Ieri 1° agosto dopocena: assemblea degli iscritti del PD del circolo di Chiusi Scalo. Sarà stato per il caldo oppure per la curiosità di sentire in televisione della condanna a Berlusconi, ma la sede di via Nazario Sauro ha ospitato appena una quindicina di iscritti. Non c’era il sindaco (precedenti impegni), ma neppure mi è parso di scorgere consiglieri. Eppure non sarebbe stato male che ci fosse stato qualche chiarimento sulle recenti vincede amministrative, pure citate da qualcuno, come centro logistico o lo stadio.
La mia sensazione è stata quella di un disorientamento diffuso, dovuto soprattutto alle vicende politiche nazionali.
Dopo l’introduzione del segretario del circolo Cimarelli, c’è stata quella di Leonardo Carta, giovame membro della segretieria provinciale, che non ha certo nascosto le difficoltà del PD in provincia di Siena dopo le note vicende del Monte dei Paschi e della Fondazione.
Il dibattito è stato vivace. Si sono confrontate posizione anche molto diverse. Ci sono stati contributi critici sulle posizioni del partito in relazioni al fallimento delle privatuizzazioni (per esempio quella dell’ENEL) come pure alle timidezze del partito nel portare avanti il tema della ripubblicizzazione della distribuzione dell’acqua decisa con un referendum. Queste posizioni si sono confrontate con chi ha ssostenuto la necessità di uno stato “dimagrito” e più efficente, per un m,aggiore spazio per il mercato.
Diverse posizioni anche sulle modalità del congresso. Per alcuni, e chi scrive fra questi, non è giusto che la guida del partito debba essere potenzialmente decisa anche da chi del partito non fa parte e magari neppure lo vota. Alri invece hanno espresso posizioni opposte.
Personalmente credo che queste diversità di opinioni non siano di per sé segno di debolezza se entrano a far parte di un dibattito vero. Non sempre però è così. Nessuno ad esempio ha risposto alla mia domanda su chi avesse deciso il recente documento di condivisione dell’operato degli amministratori comunali.
Senza voler essere malopensanti, la diminuita partecipazione al dibattito favorirà soluzioni politiche basate più sulle comparsate televisive che non sul dibattito nella base degli iscritti e degli elettori del PD.