Sabato ero al professionale Marconi per l’iniziativa di Laboratorio Ambiente di cui si è già detto. Nei pochi minuti di attesa ho analizzato velocemente i risultati degli scrutini. Ebbene dei 10 migliori delle 5 classi del professionale tre sono italiani e sette stranieri, quasi tutti rumeni. Cosa vogliono dire questi numeri: che gli studenti italiani sono meno capaci degli stranieri? Ovviamente no. Le cause sono molteplici. La prima, forse, è una maggiore consapevolezza dell’importanza della scuola. La seconda è che nei paesi di origine la formazione tecnico-professionale gode di una maggiore considerazione.
Noi ancora basiamo l’istruzione secondaria su un modello, quello di Giovanni Gentile e dell’idealismo italiano di quasi un secolo fa, che poneva l’istruzione umanistica in cima alla scala dei valori, seguita da quella scientifica, poi quella tecnica ed infine quella professionale.
Oggi la piramide va rovesciandosi.
Diciamo allora che la comunità rumena si ritrova in una posizione di vantaggio. Quei ragazzi stanno facendo anche se con fatica (certo in italiano hanno qualche difficoltà!) un percorso “moderno”. Lo abbiamo visto nella citata esperienza di Laboratorio Ambiente. È finita l’epoca che al professionale si andava per poi aspirare a un lavoro che non facesse pensare: avvitare bulloni e poco più. Insomma un lavoro in cui non si doveva pensare. Oggi chi ha un po’ di sale in zucca dovrebbe pensare alla scuola professionale come ad una risorsa importante per le nostre zone.
Ho portato i risultati degli studenti rumeni per ricordare a chi l’avesse rimosse le polemiche sugli immigrati che portano delinquenza (ancora le malattie non andavano di moda). La comunità rumena si è adatta mimetizzandosi, cercando di non farsi notare. Così quell’otto per cento di rumeni sulla popolazione totale di Chiusi non si percepisce. Non partecipano alla vita politica. Non votano alle elezioni comunali, anche se ne avrebbero diritto (potrebbero eleggere, se votassero compatti uno o due consiglieri comunali di nazionalità rumena).
Allora quando si guarda agli sbarchi di oggi si pensi ai pregiudizi di ieri. Anche perché gli ultimi arrivati, dato il colore della pelle, avranno qualche difficoltà a mimetizzarsi.