di Armando Nocchi
Ho abitato a Chiusi da giovane, alla Stazione, sono un granocchiaio. Nel 1961 lasciai Chiusi, ma l’ho sempre considerata la mia città. Sono contento di aver trovato questo blog cercando un glossario.
Durante il passaggio del fronte a Poggio Piglia (Macciano), c’era un posto con con una rotonda di cipressi denominato ROCOLO, mi chiedo se costituiva un nome comune o era un nome proprio.
x Fulvio Barni. grazie per l’informazione, mi chiedevo da tempo cosa fossero ! ti segnalo che esiste uno anche per la strada vicinale di Fonteregina, questo in mezzo alle piante ha pure un piccolo fabbricato.
…credo si possa osservare qualcosa del genere andando su Google Earth e cliccando la località:” chiusi poggio piglia”. C’è infatti evidenzata una icona in cui c’è scritto Poggio Piglia.All’intorno credo che si possano notare delle cose del genere,ancora oggi,ma la sicurezza di questo non c’è,anche perchè la visuale dall’alto non fa apparire le strutture nella stessa essenza visuale delle stesse viste
con gli occhi da piano terra, e ci vuole un po’ d’immagnazione…..comunque si può provare.
I rocoli, (o roccoli) boschetti di piante messe a dimora in senso circolare, erano usati come appostamenti fissi per tecniche di uccellagione mediante reti appositamente fissate negli spazi tra un albero e l’altro. Tali metodi sono oggi proibiti. Nelle nostre zone le essenze che costituiscono il rocolo sono perlopiù cipressi e si trovano sulla sommità di collinette. L’etimologia sembra risalga al sostantivo latino “roculus”, vale a dire il diminutivo di rocca, castello. Secondo altri, invece, deriverebbe da un’alterazione di “rotulus”, data la forma circolare dell’impianto arboreo. A Chiusi, che io sappia, ne esistono tre: in località Le Case, Poggio Montollo e appunto Poggio Piglia. Sembra che tale sistema era già in uso nel XV secolo ma ebbe il suo massimo sviluppo tra la fine dell’ottocento e la prima meta del novecento.