Le tessere contro la politica

di Paolo Scattoni

Quello che sta avvenendo in questi giorni nel Partito Democratico non è certamente un bello spettacolo. Non sono bastati i venti anni berlusconiani e neppure un quarto dell’elettorato che si affida a un comico e a consultazioni in rete di dimensioni ridicole per indurre a cercare di segnare una diversità nella organizzazione di partito. Ci sono voci di pacchetti di tessere affidate a “venditori”. In alcune aree si parla di pacchetti di 1000 tessere per ottenere un posto lavoro. Il partito fondato da Romano Prodi sembra ormai pronto a tutto.

A livello locale per fortuna non si è arrivati a tanto. Mi chiedo però il perché di questo incredibile silenzio sul cambiamento di cavallo. La vecchia dirigenza è rimasta silente e i nuovi probabilmente felici dei risultati incassano ugualmente in silenzio. Un minimo di analisi pubblica avrebbe dovuto essere fatta. Invece niente.

Io ho rinnovato la tessera in tempi non sospetti. Che cosa farò? Mi sorbirò il non edificante spettacolo e voterò per il segretario nazionale del partito colui che è rimasto fuori da questo vergognoso mercimonio. Non valuterò i programmi, ma la qualità etica dei quattro candidati.

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA. Contrassegna il permalink.

11 risposte a Le tessere contro la politica

  1. Nicola Nenci scrive:

    Il comico non fa ridere per nulla, e riguardo ai comitati d’affari, è stato proprio il m5s ad aver introdotto i princìpi del mercato alla politica, vendendo spazi pubblicitari usando i comunicati e i prodotti pubblicizzati nel simbolo, i cui ricavi, peraltro, entrano in tasca a privati e non a organizzazioni. Se posso inserire due parole su alcuni commenti fa di Luciano (non me ne voglia), mi sembra che le contraddizioni delle dichiarazioni di Vendola siano ben ricambiate un po’ da tutti i politici, ma anche e soprattutto da Grillo, che è di gran lunga il peggior esempio di coerenza.
    Piuttosto, fossi in voi, discuterei più quello che a mio avviso è stato finora l’aspetto più grave del PD, che è tutto politico: un partito che non è in grado di eleggersi un segretario fra gli iscritti non ha più la parvenza nemmeno di un gruppo. Immaginate cosa succederebbe se una contrada, mettiamo la Fornace, per eleggere il proprio CDA, e quindi il presidente, chiamasse a votare tutti i cittadini di Chiusi? Ovviamente nel PD ci sono molti che la pensano così, a partire dall’ex segretario nazionale, ma per il nuovo corso della politica, il plebiscito sembra l’anticamera della futura democrazia, senza rendersi conto che, invece, è sempre stato lo strumento preferito dai regimi di stampo fascista.

  2. pmicciche scrive:

    Eh si Carlo Sacco, da un lato c’è ancora chi pensa che Berlusconi sia una risorsa per il paese, dall’altra questo PD, modellato sulla DC dell’ultimo decennio; quella che ci ha consegnato il fardello di un debito pubblico insanabile. Ambedue hanno governato male e per questo ci si ritrova a questo punto. Però verranno votati entrambi perché in parte l’italiano si rispecchia in questa modalità e in parte perché non esiste una vera alternativa sia di destra che di sinistra. A pensarla in un certo modo siamo una minoranza e, in democrazia, la minoranza conta quello che conta.

  3. carlo sacco scrive:

    E’ vero Paolo, basta capire chi ci salverà dallo sfascio.Non senz’altro coloro che hanno fortemente contribuito a produrlo.Fino a qui ci arrivo anch’io.

  4. pscattoni scrive:

    Basta capire chi ci salverà dallo sfascio.

  5. luca scaramelli scrive:

    Il problema caro Scattoni è che in Italia si sta molto peggio dell’anno scorso e il pd continua ad essere un puro comitato elettorale in grado solo di organizzare elezioni primarie o finti congressi. Basta guardare ciò che è successo a Chiusi dove il partito è diventato lontano dagli occhi dei più (una volta i congressi si facevano in sedi pubbliche e non nelle sezioni) il retrobottega dell’amministrazione comunale. Tutto il resto sono chiacchiere, che possono anche sollazzare ma che non cambiano di una virgola il destino di un paese avviato allo sfascio e che non sarà certo il pd a salvare.

