Il plauso planetario che ha salutato l’elezione di Papa Francesco, la rapidità con cui la sua persona si è affermata a livello mondiale, oltre a rappresentare un fenomeno non facilmente spiegabile con le consuete modalità interpretative, lascia intravedere un tesoro nascosto ma vivo nel cuore dell’uomo del nostro tempo.
Una cosa è certa: l’argentino Bergoglio, <preso dalla fine del mondo> ed eletto Vescovo di Roma, in appena poche ore, è assurto come profeta di rinnovamento e di speranza non solo per i cattolici ma per il mondo intero.
Di fronte all’ uomo di oggi che ha smarrito il senso della paternità e con esso il discernimento tra il bene ed il male è piaciuto quel suo saluto iniziale: <Fratelli e sorelle … buonasera> perché è l’atteggiamento quotidiano di un buon padre di famiglia. Dinanzi ad una Chiesa, spesso immemore di essere più popolo di Dio che società di perfetti cristiani, è piaciuto quella richiesta di preghiera fatta alla folla di Piazza San Pietro perché ha rimesso l’assemblea al centro della liturgia.
Al mondo frastornato da rumori assordanti e parole vane è piaciuto quell’attimo di silenzio che è calato solenne sulla Roma trasteverina come arcano richiamo all’interiorità, alla meditazione, alla preghiera, inedita dimensione la cui indispensabilità era stata da poco autorevolmente testimoniata da Benedetto XVI.
E proprio il ricordo e la preghiera per il papa emerito sono stati una tacito ma eloquente invito a riscoprire il senso dimenticato della gratitudine. Ma soprattutto è piaciuta la scelta del nome: Francesco, il poverello di Assisi, colui che, su invito del Signore, restaurò la Chiesa liberandola dalle sovrastrutture inutili della secolarizzazione e riportandola all’essenzialità del messaggio evangelico.
Il fascino straordinario che San Francesco esercita ancora in tutti gli uomini, credenti, atei, agnostici, cristiani, ebrei, musulmani, risiede proprio nell’aver annunciato l’ essenzialità della Buona Novella di Gesù Cristo.
<Mai senza croce> ha annunciato Papa Francesco ai cardinali perché, lungi da conformismi sdolcinati e accomodanti, non ci può essere un cristianesimo senza croce, passaggio ineludibile per la resurrezione e spina dorsale di ogni cristiano. Il Papa venuto dalla fine del mondo deve aver fatto all’ uomo di oggi un effetto simile a quello che San Francesco fece a Papa Innocenzo III il quale vide nel Poverello un uomo finalmente in piedi, umile, libero e gioioso proprio perché ricco di quella povertà evangelica che fa eredi e figli di Dio.
La nostalgia, più o meno consapevole e conclamata, di questa povertà e di una Chiesa povera per i poveri che annunci e testimoni l’umanità e l’amore di Dio è il segreto che spiega la straordinaria accoglienza che il mondo intero ha tributato a Papa Francesco.
In più c’è la speranza di <far nuove tutte le cose>. <Francesco restaura la mia Chiesa!> intimò il Signore al Poverello di Assisi agli inizi del XIII secolo. La scelta del nome potrebbe far intendere che l’attuale Vescovo di Roma attualizzi e faccia sua la missione di San Francesco. Il progetto di restaurazione potrebbe essere già pronto nei testi conciliari seminati dallo Spirito Santo nei solchi della storia recente della sua Chiesa.
Mi domando talvolta vedendo le folle oceaniche che esaltano i papi che dai loro seggi inducono alla preghiera ed alla misericordia,se quella forza che esprimono le folle dei poveri del terzo mondo ma anche qui da noi,non fosse imbrigliata e diretta in un percorso trascenden-tale quale effetto avrebbe sul cambiamento del mondo? Non dò una risposta perchè sarebbe da presentuosi e saccenti ma se è lecito chiederse-lo è lecito anche chiedersi perchè soprattutto nell’età moderna dopo tanti decenni e decenni di discorsi dei papi contro il materialismo,il consumismo,il capitalismo e la spartizione iniqua delle ricchezze,la gente continui a stare sempre più male e nello stesso tempo a credere a chi promette l’eternità.Non appare che ci sia un legame indotto di bisogni e di modi di sentire che corrono paralleli per i quali le ansie vengono lenite ma i comporta-
menti umani siano alla fine sempre gli stessi ?Talvolta ci penso e trovo che è una spirale dalla quale sia difficile uscire per molti.Ecco perchè spesso penso che conoscitori di come funziona la mente umana sotto ogni latitudi- ne ve ne siano parecchi,e quasi sempre tutto funziona ed è organizzato perchè sia validato il modo di pensare di tali parecchi.Evidentemen- te è una logica che funziona se convince moltis-simi.Ma non è una logica divina,è la logica di tali parecchi.
Su come si fabbrica consenso?
Dopo il concilio e dopo gli ultimi papi c’è ben poco da insegnare, al mondo e alle chiese! ora è il momento di vivere e mettere in pratica!
Negli ultimi 20 anni il mondo è diventato più instabile soprattutto per il fatto della iniqua spartizione della ricchezza.Poveri sempre più poveri,ricchi sempre più ricchi.A questo ha contribuito il meccanismo che ormai funziona da secoli che è quello del potere del denaro,del mantenimento di tale equilibrio dentro le leggi economiche impostate da chi se ne serve e fatte contro chi ne viene fatto schiavo.Diversi Papi da Papa Woitila a Ratzinger ma anche da quelli precedenti,hanno sempre tuonato a paro- le contro tale stato di cose,contro il materia- lismo,il consumismo,il capitalismo e la finanza internazionale che determina le sorti di interi paesi.Adesso c’è Francesco e credo che sia bene che venga giudicato in base alle prove che supererà o non supererà su questo tema, non sulle storielle del papa dei poveri,papa vicino alla gente e persona come tutti di francescano tenore…E’ tempo che le persone vengano giudicate per quello che fanno non da ciò che emette il circo mediatico internaziona- le tutto schierato a difesa del mantenimento dello status quo come sempre.Lasciamolo lavorare e giudichiamolo in base ai risultati su quel fronte.E’ lì che si vede la volontà o meno di cambiare,ma dagli atti non dalle parole!Tutto il resto sono storielle raccontate ed ammantate spesso di dabbenaggine a consumo delle folle che tifano!