In questo blog si è discusso del referendum sulla legge della sanità toscana. La proposta di referendum per abrogazione della legge ha raccolto 55.000 firme e si sarebbe dovuto tenere in primavera 2016. C’è una proposta di legge della maggioranza che modifica la legge e quindi annullerebbe il referendum. È interessante esaminare la tempistica. La proposta iscritta all’ordine del giorno della Commissione sanità (quella presieduta dall’ex sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli) è stata discussa giovedì 3 dicembre e continuata ieri 4 dicembre. L’espressione del parere dell’aula avverrà mercoledì 9 o giovedì 10. Pare che la discussione e approvazione da parte del Consiglio sia prevista per il 15 dicembre. Dopo, addio referendum. Quando si dice l’efficienza.
Non conosco il testo della proposta di legge, occorre vedere quanto accolga dei contenuti del referendum. Il periodo natalizio, si sa, non è quello più adatto per confrontarsi e discutere. Comunque da qui al 15 e anche dopo questo blog, come in passato, è aperto alla discussione su un tema che interessa tutti.
Un po’ ho seguito la questione e questa è l’idea che mi sono fatto:
Alcuni mesi fa, poco prima delle elezioni, la giunta regionale vara (e il consiglio approva) la riforma sanitaria ragionale. Una riforma che riduce il numero delle Asl da 12 a tre (la nostra Asl7 verrà accorpata con Arezzo e Grosseto e la sede direzionale sarà ad Arezzo), ci saranno “razionalizzazioni” cioè taglistimati in oltre 1.000 unità nell’intera regione, si accresce ulteriormente la presenza dei privati nella sanità pubblica e vengono ulteriormente marginalizzati gli ospedali periferici.
Contro questa riforma nasce un comitato (Crest) che in meno di due mesi raccoglie oltre 55.000 firme per indire un referendum per abrogarla. A sostegno del Comitato si schierano tutte le forze politiche di opposizione (Si-Toscana, Lega, Forza Italia e 5Stelle).
A questo punto la Giunta regionale corre ai ripari e cerca di varare in fretta e furia una riforma della riforma per evitare il referendum. Il perché è ovvio: il clima tra i cittadini sembra assai critico verso l’assetto sanitario che hanno in mente Rossi, Saccardi e Scaramelli e la possibilità che il referendum venga vinto da chi l’ha promosso sono molto alte.
E’ evidente che se salterà il referendum si andrà per avvocati e tribunali. Insomma, sulla sanità, il Pd toscano sembra preferire la via giudiziaria a quella del confronto con i cittadini.