  6. pscattoni scrive:

    Certo in un movimento non c’è problema. Se c’è un leader che si automonina non ci sono rischi di tesseramento fasullo 🙂

  7. luciano fiorani scrive:

    Mi ero ripromesso di non intervenire più nelle discussioni sul Pd perchè sono convinto, ben prima che lo dicessero i 5 stelle in parlamento, che quel partito ha fatto più danni di Berlusconi.
    Ma la cronaca continua a bombardarci con sempre nuove e tupefacenti notizie.
    E’ ragionevole continuare a pensare che un partito in cui si imbroglia sul tesseramento (per tacere di altri scandali) sia portatore di seria e corretta amministrazione?
    Non sono d’accordo con chi dice che il Pd sia diventato come la Dc; è vero che la Democrazia cristiana incarnava tutti i vizi che presenta oggi il Pd ma era anche in grado di selezionare politici di alto livello.
    Insomma la Dc era un partito, il Pd non è altro che affari.
    Ecco perchè tra gli affaristi e un comico la scelta non è difficile.

  8. carlo sacco scrive:

    Votarlo o non votarlo la sostanza alla fine non cambia di un capello. Quello è quel partito che ha detto Luca Scaramelli ed è il segno dell’impotenza dell’Italia resa succube dall’accettazione delle fandonie che sono state dette sbandierate come grande forza di rivalsa sull’economia asfittica e fallimentare e sullo stato delle persone.Fino a quando il modello di sviluppo sarà quello imposto dai vertici e non richiesto dalle basi,andremo sempre pegggio,fino alla deflagrazione,che si porterà dietro tutti.Da quella si uscirà a destra ma così vogliono e fin’ora il PD consapevolmente sta percorrendo quella strada,consapevolmente mischiando impotenza ed incapacità di reagire ma glorificando se stesso come avviene da sempre anche in loco da parte di chi lo guida.
    Ma è mai possibile che sia tanto difficile comprenderlo tutto questo e capire che sono direzioni sbagliate ? Non è sufficiente vedere chi li vota,anche nel nostro piccolo territorio ? I gangli,le relazioni,le appartenenze che determinano la politica ?

  9. pscattoni scrive:

    x Luca Scaramelli. Tre milioni di votanti “a piedi” rispetto a 30.000 via internet mi sembrano cifre diverse. Poi ci sono le polemiche sul secondo turno. Chi non giustificava l’assenza al primo non poteva votare. Mi pare che il fenomeno delle truppe cammellate di oggi giustifichi le preoccupazioni di ieri.

    xLuciano Fiorani. Matteo Renzi dovrebbe controllare meglio i suoi colaboratori perhé pare proprio che a “gonfiare” siano proprio loro. Lui proprio non lo voterò.

  10. luciano fiorani scrive:

    Ma è vero quanto riporta Repubblica? C’è qualcuno che può confermare?
    -L’exploit del tesseramento? Per Matteo Renzi, candidato alla guida del Partito democratico, se anche tra gli iscritti “vincesse Paolo Bianchi”, quel che conta è l’esito delle primarie dell’8 dicembre. Il sindaco di Firenze sulla questione è perentorio. E al videoforum del Messaggero dice: “Possono gonfiare tutto quello che vogliono, ma il segretario non lo eleggono solo gli iscritti, i tesserati più o meno gonfiati, ma il cittadino che, senza nessun obbligo, va a votare ai gazebo”.
    Perchè se le cose stanno davvero così stavolta partecipo volentieri anch’io.
    La spesa è modica, non sembra ci siano controindicazioni e l’evento si annuncia assai più divertente dei vaffa day del comico.
    I programmi? Le qualità etiche? L’importante è che non manchino gli sbandieratori e i tamburini.

  11. luca scaramelli scrive:

    Pensa che il pd riesce ad essere piu’ comico di un partito guidato da un comico e che i suoi congressi hanno meno partecipanti rispetto alle consultazioni in rete del partito del comico, eppure non riesco a trovarci niente di comico, prima sparisce questa imitazione, venuta male, della dc e prima la sinistra potra’ pensare al proprio futuro.

I commenti sono chiusi.