Nel post precedente, in cui si parlava dello stipendio dell’Amministratore delle ferrovie Moretti e delle condizioni del trasporto locale, Paolo Scattoni, a un certo punto, si lamenta per le divagazioni che allontanano dal tema treni, soprattutto di quelli che non fermeranno più a Chiusi.
Parto da questa osservazione di Paolo, perché il divagare con pensieri veloci e sbrigativi è l’emblematico vizio dell’attuale fase e del pernicioso dibattito che avvolge ormai tutto e tutti. Ciò, è un fatto non banale. A mio avviso, rappresenta un aspetto serio che contribuisce a condannare l’opinione pubblica a essere una massa impotente e sfiduciata, con nessun peso nelle scelte. Un paese incline solo a inseguire l’illusionista del momento.
Ogni grande o piccola questione sembra essere messa dentro un frullatore che rende le cose poltiglia. Ogni tema non diventa mai oggetto di un vero dibattito pubblico, ma è sottoposto a divagazioni continue che permettono a chi comanda di fare ciò che vuole. Il potere vero raggiunge sempre un punto di sintesi per i propri interessi. La politica che non è più pensiero e progetto, insegue e vive all’ombra del potere stesso e per emergere coltiva solo il consenso immediato. Per farlo si affida a una forza comunicativa veloce. Riduce tutto a slogan, senza entrare nei dettagli.
Le condizioni penose del trasporto locale sono un fatto riconosciuto da tutti, naturalmente anche dalla politica nazionale e dallo stesso Moretti. Tuttavia, a Trenitalia e all’azionista, vale a dire lo stato, interessano solo i grandi collegamenti, cioè il business. Senza la forza e l’impegno unitario di tutto il sistema territoriale e regionale non ci sarà nessun cambiamento , nessuna soluzione che inverta il declino dei treni locali.
L’abilità di chi veramente comanda sta nella capacità di spostare sempre la prospettiva, alimentando continue contrapposizioni.Nel caso delle ferrovie: un’azienda risanata, proiettata nella modernità dell’Alta velocità che simboleggia un progresso inarrestabile. La possibilità di muoversi velocemente è ormai un dogma. Viaggiare come lumache è il segno di una condizione di sfigati , più che le responsabilità di chi compie scelte sbagliate che in pochi hanno voglia di contestare.
I territori isolati, i disagi dei pendolari divengono così anche nell’immaginario collettivo meno importanti. Il prezzo momentaneo da pagare. Il disinteresse della maggioranza delle persone rientra nella speranza che poi la stessa modernità proporrà il rimedio, magari il miraggio di una stazione in linea, dalla quale salire non in treno , bensì sull’Eurostar come le persone di successo.
In fondo, una gran parte del paese assomiglia a quei giovani campani, che una trasmissione televisiva ci ha mostrato in discoteca eleganti , allegri e felici, convinti nel negare la crisi. Non erano“figli di papà” e pur non facendo niente e non avendo nessun lavoro da svolgere, dicevano di essere e, soprattutto, sentirsi imprenditori. Occupati in niente e impegnati in nulla, ma tutti convintamente imprenditori. Incazzarsi di vivere in un paese che nega il presente e il futuro, neanche per idea. Meglio stare dentro un’illusione.
Certo, non tutti sono così, ma una parte di paese gli assomiglia tanto. Molti altri – soprattutto di sinistra – che pure vorrebbero poter fare qualcosa per cambiare realmente, non hanno più neanche un luogo in cui poter pensare e costruire un orizzonte di futuro da cittadini. Al massimo partecipano alle primarie che hanno sostituito le elezioni vere. Si trovano ad essere persone arrabbiate e disilluse che twittano , stanno su facebook e cose simili, senza arrivare ad essere una “pericolosa” massa critica per condizionare il cambiamento e far prendere decisioni diverse. Addirittura i nuovi governanti, lisciano il pelo alle rabbiose frustrazioni. Invadono tutti i talk show , stanno sui social network con la stessa intensità dei nostri figli adolescenti, sempre pronti a rassicurare e darci ragione su ogni questione.
Nella giungla in cui siamo precipitati, ciascuno cerca di salvarsi per proprio conto. Così i pendolari irriducibili, come chi ha un pensiero di progresso e dei servizi pubblici diverso, finiscono per urlare alla luna, isolati dagli altri, perché ogni uno vive ed è immerso nella propria condizione.
In Italia, in questo momento ci sono milioni di lavoratori licenziati o in cassa integrazione, migliaia di aziende chiuse o che stanno chiudendo. Si dice, ovviamente, che siamo nel pieno di una grande crisi nazionale. In realtà è stata ridotta a tante singole crisi e tanti singoli disoccupati . Questo è possibile, in quanto, anche nel fallimento delle politiche liberiste , permane fortissima l’idea thacheriana che non c’è la società, ci sono gli individui. La crisi economica e sociale è, quindi, la crisi di tanti individui, non di un sistema.
