In questi giorni è stato rinnovato il canone con Aruba per chiusiblog.
Sono poche decine di euro e quindi non pone (almeno per ora 🙂 ) problemi economici. Il rinnovo, però, è più un atto di fede piuttosto che basato sulla razionalità.
La storia di questo blog la conosciamo. Fra qualche giorno chiusiblog compie il suo secondo compleanno. E’ il terzo, se si considera il suo predecessore chiusinews, che fummo costretti a chiudere a causa di un’azione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana che intimava di nominare un giornalista professionista o pubblicista quale direttore responsabile. Successivamente una sentenza della Cassazione chiariva definitivamente che quella richiesta non aveva base giuridica.
Il danno è stato solo economico in quanto per mantenere l’archivio di chiusinews si debbono pagare due canoni. Anche questa è una cifra modesta, ma quello che irrita è che sia la conseguenza di un’imposizione di altrui. Non importa.
Quello che invece richiede una riflessione è se questa iniziativa debba continuare o morire.
L’obiettivo iniziale era quello di offrire una piazza (o più modestamente un ambiente da bar) dove si potesse discutere e confrontarci sui problemi delle nostre zone. Una discussione locale che non deve esondare sui massimi sistemi. Si trattava e si tratta di mettere in atto quel modello di “giornalismo diffuso” che altrove, soprattutto in altri paesi, ha una buona diffusione.
Sin dall’inizio era chiaro che, una volta avviata, l’iniziativa dovesse essere presa in carico da giovani singoli od organizzati in associazioni. Si sarebbero dovute mettere in relazione fra loro realtà che comunicano poco e invece avrebbero bisogno di farlo. Se qualcuno ha la pazienza navigare un po’ sull’archivio vedrà che questo è avvenuto, ma forse si poteva fare di più se ci fossero state più risorse umane.
L’atto di fede è che questo avvenga. Intanto per la sopravvivenza qualcosa si potrebbe fare. Scrivere. Anzi meglio scrivere confezionando l’articolo. L’autore può evidenziare in grassetto le parole chiave con cui enfatizzare il messaggio. Qualcuno già lo fa. All’autore non costa molto, mentre costa molto in termini di tempo all’amministratore del sito. Un’altra azione utile è quello di inviare SEPARATAMENTE le immagini.
Comunque queste sono soltanto tecnicalità. La questione vera è se l’iniziativa debba continuare e se c’è qualcuno che voglia dare il cambio nell’amministrazione.
Rispondere alla richiesta di Paolo, “se questa iniziativa debba continuare o morire” parrebbe semplicissimo, almeno per chi lo segue quotidianamente, ma anche sporadicamente, come si fa a non dire e sperare che prosegua? Anche se pensando poi ai risvolti della cosa, all’ impegno che al conduttore richiede ed a quanta poca riconoscenza la sua attività pare gli procuri, verrebbe quasi da chiedergli l’opposto. Ovviamente non lo faccio.
Paolo e Luciano, si legge, hanno “offerto una piazza (o più modestamente un ambiente da bar) dove si potesse discutere e confrontarci sui problemi delle nostre zone”, ma pare che il concetto non sia stato ben capito da tutti, alcuni forse troppo abituati ad usare il telecomando quando in TV si affermano idee che non si condividono. Oppure a parlare solo con gli “amici” di facebook, dove difficilmente qualcuno ti contraddice anche se spari cavolate
Ho sentito rivolgere alla conduzione critiche perché interviene troppo spesso, a volte in maniera discorde dalle affermazioni di chi compone gli articoli o invia i commenti… e allora? Sembrerebbe non si consideri, chi legge, indipendentemente dalle considerazioni di Paolo, essere in grado di farsi un giudizio in proprio, credo e spero non sia così!