Abbiamo a lungo discusso dei cinque minuti, calcolati traccia oraria alla mano, che segnano la differenza fra una stazione in linea di un treno ad alta velocità e quella dello stesso treno che invece dovesse fermare nell’attuale stazione. Se è così evidentemente le FS o si oppongono alla stazione in linea oppure considerano quei cinque minuti importanti.
Allora provo a suggerire un modo su come risparmiare cinque minuti per chi prende il treno dalla stazione Tiburtina. La stazione Tiburtina è importante perché viene considerata la stazione dell’alta velocità per Roma. Vi fermano quasi tutti gli eurostar e italo. Vi fermano anche numerosi regionali. Ci sono voluti molti anni per ammodernare quella stazione e una cifra, si dice, intorno ai 700 milioni. Si tratta di una stazione sospesa su tre piani, il terzo è occupato da una galleria commerciale.
Bene un tempo per prendere il treno si passava da una capiente sottopassaggio. Ora non più. Per arrivare al binario occorre fare tre rampe di scale in salita e due in discesa per attraversare la galleria commerciale. Ci vuole poco a capire che veniamo costretti a questo giro per passare dai negozi. A Firenze lo chiamano “giro pesca” a Roma “giro di peppe”. La sostanza comunque è quella. Per arrivare al treno si impiegano circa sei minuti (dipende dall’età del viaggiatore e da quanti bagagli deve trascinarsi dietro). Col sottopassaggio non si impiegherebbe più di un minuto. Ecco vi ho trovato i cinque minuti!!!
Ma quanto ci costano quella ventina di negozi (in parte chiusi) nella galleria della stazione Tiburtina. Qualche centinaia di milioni sicuramente la loro costruzione. Veniamo alla gestione corrente. Quanto agli ignori viaggiatori, facciamo un calcolo utilizzando in maniera molto ruspante la cosiddetta valutazione contingente che si basa sulla domanda “quanto saresti disposto a pagare… per evitare il giro attraverso la galleria commerciale e risparmiare cinque minuti?”. Calcoliamo 10 centesimi per essere prudenti (in realtà di vorrebbe un campione di interviste). Bene moltiplichiamo i 10 centesimi per il numero di passeggeri che ogni giorno debbono prendere il treno a Tiburtina. Il calcolo difficile per ché le Ferrovie non rilasciano statistiche sui treni ad alta velocità. Ipotizziamone 30.000. Quindi 3000 euro al giorno che moltiplicati per 365 fanno circa un milione. Non so se la società Grandi Stazioni riesce a riscuotere una cifra simile dagli affitti. Non credo proprio, ma non importa: i signori passeggeri contribuiscono per un servizio che non c’è.
Scrivo tutto questo perché mi ricorda una vicenda che iniziò l’anno scorso proprio di questi tempi. Erano ormai settimane che i tornelli di Tiburtina non erano funzionanti. Nessun altro cartello per indicare che di lì non si doveva passare. C’era soltanto un signore che diceva di tanto in tanto che di lì non si dovevo passare per l’accesso ai binari. Nonostante questa vaga e ingiustificata raccomandazione sono passato. Il signore ha chiamato la Polfer che mi ha comminato una contravvenzione. L’ho contestata presso il Giudice di pace e non solo ho vinto, ma il Ministero degli interni è stato esso stesso sanzionato per quasi 300 euro. Scarsa soddisfazione, tanto siamo sempre noi a pagare.
Come si vede, però, tutta la gestione delle Ferrovie è molto spesso irrazionale. Per loro cinque minuti sono troppi a seconda delle circostanze.