Nel vuoto drammatico della rappresentanza politica nazionale di queste ore, mi rendo conto che rivolgere lo sguardo correlato ai fatti di “casa nostra” rischia di apparire una riflessione a dir poco priva di senso e di “costrutto”.
Però il post di Paolo Giglioni nel quale invita a “ smetterla di pensare che solo Chiusi è oggetto di discussione del blog” mi sembra un sintomo appropriato per evidenziare una situazione di confusione e disagio “locale” che accomuna le varie “municipalità” ma che tende ad essere dibattuta, anche aspramente nella ricerca disperata di una qualche via di soluzione, restando tuttavia nei confini del proprio ambito locale.
Ci rendiamo conto o no che nei vertici governativi Regionali non c’è più una rappresentanza (di centro-sinistra) del nostro territorio della Valdichiana? Che i parlamentari senesi dopo aver attinto dal serbatoio elettorale del nostro territorio sono irrilevanti ai fini di una “voce” proveniente dalla realtà della nostra zona e poco rappresentativi di una Provincia (in via di estinzione istituzionale) con il suo capoluogo balzata ultimamente nelle pagine delle cronache nazionali non per graduatorie di vivibilità ma per lo scandalo del Monte dei Paschi con tutti i suoi misteriosi risvolti di corresponsabilità politica?
Ci rendiamo conto che ogni municipalità locale, aldilà dei noti problemi amministrativi, soffre di quei rapporti tra maggioranza e minoranza che non trova correlazione in un nuovo contesto di trasparenza e partecipazione proveniente dalle esigenze dei cittadini? Che nell’Unione dei Comuni, che dovrebbe rappresentare la sintesi istituzionale di una “politica del territorio” alcuni Sindaci neanche si parlano tra di loro perché ognuno difende “campanilisticamente” i propri interessi di bottega sull’aspetto “occupazionale” connessi alla gestione delle competenze peraltro burocratiche e non produttive? Che alcuni paesi della nostra zona pur fieri di appartenere al club dei Borghi più belli d’Italia vivono di “quel poco di briciole” che economicamente può lasciare un turismo di passaggio sempre più esigente nella ricerca delle peculiarità storico-ambientali?
Che alcuni paesi potenzialmente preposti a creare “economia” e “indotto” sono nella più pallida incertezza, confusione e sconforto, sulle linee guida da seguire per una ripresa dalla crisi?
Tutto questo avrebbe davvero bisogno di essere dibattuto ed essere confrontato non solo nei blog, nei caffè dei cospiratori… o nelle “segrete” stanze di circolo politico, (che peraltro neanche tra circoli si parlano) ma nelle piazze o locali pubblici dove sia possibile far confluire la moltitudine di cittadini che intendono mettersi con il “vento in faccia” senza nascondersi dietro fumose polemiche…. A meno che nell’incapacità di saper coordinare, gestire o governare un territorio, la soluzione non sia davvero quella di farci adottare dal patrimonio Unesco…
Almeno quello, tra tante “rovine”, ci conserverà almeno la nostra dignità…
Condivido pienamente e anche di più, l’analisi, ma hai idea di come mettere in pratica la soluzione e di chi potrebbe guidare le iniziative e partecipare?
Purtroppo se provo a pensare all’impegno che simili cose richiedono, quel pochissimo di esperienza politica che ho, mi consiglierebbe sicuramente di definire la cosa molto, molto difficile.
Chi ha l’ambizione di emergere, soprattutto in politica, ripurtroppo, lo fa salendo sul carro del presunto vincitore e la cosa non gioca a favore, specie se non ci sono in ballo tornaconto personali
Pensare che il movimento di Grillo è riuscito a raccogliere appena 28.000 preferenze tra 50.000 aventi diritto e 9.000.000 di votanti, per la scelta del candidato presidente, da casa, con pochissimo impegno,senza costo, senza farsi vedere, ecc., mi convince sempre di più della mancanza di voglia degli italiani di impegnarsi otre la fatidica crocetta sulla scheda e oltretutto, anche questo, sempre meno.
