Chiusi e Città dell Pieve è ora che si parlino e cerchino forme di collaborazione per dar vita a concrete politiche di buon vicinato.
E’ questo il succo del dibattito che si è svolto ieri sera alla festa dei democratici di Po’ Bandino. Presenti i sindaci dei due paesi (Scaramelli e Manganello), Claudio Fallarino, ex sindaco e ora consigliere provinciale, e un pubblico attento e numeroso.
Finalmente un passo nella giusta direzione!
I temi trattai sono stati molto concreti (la situazione di costante pericolo della Chianetta, le scuole, la stazione ferroviaria, i piani strutturali, l’assetto ospedaliero, le zone industriali…) ed hanno raccolto consensi unanimi tra i presenti.
E’ stato anche rilevato che fino a qualche tempo fa l’amministrazione di Chiusi ha fatto orecchie da mercante sulla questione, invece ora il nuovo sindaco Stefano Scaramelli sembra voler imprimere una svolta nelle relazioni tra i due comuni.
C’è stato però chi ha fatto notare che magari sulla questione di Bioecologia un contatto tra i due comuni sarebbe stato necessario perchè certi insediamenti nell’area di cerniera finiscono per interesare entrambi, ma Scaramelli ha rassicurato che problemi non ce ne sono e non ce ne saranno perchè, anche se si tratta di una industria insalubre di prima classe, sarà costantemente monitorata. Ovviamente del problema se ne parlerà ancora.
Due notazioni: la delegazione chiusina era corposa; infatti oltre al sindaco erano presenti due assessori e il capogruppo della Primavera. Segno evidente dell’interesse e dell’importanza riservata all’incontro.
L’altra un po’ più amara, la politica (non solo le amministrazioni) scopre in notevole ritrardo un aspetto che ha modificato un’area e le abitudini di tanta gente. Molte sono infatti le imprese “chiusine” che in questi anni si sono trasferite a Po’ Bandino, così come tanti cittadini hanno cambiato residenza stabilendosi nel comune umbro. Le scuole da anni sono ormai frequentate (di più quelle pievesi) da ragazzi di entrambi i comuni, l’assetto idrogeologico è una minaccia che non conosce confini, i nuovi assetti ospedalieri hanno di fatto impoverito i due centri e al declino della stazione ferroviaria hanno assistito inermi amministrazioni e forze politiche di entrambe le sponde.
Se ora si darà seguito alle buone parole spese ieri sera sarà tutto di guadagnato per le popolazioni dei due comuni, perchè appare evidente che elemosinare concessioni da Siena o Perugia non paga più e allora bisogna creare una politica di zona che abbia non solo Chiusi e Città della Pieve impegnati nell’operazione ma che deve coinvolgere anche tutti gli altri comuni limitrofi.
Come ha detto Fiorani nell’articolo, ero presente al dibattito e devo dire che sono rimasto positivamente colpito dagli interventi e dalle volontà espresse dai due sindaci e dal consigliere provinciale. Sembra che ci siano segnali che fanno pensare che l’epoca del podestà sia finita, l’epoca cioè in cui a Chiusi si pensava che solo chi si sottometteva poteva avere l’onore di essere preso in considerazione perché solo a Chiusi esisteva la verità assoluta. L’epoca del consenso basato sul clientelismo e sui collaudati metodi berlusconisti delle lobbies e degli yes-man. L’epoca degli interventi pubblici localizzati laddove si poteva ottenere consenso. L’epoca dei diritti negati a chi non aveva raccomandazioni. Questo tipo di comportamento ha portato la città di Chiusi al degrado civile e politico e all’isolamento istituzionale. Lo si è capito anche da alcuni accenni, velati ma non troppo, all’interno del dibattito di ieri sera. Certo siamo ancora alle dichiarazioni e quindi attendiamo i fatti per il giudizio finale.
……non voglio far l’avvocato del diavolo, ma mi sembra di ricordare che circa 6-7 anni fa ci fu un analogo incontro a Po Bandino. Speriamo che questo dia i suoi frutti.