D’altra parte, non da ora, ogni persona è diventata un consumatore, una risorsa umana, un tartassato dalle tasse, qualche volta un elettore. Non più una persona con tante soggettività che ne fanno un cittadino. A tale condizione ci siamo rassegnati. Non esiste più solo la parcellizzazione della società, ma ormai dell’individuo stesso. Ciascuno di noi è considerato tante cose diverse. Ti prendono per un aspetto e ti “fregano” sugli altri.
Tutto ormai è come nel gioco dei bussolotti: spostano la pallina e il barattolo a velocità sempre maggiore e il nostro sguardo di singoli individui è sempre più confuso e in ritardo, così perdiamo di vista la pallina e il bussolotto giusto. Anche per questo divaghiamo, senza poter costruire progetti.
Beati quelli che pensano che tutto si risolve con il ridisegno complessivo della società!!! Ho capito, qualche libro l’ho letto anch’io. ma ho maturato conclusioni diverse. Onestamente è stancante ripetere sempre le stesse cose. Comunque chi vuole farlo lo faccia. A mio modesto avviso (e per quello che mi viene detto da tanti) non vengono letti. Quando va bene vengono saltati, quando va male (per il blog) scoraggiano gli interventi. Poi le regole di questo blog sono chiare. Si parla di Chiusi e dei suoi tanti problemi.
Sapete quante volte si sono formati comitati in periferia per il riequilibrio del servizio in questione,pieni di gente incazzata che dice la propria idea e che protesta e poi al centro si è fatto il contrario?Da quasi sempre,tranne poche volte che le cose sono state tamponate provvisoriamente.In questo scenario la presenza del Governatore Rossi nei treni pendolari per rendersi conto dei disagi è delle negatività stata una cosa positiva,ma mi dite cosa ha risolto?Forse le Ferrovie hanno cambiato politica?O non siamo forse davanti ad uno scenario che-come dice Nasorri- qualsiasi iniziativa che si possa prendere venga triturata spezzettata e ricomposta per poi spostare il fronte da un altra parte e far passare le istanze già decise al centro? E’ che si sà bene che sia così e viene fatto finta che ci rimanga un po’ di quell’ascolto della base,che fra l’altro( E QUESTO E’ IMPORTANTE NOTARLO)è silente quando singolarmente le persone non vengono toccate nei loro spostamenti…il treno delle 06,30 non mi riguarda,mi riguarda se mi tolgono quello delle 08,15 ed allora m’incazzo. Questa è la pasta di cui sono fatti gli italiani, tutto il resto è girare a vuoto.Il problema purtroppo è quello che indica Fiorani,altro che!
Trovo davvero singolare, nel momento in cui c’è un dibattito (o il tentativo di dibattito) per mettere finalmente in relazione scelte nazionali con i riverberi che certe scelte hanno a livello locale, pensare a chi e come ha votato. Le battaglie si fanno con chi ci sta e anche fra chi ci sta ci possono essere posizioni diverse sulle quali poi entrare nel merito nell’ambito di un’azione politica e non in astratto.
Intanto io questa sera al Mascagni ci sarò. Ascolterò con attenzione senza fare la prova finesta sulla storia elettorale dei singoli (che va a ritroso di quanto?) ed eventualmente interverrò senza dover fare l’analisi del mio voto da qualche decennio a questa parte.
Se ancora non vi siete convinti che bisogna mandare a casa quelli che hanno prodotto questo sfacelo c’è poco da ragionare.
Per restare al tema: sono il Pd e il Pdl ad aver puntato sul sistema alta velocità che ha fagocitato valanghe di miliardi e ha peggiorato le condizioni della stragrande maggioranza dei cittadini che usano il treno.
Continuare a votare quei partiti e poi protestare credo serva a poco. Oppure vuol dire che il sistema ferroviario non è un aspetto dirimente nemmeno per i pendolari, e allora…
Condivido tutto quanto è stato scritto da Nasorri e soprattutto il suo modo di renderlo fruibile dal lettore,contrariamente al mio che spesso è quantomai prolisso e contorto, ma che vorrebbe esprimere gli stessi concetti dei quali spero che i lettori abbiano la possibilità di rilevarne l’assonanza con i suoi,espressi in maniera molto più concisa.Quanto Nasorri dice CHE L”ABILITA’ DI CHI COMANDA STA NELLO SPOSTARE SEMPRE LA PROSPETTIVA ALIMENTANDO CONTRAPPOSIZIONI,chiarisce quella che è da tempo la condizione essenziale per la quale si affermano le spinte delle forze che governano da sempre.La contrapposizione democratica a queste diventa sempre più difficile col passare del tempo.Quel mix che si insinua nel patrimonio culturale e mentale di ognuno e che induce gli uomini a saltare a piè pari tale riflessione ed anche a viverla come fastidio quando gli si presenta è la più veritiera dimostrazione della forza e del potere indotto nelle menti da quello che si identifica come sistema dominante.
Sante parole, ma rimangono appunto parole. Perchè non proviamo a domandarci se per caso ci potrebbe essere una soluzione a questa ( penosa vuol dire poco) situazione?
Se continuiamo soltanto a parlare di come stanno le cose senza offrire alternative non faremo altro che avallare il presente sistema mondiale che evidentemente non funziona.