da Giorgio Cioncoloni per conto del gruppo consiliare Primavera
Abbiamo abbandonato il Consiglio Comunale e non abbiamo partecipato alla discussione e all’approvazione del Piano Operativo (ex Regolamento Urbanistico) non perché siamo “rosiconi”, come detto nella profonda analisi politica della segretaria del Pd di Chiusi, Pamela Fatichenti, ma perché:
– non condividiamo i tempi ristretti con cui il Piano Operativo e i provvedimenti conseguenti sono stati portati in Consiglio Comunale per l’adozione, trascurando tutte le fasi di informazione, di confronto e di approfondimento che sarebbero state necessarie per dare un contributo ragionato e consapevole, nell’interesse dei cittadini che anche noi rappresentiamo. Troppo spesso infatti il sindaco si è dimenticato del fatto che anche noi siamo in Consiglio Comunale perché 1.374 cittadini ci hanno dato la loro fiducia e quindi, avendo tutti i titoli per rappresentarli, dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo nel migliore dei modi;
– dai documenti risulta che i progettisti del Piano Operativo hanno consegnato in Comune parte degli elaborati definitivi l’8 maggio e parte l’11 maggio. A noi sono stati messi a disposizione il 21 maggio. In 14 giorni avremmo dovuto esaminare, approfondire, comprendere ed illustrare un progetto urbanistico che i progettisti hanno impiegato un anno per realizzare. Il nostro senso del dovere e la nostra responsabilità nei confronti dei cittadini ci avrebbero infatti imposto di confrontarci, anche pubblicamente, se necessario, per raggiungere un giudizio che fosse stato il più condiviso possibile;
– avevamo chiesto un rinvio del Consiglio a fine mese, che il sindaco non ha ritenuto di concederci senza nemmeno degnarsi di rispondere alla nostra lettera di richiesta;
– abbiamo voluto protestare per l’insensibilità dimostrata nei confronti della legge regionale che stabilisce come fondamentale l‘informazione e la partecipazione dei cittadini alla formazione degli atti di governo del territorio, informazione e partecipazione che in questo caso non sono state attuate, nonostante le solite dichiarazioni propagandistiche, perché non può dirsi tale l’assemblea pubblica del 13 marzo, prima che il Piano venisse definito e completato, né quella dell’11 maggio, sulla VAS, alla quale hanno partecipato 10 persone tra cui i sei tecnici del comune e i due capigruppo consiliari, né le 74 richieste pervenute da parte dei cittadini che altro non sono che richieste di soddisfacimento di interessi personali e che il sindaco spaccia per contributi al Piano;
– non è stato messo in atto nessuno strumento serio per rendere il processo di pianificazione aperto al contributo della popolazione locale, né è esistita nessuna sequenza organizzata di momenti di discussione e di partecipazione, allo scopo di alimentare un dibattito costruttivo sui temi di interesse urbanistico, né tantomeno una campagna informativa che abbia facilitato la comprensione dei processi in atto.
Nel merito del Piano una cosa però l’abbiamo detta nella nostra dichiarazione: il sindaco non ha mantenuto la promessa di una Piano imperniato sul recupero edilizio perché il dimensionamento prevede complessivamente una superficie utile lorda di tutti i comparti di 147.811 mq. di cui solo 59.435 mq. relativi al recupero mentre ben 88.376 mq. tra nuovo impegno di suolo e nuova urbanizzazione. Solo nel comparto residenziale sono previsti 23.642 mq. di nuova edificazione contro 27.710 mq. di recupero che chiaramente nessuno attuerà mai avendo a disposizione la possibilità di nuova edificazione.
Speriamo che i colleghi della maggioranza, sicuramente più bravi di noi, nei 14 giorni a disposizione abbiano ben compreso ciò che hanno votato.
Chiusi meritava sicuramente un Piano Operativo migliore ma altrettanto sicuramente meriterebbe un’amministrazione migliore che non metta in secondo piano gli interessi dei cittadini rispetto alle ambizioni elettorali del sindaco.
Tutto vero. I consiglieri di minoranza hanno fatto la cosa più giusta rispetto a un modo barbaro di portare avanti la cosa.
Bisogna anche ricordare, però, il generale disinteresse nel tempo di forze politiche e cittadinanza. E’ statao dato un incarico a una società di progettazione del nord Italia, che poco o nulla si è vista in loco. L’urbanistica non si può fare così. C’è bisogno di una costante presenza e coinvolgimento. Ormai l’abitudine ci porta a considerare come inevitabile che i piani urbanistici debbano essere redatti da professionisti esterni. Perché non si pensa invece a rafforzare la struttura (magari a livello di unione di comuni) e redigere i piani “in casa” a stretto contatto con tutti i cittadini e non soltanto con quelli con qualche interesse diretto?