Mi riferisco a quanto dichiarato e pubblicato nel fine settimana scorso dal “Sindaco Bettolini” e dalla segretaria del PD di Chiusi Pamela Fatighenti.
Se non ci fossero le condizioni per una quasi tragedia annunciata, ci sarebbero quelle di una tragicommedia.Una volta si diceva:”il bue che dice cornuto all’asino”. Infatti si stigmatizzano le dimissioni e l’autosospensione dei consiglieri di minoranza come comportamento che manca di serietà e ci si aspetta un atto di responsabilità nei confronti della città, con il rientro in comune. Ma quale favola stiamo raccontando?
Per la precisione:il Consiglio comunale di Chiusi, con decreto del Presidente della Repubblica Mattarella, è stato sciolto, non per le dimissioni e l’autosospensione dei 4 consiglieri di minoranza, ma per la decadenza del Sindaco Stefano Scaramelli che, dopo aver sostenuto la sua campagna elettorale con lo slogan che mai avrebbe abbandonato la sua città e che non c’è un mestiere più bello di quello di fare il Sindaco, ha colto prontamente la felice, per lui, opportunità, di passare a incarico diverso, più importante e sicuramente più remunerativo. Quindi le opposizioni non c’entrano affatto!
Le loro decisioni sono nate dall’ennesimo atto di prevaricazione da parte del Sindaco Scaramelli che ha sostituito il vice-Sindaco Sonnini, da lui stesso nominato nel 2011, con un rimpasto di Giunta, senza però, almeno informalmente, darne notizia al Consiglio comunale come atto di rispetto e di volontà di condivisione.Questa azione, non è stata contestata dal punto di vista giuridico, bensì da quello etico, morale, civile e in fondo politico. Così come si era ben certi che il Prefetto non avrebbe potuto cambiare la situazione commissariando.
Ritengo di interpretare però, la volontà di coloro che speravano nel commissariamento, evidenziando, ancora una volta, uno stato di cose insostenibile per le opposizioni che non avevano altro mezzo se non quello di rendere pubbliche le proprie decisioni con un atto clamorosamente insolito.
Tardiva mi sembra la richiesta “giornalistica” del Sindaco Bettollini di riaprire il dialogo, forse cominciano a pesare le responsabilità di gestione in splendida solitudine! Per la maggioranza infatti è il momento di assumere fino in fondo le proprie responsabilità, per programmare “la città del futuro” e non lasciare agli altri il merito di fare proposte alternative e magari discordanti. Sono passati ormai alcuni mesi e quindi “mala tempora currunt”. Infatti, non sembra che siano venute meno gli atteggiamenti dei consiglieri di maggioranza che hanno indotto le opposizioni a scegliere, pur in modo diverso, la strada di una sorta di “aventino”.
Per quanto mi riguarda l’atteggiamento assunto,voleva essere una sorta di invito a riflettere sull’opportunità di dialogare in modo costruttivo con le minoranze senza farsi prendere dall’entusiasmo della vittoria numerica che, in democrazia, pur essendo il sistema diretto di elezione, può diventare pericoloso e improduttivo. Quando poi non si superano i limiti del rispetto istituzionale oltre a quello umano per le persone che,comunque, rappresentano una buona parte della cittadinanza. Comunque non verrà sicuramente meno l’attenzione e l’apporto di una linea politica diversa da quella del centro sinistra, soprattutto per decisioni importanti per il futuro di Chiusi come, per esempio, il problema dello stadio comunale, quello dell’alta velocità, e l’altro dell’eventuale fusione tra i comuni di Chiusi e di Chianciano. Tralasciando ,solo per il momento, quello dei servizi, delle prestazioni sanitarie regionali, provinciali, e di zona; quello dell’impegno per incrementare il lavoro per i giovani che non sembra rappresentare una priorità per i nostri “audaci” amministratori, quello per un sistema incentivante per il turismo stanziale in antitesi a quello “mordi e fuggi”.
Non possiamo, a mio avviso, cedere troppo il passo e presentare il paese, a maggio, senza linee politiche differenti con programmi inevitabilmente diversi, favorendo la già alta astensione, fenomeno da non sottovalutare. Il rilancio di Chiusi deve necessariamente partire da una comunità, da una società civile che possa offrire spunti interessanti nei vari settori, dell’artigianato dell’industria, dell’agricoltura, della scuola e così via per un programma coeso e globale, senza diritti di primogenitura. Pertanto:”dura lex sed lex” non è una vittoria né una sconfitta: è una presa d’atto di una realtà che per il momento non si può cambiare. Ci sarà “tempo ancora per farlo”.
Non me ne vorrà la consigliera Fiorini se dico che a questo punto non è più questione di “cortesia istituzionale”. Ormai le posizioni sono conosciute e rimestarci sopra appare una perdita di tempo. Sbagliala maggioranza a lanciare appelli di riapertura del dialogo, sbaglia, però, anche la consigliera Fiorini a rispondere ad appelli retorici e senza contenuto.
Quello che a mio avviso si dovrebbe fare è entrare non genericamente sulle questioni. Nel blog su alcuni argomenti siamo arrivati a sintetizzare il dibattito su questioni importanti a formularle che basterebbe esprimersi in maniera chiara: fra le scelte alternative prospettate per la questione x scelgo la prima, la seconda, la terza… nessuna di queste perché ne ho una quarta e ve la dico. Purtroppo tutte le espressioni politiche (partiti, liste, movimenti, ecc) sono molto restie a giocare questa partita. Se è così sarebbe bene che ci fosse risparmiato il minuetto del dialogo offerto o rifiutato. Si trovi un’arena di discussione sulle scelte e la si utilizzi adeguatamente.