di Carlo Sacco
‘’Ricordati,ho te solo’’. Quell’uomo disperato sul marciapiede della stazione di Chiusi al mattino del 1° di Maggio 1974 era mio padre che salutava il figlio affacciato al finestrino del treno che l’avrebbe portato a Zurigo. Le lacrime gli lavavano il viso e non lo nego, per un attimo avrei voluto gettare lo zaino da finestrino e non partire più. Ormai avevo deciso e per quell’azione che forse in quel momento sarebbe stata inconsulta era troppo tardi,avrei fatto la sua felicità ma di meno la mia. Strinsi i denti in una parossistica smorfia di ‘’sano egoismo’’ mentre il treno partiva. Avevo deciso un viaggio di 5 settimane che mi avrebbe portato in Thailandia, Birmania ed India.
Un viaggio anelato dal 1971 sull’onda delle letture e ciò che avevo visto già dal 1971 in India stessa. Per la risalita da Calcutta verso Darjeeling nell’Himalaya del Sikkim tutta fatta con un autobus del North Bengal State Transport Corp. sarei passato per Naxalbari, nel famoso ‘’Corridoio Rosso’’,la patria dei Naxaliti, i ribelli maoisti in guerra contro lo stato indiano ed Indira Gandhi,decimati dalla polizia e che marcivano nelle galere indiane.
Il Bengala allora era una regione di 80 milioni di persone governata da una coalizione di Partiti Comunisti fra cui il PCI(M-L) il Partito ComunistaIndiano(Marxista-Leninista) ma non correva anche al
tempo alcuna simpatia fra il suo governo ed i Naxaliti.
Un luogo pericolosissimo,circondato da un cordone sanitario di esercito e polizia e mi disillusi subito che i villaggi intorno a Naxalbari avessero visto possibile una mia visita.
Era una vera zona di guerra dove non filtrava nulla se non l’odore e la disperazione della miseria e della morte. Il viaggio da Calcutta a Darjeeling durò quasi 2 giorni e furono due giorni passati con una bottiglia di acqua ed una scatola di biscotti.
A 28 anni d’età si poteva fare,oggi morirei.
Cosa resta oggi dopo 40 anni di quel ‘’ Corridoio Rosso’’ dove passai che tanta influenza ha avuto nella storia politica dell’India?
Il Maoismo oltre ad essere arrivato al potere governando il Nepal ha dilagato in tutto il subcontinente,attecchendo soprattutto per le condizioni della immane miseria di massa diffusa di uno degli stati con il più alto livello di tasso di sviluppo.
100 milioni di Adivasi -gli scacciati con la forza dalle proprie terre da parte dei Governi centrali e Regionali- sono allo sbando e si sono organizzati, pressati da una parte dalla violenza dell’esercito e dall’altra da una politica che vede assegnare le loro terre alle multinazionali metallifere Indiane,Cinesi, Americane e Giapponesi.
La protesta ha assunto ormai da molto tempo forme di ribellismo sfociate in una vera e propria guerra con migliaia e migliaia di mortida ambo le parti(ribelli ed esercito e polizia) ed eserciti organizzati per sterminarsi a vicenda. Le protuberanze del movimento degli Adivasi si sono rifugiati nelle
giungle e da li attaccano i distretti di polizia facendo centinaia di morti e lo stessa cosa fà la rappresaglia governativa.
Nei grandi media internazionali di tutto questo non se ne parlae non parlandone tali fatti non esistono.
Nel bel mezzo del crescendo di tale situazione, nel 1998 trovandomi a Calcutta decisi di fare una intervista al Ministro delle Finanze del Bengala,intervista il cui nastro sonoro tutt’ora posseggo.
Mi ricevette e fu molto cortese,ma alle mie domande sul montare di tale
situazione si limitò a sottolineare i risultati economici positivi che la politica del PCI(M-L)aveva ottenuto nel Bengala(cooperativismo, distribuzione delle terre, innalzamento del reddito pro capite nelle campagne).
Pubblicità di prassi comune insomma. Il Bengala a quel tempo aveva raggiunto una popolazione di 100 milioni di persone,ma risultava quasi in testa alle classifiche delle povertà endemiche indiane capitanate dal Bihar.
La situazione attuale–tanto per far capire chi legge- è quella che anche i
Governi dei partiti di sinistra ed estrema sinistra si trovano di fronte a dover percorrere una politica dettata dalle multinazionali e dalle corporations mentre milioni e milioni di persone non hanno alcuna difesa delle loro vite e vengono scacciate con la forza dalle loro terre. Bande di mercenari assoldate e pagate dai partiti della destra hindu come il Salwa Judum attaccano di notte e danno fuoco ai villaggi sparando sulle persone.
Tutto questo succede anche nel Madhya Pradesh, nell’Orissa.Con la connivenza del Governo,le grandi aziende si sono impadronite delle terre, delle foreste,dell’acqua, delle vite delle popolazioni locali in maniera del tutto illegittima ed incostituzionale .
Ma i poveri di centinaia di questi villaggi hanno deciso di fare fronte comune e di unirsi alla ribellione maoista per guidare la sedicente più grande democrazia del mondo verso un futuro alternativo al capitalismo selvaggio ed alla dilagante avidità.
Qual’è la considerazione alla fine da fare e le aspettative di come peserà questa parte di mondo sullo scacchiere mondiale? A giudicare da ciò che succede in Russia, Cina, e persino in Vietnam,alla fine le società comuniste e capitaliste sembrano avere una cosa in comune:il DNA dei loro sogni.
Dopo le rivoluzioni, dopo aver avuto una storia per la quale milioni di operai e contadini hanno pagato con la vita,quei paesi hanno iniziato a ribaltare alcuni dei successi delle loro rivoluzioni trasformandosi in
economie capitaliste a briglia sciolta.
La capacità di consumo è diventata l’unità di misura del progresso anche per loro. La speranza è quella che la coalizione dei movimenti di resistenza in India ,ciascuno con la sua esperienza,analisi e visione del mondo, porti il peso della propria peculiarità nel piatto della bilancia del cambiamento, opponendosi con la forza di milioni e milioni di persone che rifiutano di farsi assorbire dal percorso di morte inevitabilmente loro riservato.
E’ questa la speranza di quel’’Corridoio Rosso’’ dove passai nel lontano 1974 a bordo di uno scassatissimo autobus Mercedes residuato della guerra in Birmania contro i giapponesi in un viaggio di 40 ore, pieno di pecore, capre ed uomini stipati come le sardine, e forse quei semi hanno attecchito oltre ogni possibilità di venire estirpati.