Riceviamo e volentieri pubblichiamo.*
Liste d’attesa fuori controllo, riorganizzazioni con poche certezze, personale ridotto al lumicino e una Società della Salute che, interpellata dai Comuni della Valdichiana, a tutt’oggi tace: questo il fosco quadro della situazione all’ospedale di Nottola che, situato nel Comune di Montepulciano, ha l’intera Valdichiana come bacino d’utenza di riferimento.
L’inquietante cartolina è ora stata spedita direttamente sui tavoli della giunta regionale. Merito di una mozione con cui i Consiglieri regionali del Pdl Claudio Marignani e Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità) impegnano la giunta «affinché relazioni riguardo al futuro dell’ospedale Valdichiana e dei servizi che svolge e svolgerà», nonché su «eventuali prossime riorganizzazioni della Usl 7», richiamando altresì la Regione a «monitorare le liste di attesa della zona in oggetto e a prendere i necessari provvedimenti in grado di far rispettare il piano nazionale per le liste d’attesa».
Solo quest’ultimo punto rappresenterebbe già un bel passo avanti, dal momento che il piano nazionale, fissa in 30 giorni per le visite e in 60 per la diagnostica il tempo limite che deve intercorrere tra prenotazione e prestazione.
Tempi ben diversi da quelli che si registrano a Nottola e che il Pdl riporta nella mozione: 95 giorni in media per un ecodoppler, 98 per un’ecografia ostetrica, 115 giorni per una tac, 157 per una rx torace, 114 per una visita cardiologica, 253 per una mammografia e via aspettando.
Se a questo si aggiungono le incertezze con cui si procede alla riorganizzazione, i continui cambi ai vertici che stressano gli operatori e le voci di un trasferimento a Siena del laboratorio di analisi, ecco pronto il patatrac annunciato e assolutamente da scongiurare.
Secondo il Pdl: «Soprattutto per ridurre le liste d’attesa – si propone nella mozione – non è sempre necessario un maggior impegno di risorse. In molti casi basterebbe una migliore organizzazione dei servizi, ad esempio una suddivisione migliore delle presenze del personale che potrebbe far funzionare un ambulatorio o una diagnostica anche nel pomeriggio». Puro buon senso, insomma. E ora tocca alla giunta regionale.
*Claudio Marignani-Consigliere regionale Pdl
No, infatti: pare assurdo anche a me chiudere Nottola.
Altrove come funziona? Ad esempio, Città della Pieve e Castiglione del Lago vivacchiano anche loro?
Perché se così fosse potrebbe aver ragione Vanna (Mencaglia), quando suggerisce che l’obiettivo sia quello di arrivare ad una sanità privata di fatto…
Certo, Nottola non sembra un ospedale in espansione. Pare vivacchiare in attesa di scelte decisive.
Ma è pensabile accentrare tutto a Siena sguarnendo aree vaste di territorio?
Si qualcosa va cambiato ma, attenzione, perchè questa disorganizzazione pare sia …organizzata. Funzionale cioè al lento e silenzioso ma progressivo smantellamento delle strutture fino alla chiusura dell’intero complesso. Da tempo le voci in questo senso si rincorrono e i segnali sembrano confermarle. Sembra impossibile, a soli dieci anni dalla sua inaugurazione la decisione sarebbe stata già stata presa e ora, pare, sia solo questione di tempo.
I tempi di attesa sono sicuramente questi, ve lo posso assicurare io stessa , dal momento che ultimamente ha avuto molto bisogno di questi servizi. Sono stata costretta quindi a rivolgermi qualche volta all’Ospedale di Città della Pieve o, più spesso, alle strutture private che fanno lavorare i loro moderni e preziosi macchinari ininterrottamente, dalla mattina presto alla sera tardi. Ai responsabili della nostra struttura sanitaria ci vorrebbe così poco a fare altrettanto: i macchinari, così costosi ( immagino ) potrebbero essere sfruttati meglio, il personale dovrebbe fare solo turni più funzionali al servizio, e il malato sarebbe disponibile in qualsiasi orario, ve lo assicuro. Ma a me , ultimamente, da quando sono entrata più a contatto con questa situazione, sorge spontanea una domanda: se tutto funzionasse così bene, chi andrebbe a pagamento presso le strutture private?
Credo che il problema sia anche che lo stop alle assunzioni si fa sopratutto sentire nei centri periferici.
Ho avuto recentemente la sventura di soggiornare una settimana in quel di Nottola.
Ho riscontrato disponibilità e cortesia nella stragrande maggioranza del personale (medici, infermieri e ausiliari) ma ho avuto l’impressione di una enorme disorganizzazione.
Se i tempi delle liste d’attesa sono quelli riportati dal consigliere del Pdl credo ci sia poco da discutere. Qualcosa va cambiato.