Alle ore 15 di lunedì 3 novembre la Città di Chiusi si è fermata in un minuto di silenzio per commemorare Don Mosè, il suo patriarca, serenamente deceduto alle ore 9 di sabato 21 nell’ abitazione di Via Petrarca. Don Mosè, ottantasette anni, di cui ben 63 passati a Chiusi, grazie alla sua personalità carismatica, ricca di umanità e spiritualità, è stato un maestro di vita e di fede per tre generazioni, non solo a Chiusi ma anche oltre.
Il Sindaco Iuri Bettollini, consapevole di quanto questo sacerdote abbia segnato la storia della Città, appena informato della scomparsa, ha decretato, per la prima volta nella storia della Chiusi repubblicana, il lutto cittadino. La notizia della morte, rimbalzata velocemente nei social network e corroborata dal documentario <<Quarant’anni di un povero prete>> inserito in face book da Mauro Bischeri di Montallese, ha dato la stura ad un vero e proprio pellegrinaggio verso Chiusi e la chiesa di S. Maria Novella, dove è stata composta la salma.
Sono giunte persone da ogni dove, anche da molto lontano, praticanti e lontani, fedeli e atei, vecchi e giovani, e tutti commossi e uniti dal mistero di un uomo che non ha fatto altro che testimoniare, con il dono della fede e quello umanizzante della gioia, l’amore di Dio per tutti gli uomini. Anche durante il Concerto della Filarmonica <<Città di Chiusi>> in onore a Santa Cecilia, che si è svolto domenica pomeriggio al Mascagni, è stato dato ampio spazio alla commemorazione di Don Mosè.
La liturgia funebre è iniziata puntualmente alle ore 14 di lunedì in S. Maria Novella, quando, dopo la preghiera e la benedizione del parroco Don Azelio, è stata chiusa la bara al canto del Simbolo apostolico.
I fratelli della Venerabile Confraternita di S. Maria della Misericordia hanno portato a spalla la bara fino alla Cattedrale di San Secondiano, gremita in ogni spazio da persone di ogni genere, molte delle quali non certo praticanti. Sull’antichissimo presbiterio erano stretti diaconi, accoliti, 24 sacerdoti e tre vescovi: Mons. Divo Zadi, Mons. Rodolfo Cetoloni e l’ ordinario diocesano Mons. Stefano Manetti che ha presieduto la celebrazione. Nell’ omelia il nostro Vescovo ha tratteggiato la pastorale di Don Mosè che è stata creativa, profetica nello scorgere i segni dei tempi, e attenta alle persone. Sono apparse così tutte le attività sociali e pastorali di Don Mosè che hanno fatto la storia del paese: Associazione Sacro Cuore, Carnevale dei Ragazzi, Vitt, campeggi, Azione Cattolica, Corsi Serali, Circolo Giovanile <<Graziano da Chiusi>>, Cammino Neocatecumenale. <<Ci sentiamo tutti suoi figli>> è stata la frase che il Vescovo aveva sentito pronunciare da molti e che ha riportato a conclusione della sua omelia insieme all’altra, proprio di Don Mosè che amava definirsi <<un povero prete amato dal Signore>>.
Il Parroco Don Azelio, nel saluto finale, ha ringraziato tutti i presenti ed in particolare il Sindaco e la giunta comunale per la vicinanza dimostrata, e Edoardo, il badante peruviano che da due anni ha assistito Don Mosè con l’amore di un figlio e con il rispetto del fedele. Don Azelio ha inoltre sottolineato la virtù dell’obbedienza di Don Mosè dimostrata quando aveva accettato, controvoglia, di farsi curare e assistere. La Filarmonica Città di Chiusi ha accompagnato musicalmente il funerale fino al cimitero dove, per ora, è stata deposta la salma di Don Mosè, <<povero prete amato dal Signore>> e, aggiungiamo noi, anche dagli uomini che hanno avuto il dono di incontrarlo.