Sono passati quarant’anni da quando iniziai il mio impegno nel movimento antinucleare. All’inizio eravamo in pochi e i filonucleari molti e ben finanziati.
Poi la pubblica opinione cominciò a mutare orientamento. La svolta vera arrivò con l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl nel 1986. La svolta definitiva arrivò con il referendum del 1987.
Continuarono a non mancare le critiche dei filonucleari che continuavano a dire che con lo stop all’opzione nucleare i costi di produzione dell’energia danneggiavano l’economia. Quello successivo del 2011 ha seppellito per sempre l’opzione nucleare.
Oggi una ricerca della Commissione europea dopo quarant’anni chiarisce abbastanza bene la prospettiva:
http://www.greenstyle.it/energia-solare-costa-quanto-il-nucleare-in-europa-116806.html
Non è una grande soddisfazione quella di aver avuto ragione quarant’anni fa e non avere però inciso. Sarebbe però un crimine non capire che uno dei pilastri della fine di un sistema economico ingiusto passi anche e soprattutto in una politica energetica che deve nel giro di un ventennio portarci alla disponibilità di energia da fonti rinnovabili a bassissimo costo.