scopo di distruggere la sua grande credibilità, il suo grande impegno per la causa degli ultimi . La corruzione non ha potuto finire con l’inizio del suo regime poiché ormai tutti hanno capito che la trasformazione è un processo profondo e che richiede tempo e riparazione degli errori commessi. Ciononostante con l’aiuto sapientemente organizzato del popolo organizzato attorno alla sua giunta ha battuto sempre i suoi avversari che avevano investito centinaia di milioni di dollari di sponsor Nordamericani sulle opposizioni al colonnello.
Io credo che si possa dare una lettura di quanto è accaduto come Chavez senza ombra di dubbio sia stato l’ultimo baluardo in difesa dei diritti degli esclusi in una America Latina asservita al potere del dollaro, delle multinazionali, della droga. E’ strano che nel democratico occidente non si ragioni su tutto questo e si veda con sospetto quando con certo livore il successo di politiche che buttino a mare le sanguisuge internazionali degli interessi delle Corporations petrolifere, ma non solo : legno, energia , e cultura. Il tentativo estremo del salvataggio della scuola pubblica rivolto alle classi meno abbienti ha funzionato non distruggendo l’istruzione privata che ha attratto migliaia di famiglie abbienti per la sopportazione dei costi nelle università private.Non tutto senz’altro è riuscito perché il processo di sollevazione dal sottosviluppo è un cammino irto di difficoltà e folto di ritorni indietro, poichè il primo nemico da sconfiggere è il bisogno che incide sulle componenti psicologiche ed umane delle popolazioni sottosviluppate, ma Hugo Chavez –mi sento di dirlo- ha mostrato di vincere sostenuto dal suo popolo i nemici di sempre, storici, che mai hanno allentato la presa su quelle ricchezze immense per cibare la loro smisurata fame di profitto, ricorrendo anche ai colpi di Stato.Ormai la storia è vecchia e già vissuta in altri paesi dell’America Latina ma non solo.
La commozione del suo popolo che aveva capito profondamente che era un amico sul quale poter contare si è manifestata con atteggiamenti anche populistici ma ciò non sposta di una virgola quanto Chavez ha fatto per il Venezuela e per la maggioranza delle persone.Solo in Occidente la pregnanza degli interessi politici di oltre oceano fa storcere la bocca ai nostri politici od al massimo rimangono silenti.
Che presa ha avuto tutto questo sul PD, maggior partito della sinistra che si richiamava alle battaglie contro lo sfruttamento? Io credo che abbia eliminato tale problema dal suo fondante DNA.Non se ne parla e non parlandone il problema non esiste.E questi vorrebbero governare ? Già ma la colpa oltre ad essere di Berlusconi che sa parlare alle budella delle persone è anche di Grillo che oggi ha detto ironicamente che PD e PDL si assomigliano sempre di più,ed a questo punto di dove è arrivata l’Italia tanto torto non mi sento di darglielo!
Certo in un contesto di un milione di abitanti di una decisione pubblica non è possibile ritrovare la frazione di un milionesimo del contributo del singolo cittadino. Se non fosse così la scienza della politica sarebbe al capolinea. Il problema è capire come i sistemi a disposizione possono evolvere perché per ora all’orizzonte non ne emergono altri.
Il tema è tale che è assolutamente al di sopra delle mie forze. Ma da quel poco che ho studiato sono certo che l’attuale forma è transitoria e che quello che diceva Churchill è solo una battuta efficace.
E abbiamo capito che la democrazia reale non è in grado di realizzare ciò che promette (uguaglianza, governo del popolo…) così come il comunismo reale.
E’ ovvio che ogni meglio è meglio.
Ma smettiamo di raccontarci che in occidente comanda il popolo.
Si certo, ci sono forme diverse di emocrazia. Quello che contestavo è l’interpretazione di Chomsky del pensiero di Roberta Dahl: e cioè un suo supposto giudizio negativo della poliarchia che invece Dahl non esprime. Poi ogni forma di democrazia può degenerare come ci insegna la storia.
