Confesso che sono abbastanza stanco di correre dietro all’informazione strumentale del gruppo di maggioranza che governa il nostro paese e di un Pd che di fatto non esiste perché praticamente imploso nella giunta e nel gruppo consiliare.
L’ho fatto per quattro lunghi anni, insieme ai colleghi consiglieri comunali e ai collaboratori della lista “La Primavera di Chiusi”, con l’unico scopo di mantenere fede al mandato elettorale, ma purtroppo senza ottenere risultati tangibili e quindi non so se continuerò a farlo ancora.
Avrei voluto impiegare il mio mandato in maniera più propositiva, nell’interesse del mio paese, al quale, nonostante tutto, tengo in maniera eccezionale e verso il quale provo una profonda tristezza nel vederlo così mal ridotto. Un sindaco e una maggioranza pieni di sé e con presunzione di autosufficienza me lo hanno impedito costringendomi ad un ruolo di sola denuncia che si è spesso trasformata in una voce nel deserto.
Il nostro paese infatti è ormai narcotizzato dalla propaganda politica di chi vuol far vedere le cose come fa comodo e non come sono in realtà.
Gli organi di informazione locali sono, chi più chi meno, tutti allineati al potere di chi governa. Danno risalto a qualsiasi esternazione, senza specificare che la fonte è il governo stesso e facendo così in modo che i lettori pensino a reportage giornalistici e non alla pubblicazione di semplici comunicati stampa che nessuno verifica nella sostanza.
L’ultimo esempio sono i numeri del Piano Operativo (ex Regolamento Urbanistico) “approvato dopo 8 ore di consiglio comunale” in cui la maggioranza si è confrontata solo con se stessa perché le opposizioni da tempo si sono dimesse o autosospese per protestare contro l’abbandono dell’ex sindaco che ha preferito seguire le proprie ambizioni piuttosto che rispettare il proprio mandato.
“Promessa non mantenuta”, verrebbe da dire, usando una formula a lui tanto cara e considerando che questa era la promessa più importante.
Nel comunicato sul Piano Operativo la conferma delle vecchie previsioni e il completamento dell’esistente vengono sommati al recupero in modo da nascondere la vera portata edificatoria. Ma sia la conferma delle vecchie previsioni che il completamento dell’esistente sono possibilità di nuove edificazioni rispetto alla situazione attuale e quindi nuovi metri cubi di cemento che, insieme alle nuove urbanizzazioni, potranno investire il nostro territorio senza che sia stata indicata una valida motivazione ma solo in nome di una fantomatica e generica ripresa economica che ormai solo a Chiusi si crede possa basarsi sull’edilizia indiscriminata perché tutto il mondo riconosce non essere più così.
Sommando tutti i comparti del riepilogo del quadro previsionale strategico, elaborato 6, allegato 4 delle norme tecniche di attuazione del Piano Operativo, si ottengono 147.811 mq. di superficie utile lorda di cui 59.435 mq. di recupero (pari al 40,21 % invece del 87% dichiarato) e 88.376 mq. di nuove edificazioni (pari al 59,79% invece del 13% dichiarato) suddivise tra nuovo impegno di suolo e nuova urbanizzazione.
Chi governa può decidere come meglio crede, abbia però il coraggio di assumersi le relative responsabilità in maniera trasparente, senza confondere i numeri per carpire la buona fede dei cittadini.
Bene ha fatto Giorgio (Cioncoloni) a rendere noti i numeri reali del Piano operativo. Alla faccia del recupero viene da dire. E’ addirittura prevista la vendita di piazza Toscanini con tanto di possibilità di edificarci sopra!
Sul resto, poco da aggiungere, così va Chiusi: si pensa ancora al mattone quando da un pezzo volano i droni.
Capisco l’amarezza di Giorgio (Cioncoloni) e quello della signora Fiorini. Tanti anni fa ci sono passato anch’io e poco importa se la maggioranza di allora era un po’ meno arrogante di quella di oggi. Quello che scrive Giorgio sul Piano Operativo è condivisibile. Troppo spesso in urbanistica dietro a qualche slogan si nasconde il contrario di quello che si afferma. Vorrei solo aggiungere che l’alienazione di piazza Toscanini è prevista dal piano. Bene ora se si vuole procedere occorre tenere conto appieno delle nuove previsioni. Ora la stima deve necessariamente tenere conto che si vende un’area non solo completamente urbanizzata, ma anche con “ricche” previsioni a favore dell’acquirente. Dovrà essere l’Agenzia del Territorio (catasto) a validare quelle stime. Non tutto il male (e urbanisticamente ce n’è molto) viene per nuocere.