Io che Marco Nasorri conosco, perché ho un lungo tratto di percorso politico comune e tutt’oggi ho l’onore di frequentare, so quanto questa sua decisione sia stata sofferta e quanto si sia macerato nel prenderla!
Quando il senso di appartenenza non collima più con i tuoi valori, diventa difficile spiegarti perché stai in un contesto, sia politico che relazionale. E’ questo il senso della sua decisione, è questa la conseguenza di due anni difficili che il PD ha vissuto a Chiusi. Per questo siamo stati precursori di quello che poi è successo a livello nazionale. Ci siamo divisi, separati in casa e poi alcuni, sempre di più, hanno divorziato!
Non si tratta di parlare di adesso ma di un periodo in cui lentamente ma inesorabilmente ci siamo frammentati ed il principio su cui si era fondato il PD, quello di includere e non di escludere, è andato scomparendo, perché l’identità non è stata definita in modo chiaro e quando non c’è chiarezza, si prendono gli abbagli!
Il volersi distinguere a tutti i costi, perché si vuole essere senza mettersi in discussione, significa non fare del bene al partito ma anche a quello che è il progetto politico! Quando si parla di rinnovamento ed in nome di questo principio si fa la selezione della razza chianina, hai voglia a prendere il vento in faccia! I temi sono tanti e per chi ha una determinata idea della politica, diventa difficile partecipare, se non c’è il confronto, l’ascolto e la condivisione politica !
Meglio tardi che mai, anche Giglioni si è accorto chi sono quelli che vanno avanti con il vento in faccia.
Ovviamente la scelta è rispettabile. Se poi, come nel caso, arriva dopo decenni di impegno politico, ancora di più.
Quello che contesto, Carlo (Sacco), è non aver reso “tracciabile” il percorso. Negli ultimi due anni non ho avuto modo di sentire Marco (Nasorri) nei dibattiti generali e di aprtito. Evidentemente questo disagio è stato espresso nei luoghi della dirigenza. Posso dire che dissento su questo metodo?
X Paolo(Scattoni)….quante cose sono rimaste lì oltre agli gli aricoli sulla Nazione….e quanta gente sapessi pensava e sperava che non fossero rimaste lì…ma credo che già dall’inizio il cammino fosse tracciato.E’ bene che queste cose possano insegnare ed albergare nella memoria delle persone.Spesso si crede però che certe situazioni siano nuove mentre invece guardando la storia non solo dei partiti ma delle vicissitudini politiche,lo sono di meno, e questo dovrebbe insegnare a molti,Secondo me
a Nasorri gli ha insegnato e lui ha preso le sue giuste decisioni od almeno quelle che lui reputa guste secondo i suoi principi. Chapeau !
Sia Marco (Nasorri) che Paolo (Giglioni) hanno ricoperto cariche inmportanti nel PD locale. Ambedue sono stati segretari dell’unione comunale. Hanno gestito i conflitti all’interno del partito secondo la vecchia logica che i panni sporchi si lavano in famiglia, savo poi far rimanere le cose immutate. Di Paolo ricordo l’immagine di Ulisse che si lega per non ascolatre le sirene di alcuni che mettevano in dubbio la lineadel partito. Di Marco un articolo sulla Nazione che poi però è rimasto lì.
Bene, considerazioni pienamente condivisibili…… Ma ….. Allora….. Che fare?…… Credo che Marco Nasorri abbia fatto la scelta giusta, spero Molti compagni seguano il suo esempio. Ovviamene questo non deve configurarsi come un addio alla politica, ma come l’inizio di un nuovo cammino. Piú insicuro forse…. Ma credo non esista altra scelta possibile.