Norberto Bobbio scrive di sei promesse mancate della democrazia. Cinque di queste possono ancora essere perseguite attraverso un processo incrementale. Una invece deve essere rifiutata e perseguita: il potere occulto. Mi piacerebbe tornare su queste sei promesse e vedere come abbiano relazioni con quanto succede qui da noi.
Mi sono letto l’interessante segnalazione e non mi pare che faccia l’equiparazione che fai tu. D’altra parte se fossero la stessa cosa come è possibile che si chiami in modo diverso?
“Un’economia di mercato dinamica crea dunque ineguaglianza nella distribuzione delle risorse politiche, e in questo modo contribuisce a indebolire quell’eguaglianza politica tra i cittadini che è una condizione essenziale in una concezione democratica. Così facendo essa riduce il potenziale democratico della poliarchia, che assume un carattere più oligarchico o plutocratico”.
A me è sembrato di capire che la poliarchia sia un insieme di norme, regole condizioni che concorrono a definire un tipo di democrazia, non LA DEMOCRAZIA.
Comunque quello che mi pare interessante su cui riflettere è che secondo tanti studiosi anche nei sistemi democratici (plurale!) non comanda il popolo ma piccole elites che si contendono il favore popolare con i mezzi più vari.
x Luciano Fiorani. Ho visto su youtube lo stralcio di una conferenza di Chomsky. A mio avviso fa dire a Robert Dhal cose che non ha detto, anzi sembra attribuire a Dhal il contrario del suo pensiero. Sostiene Chomsky che Dhal sostiene che la niostra è una Poliarchia e che una poliarchia non è democrazia.
per Dhal invece la poliarchia è democrazia:
http://www.treccani.it/enciclopedia/poliarchia_%28Enciclopedia_delle_Scienze_Sociali%29/
Mi sembra giusto far seguire una considera- zione alle parole di Scaramelli,che riguarda il fatto di come in questi ultimi due giorni i canali della nostra TV abbiano parlato dei funerali di Chavez.Si è fatto vedere solo folle immense di gente commossa che ha giurato al suo leader fedeltà eterna.Di contempo hanno tutte aggiunto che Chavez non abbia fatto nulla per eliminare la miseria che invece continua ad esserci,senza citare i progressi e gli sforzi fatti e coronati da successo verso gli ultimi della scala sociale.Solo da questo emerge la faziosità di chi detta la linea che sta capo delle reti dei media che fanno si che tali informazioni vengano veicolate in tal modo.Portano le menti degli ascoltatori a ragionare in modo che arrivino ”da sole” alla considerazione finale che tanto è inutile lottare,i ricchi vincono sempre!L’interesse dei ricchi(in tal caso le corporations petrolifere nordamericane)è che passi tale messaggio, spesso anche distorsivo come in questo caso.Siamo come sempre all’avanguardia nella gara servile a lustrare le scarpe del padrone che poi è sempre il solito.Sono poi coloro che si ritengono di sinistra che irridono con una superficialità devastante che a mala pena copre la stizzosità quando si parla di progressi sociali del Venezuela.Se gli è andata male riflettessero se ne sono capaci sul perchè.
Hugo Chavez e Evo Morales in bolivia hanno dimostrato che è possibile governare in mondo diverso da quello che i capitalisti nord americani e europei vogliono imporre, e sono stati, insieme a cuba, la locomotiva di un continente che ha iniziato a marciare con le proprie gambe.
Non a caso, negli ultimi quindici anni, l’america latina è scomparsa dai notiziari televisivi e dai giornali, fatta eccezione per i fatti di cronaca, costume o sport. Il buio che è stato fatto calare dalla solita disinformazione però non ha impedito di vedere, a chi ha occhi per vedere, che un altro mondo è possibile, cosa che sembra ancora sfuggire alla sinistra europea.
Visto che la lingua batte dove il dente duole veniamo alla questione. Grillo, complice la crisi, ha fatto saltare il tappo dell’ipocrisia che negli anni ha sostituito la speranza nel nostro paese.
E’ ormai inutile rifarci ai nobili principi sui quali (spero) tutti concordiamo se nei fatti quotidiani non ne ritroviamo traccia.