La famosa delega in bianco a chi, poi, faccia e disfaccia, purché non rompa, e guai a chi lo fa, spero di cuore di sbagliare, ma parrebbe la soluzione più gradita dalla gran parte di cittadini.
Comunque prova, se vuoi, a concretizzare meglio la tua proposta, chissà…..
X Mercanti. Ok. Scusa, ma la citazione di Giglioni m’ha fatto leggere l’articolo in un contesto diverso.
(x Tommasoni) forse non mi sono spiegato bene…io intendo partire dal “locale” per trovare una sintesi territoriale…perché se un giorno nella malaugurata ipotesi fanno un accorpamento dei piccoli Comuni (facendo sparire le municipalità sotto i 3000 abitanti) mi ritrovo magari a che fare con un Sindaco “Renziano” che decide le sorti anche del mio campanile… Quindi resti pure la Democrazia rappresentativa ma che trovi la sua azione dopo approfondito dibattito con i cittadini o quanto meno sia rappresentativa delle vere istanze ed esigenze dei cittadini…
D’accordo su molti dei punti di Mercanti, ma vorrei anche evitare che il blog in futuro veda come secondari gli argomenti locali. Piuttosto, secondo me ha senso che noi tutti ci “riappropriamo” del nostro piccolo per poter ripartire da lì con una politica di più ampio respiro. Non si può pretendere che temi come trasparenza, partecipazione, uguaglianza di trattamento, disponibilità al confronto e così via, siano rispettati a livello nazionale se non siamo in grado di metterli in funzione qui, a Chiusi…
Caro Enzo,quello del rendiconto politico-morale è una bottega non frequentata molto dai nostri politici nazionali,regionali e locali.Stai tranquil-lo che parecchi di questi troverebbero tutte le scuse per non passarci da quella bottega.Se rivolgendoti a loro gli domandassi cosa ne pensano di Grillo stati sicuro che ti risponde- rebbero tutti col diniego e con la critica negativa.Se poi tu gli domandassi se per caso fosse vero che Grillo non sia altro che la più naturale reazione all’operato delle loro politiche ormai invalse da anni,si fermerebbero e tratterrebbero il respiro e ti risponderebbero con meno diniego ed apparirebbero più possibilisti.Se dici loro che hanno fatto il loro tempo e si dovrebbero mettere da parte ti rispondono che in tal modo nulla si risolve. Come vedi è un orecchio dal quale non sentono.Un vecchio 86 enne tirato per i capelli a ritornare ad un altro settennato quando aveva già scatolato i vestiti per il suo trasloco ha dovuto cedere all’ intervento dei bravi mentre il Griso gongolava già con un altro passo verso il salvacondotto,mentre le TV di stato incensavano Napolitano per aver permesso la formazione di un prossimo governo Amato o Letta o chi per loro,perchè sennò ne va di tutti… Nemmeno nell’anticame- ra di Torquemada io credo che fossero mai successe cose del genere…
Apprezzo molto questo “sfogo”. Dispiace che non tenga conto del fatto che il territorio “locale” è stato oggetto di razzie (fondazione docet) per finalità che, troppo spesso, con il territorio hanno (avuto) poco a che fare (autopromozioni personali, elargizione di milioni finiti chissà dove: Namura? Antoveneta? Banca31? Conti privati? Buchi sanitario-universitari?). Quindi, più che “la faccia al vento” necessiterebbero meccanismi di rendicontazione pubblici, verificabili, accessibili – sempre e comunque – e veritieri. Sono d’accordo con quanto espresse tempo fa Di Meo su questo blog, ma c’è già un sistema di controllo che potrebbe essere utilizzato: si chiama Corte dei Conti. Perché non estenderne il microscopio anche ai partiti? E cmq non basterebbe: è il rendiconto politico-morale che mi piacerebbe fosse posto all’odg.