di Francesco Ciacci e Michele Rossi
…Tutto iniziò così: – avevamo organizzato un pranzo di fine estate e necessitavamo di qualcosa per cuocere la carne che non ci obbligasse a stare troppo tempo vicino al fuoco, quando la temperatura è già calda di per se, non è che sia proprio tanto piacevole.
Parlandone tra noi, ci venne in mente di costruire un girarrosto artigianale motorizzato, utilizzando materiale di recupero. Ci mettemmo alla ricerca del necessario per la costruzione, quello che serviva era un motorino che potesse funzionare con una batteria e delle aste di ferro per il sostegno.
Alla vista di una vecchia Panda da rottamare pensammo subito al motorino del tergicristalli, del ferro lo recuperammo in un garage-officina di uno di noi, la batteria a 12 volt per il funzionamento, sempre prelevata dalla stessa vecchia auto fu subito messa sotto carica, dei cuscinetti per il rotolamento dello spiedo vennero fuori da un altro garage.
A questo punto dovevamo riuscire a fare in modo che il motorino del tergicristallo non andasse continuamente avanti e indietro e questo non fu difficile, bastò togliere un fermo, ma a quel punto ci rendemmo subito conto che il motore girava troppo velocemente e così non poteva essere adatto per la cottura.
Guardandoci intorno, nel solito garage-officina in cui erano accumulati varie parti di vecchi motori, trovammo la soluzione anche a questo problema: un ingranaggio del cambio e un volano recuperati da un vecchio “Apino” e il gioco fu fatto. I due pezzi opportunamente accoppiati, come si vede dall’immagine, visto il diverso “rapporto”, erano adatti a ridurre i giri del motorino alla giusta velocità di rotazione.
Tagliare i pezzi che dovevano costituire il sostegno, secondo il nostro progetto e saldarli assieme, fu abbastanza semplice, anche se l’estetica non venne curata al massimo, ma avevamo fretta di utilizzarlo, per cui…
Assemblato il tutto, fare i collegamenti elettrici, per noi che frequentiamo l’indirizzo “Elettrici” del professionale, un gioco. La prova dette i risultati previsti, il funzionamento era perfetto e il pranzo conseguente, a base di agnello al “girarrosto” e altro, speciale!.
Vorrei veramente complimentarmi con i ragazzi che hanno realizzato, con straordinaria inventiva e capacitá, questo “spiedo elettromeccanico”. Sono un insegnante di matematica in un istituto professionale e ho sempre creduto che le potenzialitá pratiche degli alunni degli istituti professionali, potessero essere una risorsa straordinaria per il nostro paese, anche se la materia che insegno é quanto di piú lontano possa esistere dalle abilitá manuali (ma questo, forse, non é neanche del tutto vero). Bravi!!!
Tutto questo mi ricorda quando da ragazzino (16 anni), con altri cari amici realizzammo una vera e propria “dune buggy”, usando il motore di un Ape 500, i sedili di una Renault Fuego, le ruote posteriori di una Regata e anteriori di una 500, la balestra anteriore della stessa 500 e gli ammortizzatori posteriori di una grossa moto da enduro, facendosi aiutare dai “grandi” solo per saldare il telaio, ma assemblando tutto il resto da soli. Oggi grazie agli studi universitari successivi a quel periodo, potrei calcolarla, disegnarla in 3D e con un po’ più di impegno anche ottimizzarla in base all’impiego… ma non ho né tempo né forse lo stesso entusiasmo dell’epoca. Di certo è sempre stato un periodo che ho ricordato con grande felicità, sia mentre studiavo Meccanica Applicata alle Macchine 10 anni dopo, sia davanti ad una birra con gli amici. Sono cose che vanno valorizzate e possono contribuire sensibilmente anche ad aumentare l’entusiasmo nello studio, quando sono applicazioni della teoria appresa a scuola. Non di meno possono magari indirizzare verso certe passioni e di conseguenza percorsi lavorativi, che di questi tempi non fa mai male. Poi comunque nel sistema scolastico ed universitario italiano, lo sanno tutti che c’è assoluta scarsità di “laboratorio”; e allora quando le cose non ci sono, bisogna inventarsele. L’importante è raggiungere lo scopo.
Si Paolo, ricordo il fatto, quel ragazzino, all’epoca aveva 14 anni circa, aveva uno scooter regalatogli da poco e per farci varie evoluzioni gli bruciò la frizione. Il padre per punizione non intese farglielo riparare, allora lui si scaricò da internet lo spaccato del motore e senza averlo mai fatto prima, lo smontò, recuperò, non so dove, una frizione usata e la sostituì rimontando poi il tutto, rendendo così pienamente funzionante il suo motorino, ovviamente tra lo stupore del padre.
Il bello è che raccontando la cosa ad altri ragazzi, alcuni di loro non si sono mostrati affatto sorpresi.
Lo stesso Michele dell’articolo, mi ha raccontato di aver smontato varie volte parti del motore del suo apino “non mi è mai avanzato manco una vite” mi ha detto.
E io che sono stato rimproverato perché chiedevo che la scuola investisse in brevetti! La soddisfazione che traggo da questo articolo è che avevo ragione… ad aver fiducia nei ragazzi!
…senza pensarci, che si faccia ( ci credo poco, purtroppo).
Ringrazio gli autori dell’articolo e Carlo Giulietti per averlo inviato. Ce ne fossero! Il blog è a disposizione.
Spesso Carlo mi racconta di storie simili dei suoi allievi. Mi ha molto colpito il racconto su incredibili magheggi fatti da un altro allievo sul motorino con il solo aiuto del libretto di istruzioni sul motorino. Dico la verità mi ha rattristato la notizia che quel ragazzo ha poi lasciato la scuola.
L’intelligenza pratica ha la stessa dignità di quella analitica. Poi ‘però spesso alle medie l’intelligenza pratica non viene valorizzata. ormai anche l’educazione tecnica è spesso libresca. Così le capacità di molti ragazzi, come questi, non vengono valorizzate a dovere. Le scuole professionali vengono spesso considerate anche dagli stessi allievi, scuole di seconda categoria.
Il discorso sarebbe lungo. Intanto però si potrebbe pensare a un concorso per chi riesa produrre cose come questa. Non è tempo oggi di pensare a grando cose. ma secondo me aanche un premio simbolico (tipo 500 euro) potrebbe andare. Ogni anno si potrebbero confrontare i lavori di iniziativa spontanea che sno maturati nel professionale e nel tecnico: da macchine come il girarrosto sino al software applicativo. Pensiamoci.
Tomassoni, sei un mito…….
Bravi ragazzi! Fa piacere vedere che la passione per le vostre materie non si esaurisce alla fine dell’orario di scuola!