Un esempio per essere più chiaro: nei tribunali campeggia la scritta “la legge è uguale per tutti”. Chi oserebbe mettere in discussione questo baluardo della civiltà?
Se però ci avventuriamo nelle aule giudiziarie cosa scopriamo? Che a pagare sono sempre i più deboli.
Allora quel principio, (lo si vuol capire o no?) si svaluta e alla lunga non parlerà più con la forza di un tempo, quando fu conquistato.
Per la politica è la stessa cosa così come per la retorica democratica.
Carissimo Fiorani non c’è da scomodare le lezioni sulla “democrazia” americana… dico solo di ispirarsi alla nostra Costituzione che sebbene divulgata anche dai “comici” probabilmente non è così meravigliosa per chi ascolta…
Luciano, il problema è anche più complesso. La “democrazia” nella concezione più piena di partecipazione diretta alle scelte è impraticabile e, anche se fosse, probabilmente poco utile. Le altre forme ci provano, ma non ci vanno mai abbastanza vicino. Né noi, né tantomeno gli Stati Uniti fanno eccezione in questo…
Caro Mercanti quando la bussola è fuori uso è un casino. Se continuiamo a guardare alla “democrazia americana” credo che siamo fuori strada.
http://www.youtube.com/watch?v=xgPSe0Ykdzs
Forse è dovuto a questo genere di pensiero proiettato sulla questione “italiana” la causa dell’impossibilità a “sovvertire” l’ordine costituito… Non sò se mettermi a ridere per l’accostamenti tra rivoluzionari italiani e venezuelani, tra quello che si dice sul nostalgico passato mussoliniano, su quello che si poteva leggere su Stalin, dittatore sanguinario, ma che liberò milioni di uomini dalla schiavitù oppure ridere per quelli che impartiscono lezioni sulla “democrazia” interna al PD…e su quei democratici che fanno distinzione tra i dittatori buoni e cattivi.. Insomma siamo veramente un “popolo” di comici… e una risata ci seppellirà (io speriamo che me la cavo)
Luciano,si può discutere su tutto ma quanto dici sulla ”subalternità” è chiaro che la sinistra nostrana su questi punti sia in forte ritardo culturale,e le questioni cardine di tale ritardo sono da imputare non a cose fumose ed evanescescenti ma a ben precise posizioni VALORIALI.Si,i tempi sono cambiati- mi dirai-ma chi l’ha detto che siano cambiati in meglio? Ci hanno fatto accettare di corsa una Europa a 2 velocità,schiacciata fra gli interessi del colosso Nord Americano e la funzionalità industriale della Germania,con l’accettazione di livelli di spesa interni dove ceti sociali hanno applicato prezzi senza alcun serio controllo da parte dello Stato per i quali un prodotto in vendita a 1000 lire adesso costava 1 euro,con buonapace delle tasche dei consumatori.Ecco perchè noi Italia su queste questioni siamo terzo mondo.Intorno a tali tematiche si sono avvitati governi Prodi e Berlusconi che hanno peggiorato le condizioni del paese senza risolvere i problemi strutturali della nostra economia.Io credo che al punto in cui siamo non bastino più intenti e parole perchè abbiamo visto che cosa producano e Grillo pur nel suo populismo becero ritengo che possa essere la vera novità di questi anni per dare uno scossone a chi resiste aggrappato ai propri privilegi.Verso questi le dichiarazioni di intenti non servono,serve altro.
“Grazie alle politiche redistributive chaviste, negli ultimi 14 anni gli indici di povertà e di indigenza in Venezuela sono stati drasticamente ridotti”. Qualsiasi giudizio su Hugo Chavez non può prescindere da questo fatto incontrovertibile e dal suo sforzo di trovare forme di alleanza tra i paesi caraibici e sud americani per contrastare l’invadenza statunitense nel sud del continente.
Un politico che ha avuto Fidel e Bolivar come punti di riferimento.
E’ ovvio che una figura come Chavez abbia avuto poco da dire a chi ha fatto della subalternità agli States e al Dio Mercato il suo credo.
Secondo il mio modo di vedere Chavez è stato senza dubbio uno delle figure positive del nostro tempo.