Alle pagine 8 e 9 del supplementi Affari&Finanza di Repubblica c’è un’interessante inchiesta dal titolo “L’alta velocità diventa virtuale”. Vale la penna riportare titolo e sottotitolo “Il digitale fa correre i treni 250 all’ora sulla rete ordinaria nuova sfida di Italo a Trenitalia. La rivoluzione hi-tech nelle ferrovie con nuovi investimenti tutti tecnologici, entro il 2018 si taglieranno i tempi i tempi di percorrenza tra Salerno e Reggio e tra Bologna e Lecce di un’ora circa, con la domanda crescerà anche la concorrenza”. Poi nell’articolo si specifica che entro il 2018 si potrà risparmiare un’ora contro i sessanta di un’eventuale quadruplicamento che necessiterebbe molti anni e investimenti di miliardi di euro per un risparmio di appena 10 minuti in più. Risultati altrettanto sorprendenti avverrebbero sulla Bologna Lecce, sulla Roma-Ancona e molte altre tratte. A cosa di dovrebbe questo miracolo? Semplice, dai nuovi sistemi di segnalamento. Così l’articolo “Se prima sulla rete non ad alta velocità si potevano raggiungere al massimo 180 chilometri, con il nuovo sistema di segnalamento gli stessi treni oggi in circolazione potranno arrivare a 250 chilometri all’ora. Ma è tutta la velocità media, al di là dei picchi, che si innalza di molto.”
È possibile che non sia una vera inchiesta, ma una mega marchetta giornalistica a favore di Italo. Vale però la pena approfondire. Nei mesi passati abbiamo assistito a tanta propaganda intorno alla famosa stazione in linea. Da più di un anno abbiamo dimostrato, dati alla mano, che quella soluzione dovunque si collochi è una sesquipedale sciocchezza. È sicuramente un dibattito che appartiene al passato. Gli svedesi invece di creare linee privilegiate dove si possa viaggiare a trecento chilometri all’ora hanno preferito una strategia che migliori l’intera rete. Ora l’innovazione tecnologica sembra dar loro clamorosamente ragione.
In questo blog questa impostazione è stata sostenuta da molti. Nessuno ha avuto la compiacenza di rispondere. Oggi a dire queste cose non è soltanto un insignificante blog di provincia che però non riesce a farsi sentire a Firenze.
Grazie Carlo (Giulietti) per aver segnalato il link. Io non lo avevo trovato. Una prospettiva come quella indicata non solo metterebbe definitivamente in soffitta la stazione in linea, ma anche quella dell’aeroporto di Firenze (vedi articolo di Fiorani) che è giustificato dagli eccessivi tempi di collegamento con quello di Pisa, che a 200 km all’ora si raggiungerebbe in 20/30 minuti. I 150 milioni che lo Stato metterebbe per la nuova pista a Firenze basterebbero e avanzerebbero per mettere a posto la linea con le nuove tecniche di segnalamento.
L’articolo di Paolo mi ha interessato subito e ho cercato l’articolo (http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2015/11/16/news/il_digitale_fa_correre_i_treni_250_allora_sulla_rete_ordinaria_nuova_sfida_italo_a_trenitalia-127538869/?refresh_ce ) dal quale ha preso spunto il suo, in effetti ne esce uno scenario molto ben promettente per il potenziamento e l’efficientamento del trasporto ferroviario (“l’alta velocità “virtuale”: tutta tecnologia e pochissimo, quasi nulla, cemento”). Peccato che non ci sia anche altrettanta attenzione per il trasporto merci, almeno da qui non traspare, ma intanto speriamo si inizi. Certamente, se le proposte fossero confermate e portate avanti, l’idea della inutile mega stazione in linea decadrebbe definitivamente.