Nuove Acque dovrà rimborsare dieci anni di depurazione indebitamente fatturata

 

di Anna Duchini

Con il comunicato stampa che segue il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo annuncia un nuovo passo avanti nella faticosa vertenza contro Nuove Acque, relativa ai rimborsi per la depurazione non effettuata. La cosa ci riguarda molto da vicino in quanto anche nel nostro comune gran parte delle utenze hanno pagato la quota di depurazione pur non essendo allacciate al depuratore. Sarà il caso quindi che all’interno dell’assemblea dell’Ato i nostri sindaci si sveglino e facciano sentire la loro voce in difesa degli interessi dei cittadini che hanno pagato e continuano a pagare le bollette gonfiate da costi impropri come questo della depurazione non effettuata e quello relativo alla remunerazione del capitale abolito col referendum del 2011 e che invece ci viene ancora addebitato.

Sabato 16 novembre alle ore 12.00 presso il Centro Enrico Berlinguer di Arezzo (Largo I° Maggio n° 80 – zona Pescaiola) il Comitato Acqua Pubblica Arezzo, assieme al Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, terrà una conferenza stampa per comunicare in merito a importanti sentenze del Giudice di Pace sulla remunerazione del capitale investito che avranno conseguenze di rilevanza nazionale su tutte le bollette applicate dai gestori agli utenti, dal luglio 2011 ad oggi, nonché sulla Campagna di Obbedienza Civile promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua.

IL GIUDICE DI PACE DI AREZZO RICONOSCE ANCORA IL RIMBORSO DELLA DEPURAZIONE CON EFFICACIA RETROATTIVA DECENNALE

Dopo la prima condanna di Nuove Acque, nel 2011, a rimborsare al sig. Papini Settimio di Arezzo, la quota di tariffa relativa alla depurazione non dovuta, con retroattività decennale ( a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale n.335/2008), Nuove Acque viene nuovamente condannata dal Giudice di Pace di Arezzo, Dott. C. Dal Savio, con cinque distinte sentenze, le quali confermano l’obbligo del Gestore di rimborsare ai ricorrenti la quota di tariffa relativa alla depurazione non dovuta , calcolandola in maniera retroattiva per dieci anni, invece che per cinque, come ritenuto da Nuove Acque.

Il Giudice di Pace di Arezzo, con sentenze n. 342/2013; 341/2013, 344/2013, 343/2013, 331/2013, ha infatti accolto i ricorsi presentati dai sig.ri Dori Catia, Bonci Claudio, Iannattone Raffaele, Braconi Dario, Pomati Franco attivisti del Comitato Acqua Pubblica di Arezzo, tutti assistiti dall’avv. Sandro Ponziani, del Foro di Città di Castello, con riguardo all’accertato diritto di avere la restituzione degli importi indebitamente anticipati a Nuove Acque dal 3/10/2000 al 15/10/2008”.

Le cause hanno preso il via dall’iniziativa del Comitato Acqua Pubblica di Arezzo e dai ricorsi presentati dagli utenti, i quali, pur non essendo serviti da alcun impianto di depurazione, avevano sempre corrisposto la quota di tariffa riferita alla depurazione, e quindi, in base alla nota sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 (secondo cui non si deve pagare per un servizio che non c’é), avevano diritto al rimborso di quanto indebitamente corrisposto.

A seguito della Legge n. 13/2009, si è tuttavia stabilito che il rimborso poteva avvenire anche scaglionato nel tempo, fino al 2014; ma non si è stabilito per quanti anni indietro avrebbe dovuto essere calcolato il rimborso.

L’Autorità di Ambito e Nuove Acque, ovviamente, hanno optato per una interpretazione restrittiva, lesiva dei diritti degli utenti, volta a rimborsare la depurazione calcolandola solo sui cinque anni antecedenti la domanda di rimborso.

Il Giudice di Pace di Arezzo, in persona del Dott. Claudio Dal Savio, già nel 2011 aveva accolto invece quanto sostenuto dall’Avv. Ponziani, secondo il quale il rimborso doveva essere calcolato in maniera retroattiva per dieci anni (e non cinque), trattandosi di somme indebitamente percepite da Nuove Acque, e quindi soggette al regime di cui all’art. 2932 del Codice Civile (come più volte ribadito anche da numerose Sezioni Regionali della Corte dei Conti); con le attuali sentenze, il Giudice di Pace di Arezzo ha confermato tale impostazione, riconoscendo il diritto al rimborso della depurazione, con efficacia retroattiva decennale, per altri cinque utenti.

La sentenza assume pertanto una notevole importanza, considerato che Nuove Acque dovrà rimborsare a tutti i ricorrenti, e agli altri utenti non serviti da impianti di depurazione funzionanti, che faranno ricorso, una somma pari quasi al doppio di quanto altrimenti avrebbe corrisposto.

Al fine della corretta applicazione della legge e di identico trattamento agli utenti il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo rinnova la richiesta a Nuove Acque e ai Sindaci affinché i rimborsi sulla depurazione vengano disposti con efficacia retroattiva decennale in modo automatico a tutti gli aventi diritto. In caso contrario il Comitato Acqua Pubblica preannuncia già da adesso che promuoverà, attraverso i propri sportelli, ricorsi di massa.

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Nuove Acque dovrà rimborsare dieci anni di depurazione indebitamente fatturata

  1. carlo sacco scrive:

    Questo Post-al di là della soddisfazione che produca la notizia fornita-fa anche pensare che ciononostante tutta l’acqua(tanto per restare in tema)che è passata sotto i ponti in Italia in questi tempi,l’unica certezza del diritto venga fornita dall’esistenza della Magistratura.A dover perorare l’interesse dei cittadini dovrebbe essere invece la politica,
    quella stessa che purtroppo ha fatto accordi con i privati per cercare di lenire le sue magagne organizzative,collusioni,progressivo svincolamento da un processo etico-morale che sarebbe stato quello di far fruire i cittadini di servizi al minimo dei costi.Si è fatto invece tutto il contrario,anzi spesso si è boigottata l’iniziativa delle Associazioni che richiamavano alle regole ed al buon senso gli amministratori pubblici,e lo si è fatto spesso con protervia,noncuranza e senso di sufficienza ed anche di fastidio, preoccupandosi che non emergesse la responsabilità della politica.Tutto quanto è successo credo che debba servire da esempio e sia significativo di uno status che comunque spande luce su una situazione di tendenziale conculcamento dei diritti dei cittadini che opera la società dove viviamo.E’ lapalissiano dirlo ancora ma semprepiù viene messo in evidenza che i diritti non sono mai garantiti,ma sono sempre conquistati!

I commenti sono chiusi.