Ho letto la lettera aperta che Marco Lorenzoni ha scritto a Walter Veltroni in occasione della presentazione del libro “ciao” al teatro mascagni di Chiusi ed ho fatto le seguenti riflessioni.
Non sono andata ad assistere all’iniziativa per due motivi principali:
-avevo assistito alla stessa presentazione, cioè del libro, qualche tempo fa presso la multisala clev di Chiusi e non ero piu’ interessata, ovviamente, alla stessa iniziativa.
-non trattandosi, a mio sempre modesto parere, di un’opera d’arte ma, pur lodevole, solo di un’indagine, assolutamente personale che potrebbe allargarsi al rapporto spesso non risolto di contrasto tra genitori e figli, legato anche alla società che stiamo vivendo.
Nel caso di Veltroni se ne parla a posteriori, per la morte prematura del proprio padre.
Sarebbe stato e sarebbe interessante invece approfondire l’argomento richiamando l’attenzione proprio sul contrasto tra due generazioni con conseguenze spesso “devastanti” dal punto di vista esistenziale, a volte pericolose per i giovani, bisognosi di attenzioni e di risposte.
Al clev ero stata invitata dall’assessore Chiara Lanari, presente insieme alla segretaria pd, Fatighenti, e mi sono meravigliata nel non vedere schierata l’intera giunta come in molte altre occasioni, forse piu’ come persona con un passato di docente e dirigente scolastico che come consigliere comunale (per inciso, consigliere comunale lo sono ancora!) E nell’occasione ho avuto modo con la mia solita chiarezza e trasparenza di rispondere alla presentazione personale dello scrittore. “c’è un particolare che può essere un neo, un difetto: sono rappresentante di forza italia (ora non più)”
La risposta di Veltroni con un sorriso politicante, se non ricordo male, e’ stata: “e’ il bello della pluralità delle idee”.
Ecco, proprio in ossequio alla pluralità delle idee, potrei, per una volta, essere d’accordo con il giornalista marco Lorenzoni: le occasioni più ghiotte da sfruttare con un personaggio cosi’ rappresentativo come Veltroni dovrebbero affrontare le problematiche sociali delle quali proprio lui come politico, e non mi si dica che ora è solo uno scrittore o un imprenditore cinematografico, e’ stato e, ritengo sia, un protagonista di primo piano.
Sarebbe per lui troppo riduttivo e non farebbe giustizia al partito di maggioranza che, suo malgrado, presenta tante anime e diversi punti “oscuri”.
Non voglio e non posso entrare nel merito, non ne avrei le conoscenze dirette ma forse sarebbe il momento di far uscire dal famoso “vaso di pandora” tutto cio’ che , ultimamente, del pd, sta facendo scandalo. Ovviamente questa regola dovrebbe valere per tutte le organizzazioni politiche, senza fare sconti a nessuno.
Vogliamo parlare per esempio : del problema del lavoro, del problema della sicurezza, dell’assistenza alle classi piu’ deboli, del rilancio della cultura che dovrebbe passare anche attraverso la scuola superiore di Chiusi che sta “morendo” per mancanza di iscrizioni, del turismo non solo itinerante e cosi’ via?
E aggiungo; del nuovo piano strutturale di Chiusi che non tiene conto delle reali necessitaà del territorio e che si vanta solo, da parte dell’amministrazione, di aver provveduto a “tappare qualche buco nei territori isolati”. Per inciso, non quello della strada provinciale chiusi-chianciano!
Forse, Walter Veltroni avrebbe potuto dare qualche buon suggerimento. Mi si puo’ rispondere che Veltroni e’ stato invitato per la presentazione del libro, ma il momento poteva essere un’occasione, un’opportunità. A questo punto, mancata.
Ormai i rarissimi dibattiti che ci sono da queste parti sono improntati al bon ton televisivo dove la domanda più insidiosa è: che programmi ha per il futuro?
Mi permetto di intromettermi in quanto ho letto anche io la lettera aperta di Marco Lorenzoni e devo dire, leggendo anche l’intervento della Sig.ra Fiorini, che le iniziative devono avere un loro contesto. Non si può invitare un personaggio dal nome altisonante a presentare un libro, peraltro molto intimo e personale e poi parlare di altro. Nella fattispecie il Walter Veltroni politico si è, o lo hanno rottamato. Punto.
Anche tutto il panegirico di Marco Lorenzoni non è altro che la storia politico-personale di una “delusione” avvenuta a latitudini diverse: quella provinciale per Marco e quella di Walter come personaggio politico di primo piano.
In fondo poi, tutto il desiderio di Marco era quello di chiedere conto a Walter su Odevaine “senza intenzione di rovinare la serata…”