di Paolo Scattoni
Come forse qualcuno ricorda nel 2011 il governo Berlusconi nell’ambito di un’iniziativa volta alla limitazione delle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche aveva prospettato misure per le pubblicazioni online. Oggi sono in diversi a riprovare a mettere le briglie a un movimento che sta mutando le forme del dibattito pubblico.
Al Senato gli ineffabili e inconsistenti deputati centristi con una proposta di “riforma” della legge sulla stampa del 1948. Viene introdotto l’obbligo di rettifica (misura giusta) condita però da una multa da 8000 a 16000 euro per mancata o inesatta rettifica.
E bravi i nostri parlamentari. E’ evidente che queste cifre sono del tutto risibili per un grande giornale e distruggono iniziative come Chiusiblog. Che cosa può accadere? Che ci siano minacce di azioni legali più o meno pretestuose. Basta un’azione legale per obbligare a nominare un avvocato che deve essere poi pagato vada come vada. Oggi assicurazioni per diverse categorie compresi politici e dipendenti impegnati nella pubblica amministrazione sono sottoscritte proprio per dissuadere eventuali malintenzionati a intraprendere azioni legali senza fondamento garantendo l’assistenza di un avvocato. In questo modo si potranno rilanciare ordini e congreghe varie capaci di garantire una copertura legale ai propri iscritti e così dissuadere chiunque non voglia operare sotto codeste corporazioni.
Chi ha animato un’iniziativa come quella di Chiusinews ha compreso la gravità di questo stato di cose quando un assessore regionale dichiarò di aver dato “ampio mandato” a uno studio legale per verificare se il sottoscritto poteva essere denunciato per diffamazione. Evidentemente lo studio legale non trovò nulla, ma quella dichiarazione poteva determinare la morte di un’iniziativa che garantiva il libero dibattito.
Per il poco che conta la mia opinione, questi sono gli ultimi patetici colpi di coda di un sistema politico che non vuole rassegnarsi alla rivoluzione che la rete sta determinando.