dal Comitato Pendolari Roma-Firenze
vi scriviamo per darvi due informazioni:
- l’assessore della regione Toscana ci ha inviato ieri una lettera (che trovate sotto) in cui si preannuncia il taglio di tutti gli IC per il prossimo giugno.
- abbiamo organizzato una assemblea per il prossimo 28 marzo a Chiusi alla quale sono stati invitati i due assessori della Toscana e Umbria, i sindaci dei comuni dell’area orvietana, della provincia di Arezzo e della provincia di Siena, gli assessori delle province di Arezzo,Siena e Terni per discutere proposte per il prossimo cambio orario e in vista dei rinnovi dei contratti di servizio regionali.
Vi chiediamo pertanto di partecipare all’assemblea che si terrà a Chiusi città il 28 marzo nella sede del Teatro Mascagni alle ore 21.
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La lettera dell’assessore regionale ai trasporti
A Tutti i parlamentari toscani
E’ di questi giorni la notizia della soppressione da parte di Trenitalia degli Intercity 586 (Roma-Trieste) e 587 (Roma Termini – Milano C.le), che fa seguito alla preannunciata deviazione, a partire dal prossimo mese di Giugno, del Freccia bianca 9762 dalla dorsale tirrenica.
Come Regione Toscana abbiamo più volte manifestato e formalizzato la nostra contrarietà ad una simile scelta. Si tratta, infatti, di una scelta che giudichiamo penalizzante per i pendolari e per gli utenti toscani in genere, che si vedrebbero privati di un servizio comunque importante e complementare a quello regionale.
Più in generale, la Regione ha avviato ormai da alcuni mesi un serrato confronto con Trenitalia e il Governo centrale – anche con il sostegno della Commissione Infrastrutture Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni – rispetto all’istanza di garantire il livello “intermedio” fra i servizi AV ed i servizi regionali, in particolare per quei centri e quei territori non serviti dall’Alta velocità.
Lo stato in cui versa il servizio ferroviario regionale è, infatti, noto a tutti. Così come lo sforzo prodotto per ricostruire, dopo i pesanti tagli operati nel 2010, il Fondo Nazionale dei Trasporti, rivelatosi tuttavia insufficiente per il recupero dei trasferimenti tagliati, in particolare, proprio al servizio ferroviario regionale.
In questo quadro, Trenitalia ha già preannunciato al Governo e alle Regioni l’intenzione di cancellare dall’orario estivo le residue 5 coppie di intercity delle 6 “salvate” grazie alla mobilitazione di cui la Regione Toscana – con il sostegno degli enti locali – si è fatta parte promotrice, nello scorso autunno. Tale decisione avrebbe ripercussioni gravissime sul servizio per centinaia di utenti toscani. Per evitare tale decisione, il gestore del servizio chiede al Governo risorse pari a 30 milioni di euro al fine di compensare le perdite che oggi deriverebbero dalla programmazione di tali treni. Tali risorse, secondo quanto comunicato dal Governo alle Regioni, non sarebbero al momento disponibili.
Per questo, proprio perché consapevoli che sia necessario proseguire nello sforzo di razionalizzazione ed efficientamento del servizio e della spesa per sostenerlo – cui la Regione Toscana contribuisce con risorse proprie per circa 60 milioni, in conseguenza dei rilevanti tagli ai trasferimenti statali – si pone un ineludibile tema risorse che non consente di lasciare inattive politiche che il Parlamento ha stabilito come opportune e necessarie come quella, ad esempio, prevista dall’art. 21 comma 4 del D.L. 98/2011 per introdurre un sovrapprezzo al canone dovuto per l’esercizio dei servizi di passeggeri su linee ad alta velocità, da destinare al sostegno dei servizi a media e lunga percorrenza.
Una previsione che, ancora oggi, a due anni di distanza, attende il previsto Decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture e che, riteniamo, potrebbe contribuire in modo concreto a superare le difficoltà a mantenere in servizio i treni IC che ogni anno, alla scadenza dell’orario annuale, puntualmente si ripresenta. Così come riteniamo che tale previsione normativa, se attuata, potrebbe indurre una riflessione sulla possibilità di estenderne gli effetti all’intero servizio di trasporto pubblico ferroviario, anche regionale.
Per tutte queste ragioni occorre un grande concorso di energie, che veda tutti noi – ognuno per la propria parte e per la funzione che gli è propria – impegnata o impegnato nel difendere un servizio essenziale per un’azione forte e condivisa dei confronti del ministero e del Governo affinché si creino le condizioni normative perché questi servizi siano garantiti, in quanto essenziali per il diritto alla mobilità dei cittadini.
Cordiali saluti
Vincenzo Ceccarelli
Ognuno cura il suo orticello intanto il deserto avanza.
Quello che è più impressionante Paolo è l’assenza di quello che hai detto, ma anche dei cittadini che non si ribellano a tale stato di cose,perche l’assenza del governo locale è l’assenza dei cittadini.Eppure come vedi quando sono stati chiamati alle ” grandi prove di democrazia” come sbandierano i governi locali tutti nessuno escluso,la gente i consensi li ha forniti.Ma per quella gente lì- ed i partiti ormai lo sanno bene-è sufficiente dargli in pasto il fumo perchè quella gente lì il consenso glielo dà, ma poi sempre per quella gente lì è finita lì. Di tutte le altre cose che succedono non gliene frega nulla,perchè se gliene importasse qualcosa in un modo o nell’altro si organizzerebbero ed interverrebero,invece di lasciare tutti gli spazi di manovra ai politici.E” chiaro che siano sempre quelli che indirizzati dai film del pragmatismo credono che altri pensino a perorare la loro causa.Invece a perorare la loro causa ci dovrebbero pensare loro,sfatando il veglione in maschera.Perchè quel veglione in maschera lo subiscono da 30 anni comodi ed ancora non se ne sono resi conto,o chi se ne è reso conto pensa che adesso il veglione in maschera sia terminato.
Invece comincia adesso,” col nuovo che avanza”.
Il treno è stato il motore dello sviluppo di molti centri come Chiusi. In questi ultimi anni la nostra stazione ha perso progressivamente di importanza. E’ un processo voluto dalle Ferrovie. Per Moretti, lo ha dichiarato tante volte, il futuro è della “metropolitana d’Italia” che collega le principali aree metropolitana. E’ un disegno sbagliato che non tiene conto che la realtà urbana italiana non è quella degli altri paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania, etc.). L’Italia sin dal Medioevo lo sviluppo si è basato su una rete di città anche medie e piccole.
Quello che più impressiona da noi è l’assenza del governo locale su questo problema.