Il PD non fa festa: i veri motivi

di Marco Nasorri

I giardini pubblici di Chiusi Scalo, bui e silenziosi, orfani della festa de l’Unità o Democratica, che dir si voglia sono la fotografia delle condizioni del PD locale. Lasciamo stare le presunte difficoltà create da normative che, nella sostanza sono le stesse degli ultimi anni, tanto è vero che le feste, grandi e piccole si continuano a fare da tutte le parti.

A Chiusi la festa de l’Unità aveva il valore di una tradizione vera. La sua organizzazione è stata un esempio e un vanto. Era il corpo e l’anima del partito: tra le cose migliori che la sinistra ha portato dentro il PD. Rappresentava il tratto identitario e unificante di una comunità politica, capace di andare oltre gli iscritti, i militanti più impegnati: era un fatto entrato nella storia della città.

La sua fine ha un grande significato politico. Chiama in causa la vicenda del PD di Chiusi degli ultimi anni e, soprattutto, le responsabilità dell’attuale gruppo dirigente.

In particolare, tutti coloro, che sentendosi vincitori dello scontro nato in occasione delle elezioni amministrative del 2011, anziché cercare di ricomporre le lacerazioni, rendere il partito protagonista di una discussione politica e organizzativa nuova, imposero un congresso sbrigativo, in piena estate, fatto per regolare i conti con chi dissentiva, improvvisando un rinnovamento di facciata, senza contenuti e prospettive.

Sembrava tutto molto semplice: i buoni da una parte, i cattivi messi ai margini. Invece, quella infantile ostinazione era il segno di una visione miope, che ha condotto il partito, in breve tempo, all’irrilevanza politica, incapace perfino di fare una festa che si ripeteva da più di cinquanta anni.

Le Primarie, alcune scelte solitarie fatte dall’amministrazione comunale hanno portato al pettine tutti i nodi. In molti hanno incominciato a vedere gli errori compiuti, sono emerse le contraddizioni insite in un gruppo dirigente che si è chiuso e diviso.

In tanti dovrebbero riflettere sulle responsabilità per non aver voluto ricostruire le condizioni di un vero confronto interno inclusivo, per non aver voluto veder cosa stava succedendo dentro e fuori il PD. Quali protagonismi si stavano affermando .

Servirebbe riflettere suoi toni sprezzanti delle primarie: quell’impeto rottamatore, che ancor prima di un effettivo risultato politico, ha seminato un senso di umiliazione. L’idea di un partito da conquistare, e trasformarlo in uno spazio indefinito per velleità personali, le vicende nazionali, il governo con il PDL hanno mortificato la passione e l’impegno di molti. E, senza passione e impegno non si fa Festa e nemmeno politica.

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5 risposte a Il PD non fa festa: i veri motivi

  1. pscattoni scrive:

    Non sono del tutto d’accordo con Cioncoloni. Io credo che gli strumenti a disposizione dei consiglieri siano importanti.
    Lo strumento dell’interrogazione può essere visto come un canale fra l’amministrazione e i cittadini. Se non si risponde in maniera adeguata ci sono poi i mezzi di comunicazione nei quali sottolineare le incongruenze e le reticenze.
    Centro merci o come si chiama è un esempio classico: si può o no capire come si è arrivati a spendere 2 milioni e 600 mila euro per costruire un’inutile pezzo di strada?
    Un altro caso è quello dello stadio. Il primo stralcio doveva essere terminato e operativa due anni fa. Che cosa è capitato? Quando finirà questa incredibile storia? Chiedere, chiedere , chiedere….

  2. Mi ha colpito, poi, sia l’invito alle opposizioni per collaborare in un lavoro propositivo, controllando l’operato dell’amministrazione comunale con gli strumenti che hanno a disposizione, come interpellanze, mozioni e interrogazioni, senza però scendere in strumentalizzazioni, sia la solidarietà al sindaco e alla giunta per lo spiacevole episodio della lettera intimidatoria.
    La domanda sorge spontanea: ma questi “scienziati” hanno mai assistito ad un consiglio comunale?
    Le interrogazioni, infatti, sono pressoché inutili perché il sindaco non risponde, o meglio risponde ciò che più gli fa comodo senza possibilità di confutazione.
    Per quanto riguarda la lettera intimidatoria, che era rivolta, in egual misura, al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale, perché è stata dimenticata la solidarietà al consiglio comunale?
    Forse perché qualcuno, per propagandare la propria immagine, si è appropriato anche delle minacce altrui facendo pensare che ne fosse l’unico destinatario.
    Detto questo un’altra domanda sorge spontanea: con che coraggio si chiede alle opposizioni di non scendere in strumentalizzazioni?

  3. Ho letto per intero il comunicato del Pd cui Scattoni si riferisce e, conoscendo direttamente gli atti cui si fa riferimento, mi sono reso conto che la propaganda ormai non conosce confini. Chi ha redatto il comunicato sicuramente non ha esaminato il bilancio, altrimenti sarebbe stato più prudente. Probabilmente si è limitato a prendere per buono ciò che gli amministratori vanno dicendo, mescolando verità, mezze verità e fantasie. Mi ripropongo un intervento dettagliato per far capire a cosa mi riferisco.

  4. pscattoni scrive:

    Concordo con l’analisi di Luciano (Fiorani). Purtroppo i metodi non sono cambiati. Un amico mi ha fatto avere un comunicato del PD di Chiusi che è una specie di monumento all’operato dell’amministrazione comunale. Ecco l’incipit:

    “Il PD di Chiusi vuole esprimere il proprio sostegno all’operato svolto fin qui dal Sindaco, dagli amministratori e dal gruppo di maggioranza centrosinistra per Chiusi.
    Il periodo politico che stiamo vivendo e la crisi economica non hanno reso facile l’operato dell’Amministrazione che, comunque, ha posto le basi per voltare pagina con fatti concreti per guardare al futuro con maggiore tranquillità.”

    Risparmio il resto che vi potete immaginare. Io che sono iscritto al PD quando ho potuto esprimere la mio opinione che è agli antipodi di quella “ufficiale” del partito? Informassero almeno gli iscritti.

  5. luciano fiorani scrive:

    Alcune di queste considerazioni di Marco Nasorri, pur riferite al Pd chiusino, meritano di essere riprese.
    Mi riferisco a quelle che hanno un certo interesse anche per chi non è del Pd.
    Trovo assolutamente fondata la riflessione sull’attuale situazione politica locale fatta partire dalle amministrative del 2011.
    Quella data è uno spartiacque. Ed è stata una grande occasione sprecata perchè c’era davvero la possibilità di aprire una stagione politica nuova per questa città. Ma nella parte più conservatrice del Pd è prevalso lo spirito di arroccamento. Il passo successivo di “un congresso sbrigativo” è stata la naturale conseguenza.
    Oggi tocchiamo con mano dove ha portato la scelta miope dell’autosufficienza mascherata maldestramente con le foglie di fico di insignificanti alleati di comodo.
    Sulla Festa de l’Unità c’è poco da dire, se non che era diventata nel tempo la festa del paese e che attirava a Chiusi anche tanta gente dai paesi vicini.
    Anche se va detto che negli ultimi anni aveva perso slancio e creatività al punto che, secondo gli ipercritici, neanche i pici della festa erano più un granché.

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