Diversi anni fa, Massimo Catalano, personaggio delle fortunate trasmissioni di Renzo Arbore divenne famoso come il “re dell’ovvio”. A chi gli chiedeva cosa scegliere tra una moglie bella ma povera e una brutta e ricca, rispondeva: meglio bella e ricca.
I fautori della nuova stazione Mediaetruria sembra che si siano rifatti a questa filosofia nell’avanzare la loro proposta. Meglio collegare Chiusi con Roma e Firenze con treni veloci e tariffe scontate per i pendolari.
Buon proposito che però ha partorito una balzana idea. Infatti, al di la delle suggestioni (portiamo la Valdichiana nel futuro e amenità simili) fa acqua da tutte le parti. Ma Paolo Scattoni chiede, giustamente che per smontarla ci si affidi a dati incontrovertibili.
Il sindaco ha dichiarato nella presentazione del Mascagni che la Mediaetruria sarà collegata alla vecchia stazione con delle navette. Quante? Presumibilmente una ad ogni arrivo e partenza delle freccerosse. Di che dimensioni? Non si sa. Eppure è importante perchè l’esperienza insegna che il numero dei posti è fondamentale, quindi meglio più grandi che più piccole se non si vuol correre il rischio di lasciare a piedi qualcuno. Ma, si sa, un autobus più è grande e meno è maneggevole e veloce specie sulle brevi distanze. E infine, ma l’aspetto ovviamente non è secondario, chi le pagherà?
E guardiamo anche i tempi necessari per armonizzare questo servizio accessorio.Oggi, andando alla stazione, mi sono preso la briga di controllarli e ne vien fuori che per il semplice viaggio (dalla pensilona alla nuova stazione) occorrono 5 minuti (naturalmente salvo imprevisti di traffico). Arrivati al parcheggio della Mediaetruria non sembra credibile salire in treno prima di altri cinque minuti (e sono dieci!).
Ma alla pensilona come ci si arriva? E chi sarà che utilizzerà la navetta? E’ ovvio che saranno viaggiatori che arrivano nella vecchia stazione con il treno. Chi si muove con la propria macchina andrà direttamente al parcheggio della Mediaetruria (se ha un treno compatibile per il ritorno), altrimenti anche questi dovranno far uso della navetta per recupera l’auto.
Se un viaggiatore scende da un treno che ferma nel secondo binario e non si trova all’altezza del sottopassaggio impiegherà circa 5 minuti per salire sulla navetta (ma il biglietto si farà a bordo? Bisogna procurarselo prima? E dove?). E allora dall’arrivo del treno nella vecchia stazione all’accomodarsi sulla freccia che parte dalla Mediaetruria ci vorranno almeno 15 minuti, ammesso che tutto funzioni con cronometrica precisione.
Se sommiamo i 15 minuti ai 41 che la freccia impiegherà per raggiungere Roma termini siamo a 56 minuti.
E’ forse il caso di ricordare che alcuni vecchi intercity da Chiusi a Roma termini impiegavano 55 minuti.
Insomma si prospetta (tra alcuni anni, ma quanti?) per chi viene dalla linea di Siena o da Terontola l’uso di una navetta (a pagamento) e l’esborso di un biglietto più caro per ottenere quello che si potrebbe avere domani mattina, a prezzi più contenuti e con meno fastidi (questo si che piacerebbe anche a Catalano!). E’ chiaro che per questa utenza non c’è nessun vantaggio, e una bella fetta di quei 400.000 potenziali clienti svanirebbe.
Già, ma si obietta, però i vecchi intrecity non ci sono più, ormai si viaggia o con i regionali o con le frecce.
Il sindaco di Orvieto, sempre al Mascagni, ha affermato che per la sua città ha ottenuto la fermata di alcuni frecciabianca. http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=e20309296b85a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD
Perchè questa soluzione non andrebbe bene per Chiusi? Troppo semplice e poco costosa?
X Mancinelli.La cosiddetta ”buona fede” in contrapposizione a quella ”mala” sta soprattutto nella volontà di esaminare,liberi da prevenzioni,le casistiche che ci sono di fronte,una volta che ci si è resi conto SERIAMENTE delle opportunità che secondo chi esamina e dovrebbe decidere,che dovrebbero valorizzare il territorio e indurre lo sviluppo. Detto questo e riflettuto sull’avverbio ”SERIAMENTE” personalmente nutro dei seri dubbi che dietro tali-chiamiamole così-”sparate”
ci possa essere la conoscenza di quanto sviluppo si andrebbe ad acquisire,valutata soprattutto la spesa,l’impatto col territorio,i costi di manutenzione e tanto altro ancora,come l’indotto.Allora mi chiedo se non sarebbe meglio investire sull’esistente,potenziandolo con una sensibile minor spesa,andando a ottemperare le necessità di una diversificata fascia di utenza.Dico questo anche perchè visti i risultati di questa classe politica e visto in quale direzione preme l’acceleratore,fra poco si arriverà alle quotazioni in borsa della sagra delle visioni….cioè quella per cui viene validato il discorso”intanto si fa,poi vedremo…”.Non funziona così,dobbiamo capirlo,anche se serve a procurare consenso col plagio.Sono soldi di tutti!
Non sono d’accordo con Stefano Mancinelli. Luciano Fiorani ha fatto un buon lavoro dimostrando come non vi sia alcun vantaggio per chi dovesse utilizzare il treno ad alta velocità in combinazione con i treni regionali e intercity. Avevamo deciso di valutare la proposta del sindaco di Chiusi attraverso criteri tecnici e oggettivi e credo che sia importante proseguire.
Ma se quello che arriva al secondo binario è preciso per il sottopasso ma lo trova allagato?
Di quanto si allungherebbero i tempi di percorrenza per raggiungere la nuova stazione?
E se non funzionasse un ipotetico ascensore per salire ai binari, quanto ci vorrebbe a percorrere le, sempre ipotetiche, scale?
e il colore delle navette potrebbe influire sui tempi di percorrenza?
Detto questo……è tempo perso….non la faranno mai.
A meno che, come lascia pensare lo Scattoni non sia propedeutica ad altro…..