Quando chiusinews fu minacciato di chiusura, tramite Paolo Miccichè venimmo in contatto con Luigi Boschi che a Parma operava con un blog sicuramente più ricco di chiusinews, ma ispirato allo stesso spirito e le stesse regole. Oggi è quello stesso blog a subire una sorte simile. Luigi Boschi sta aspettando il giudizio della Cassazione e il blog è minacciato di chiusura.
NON È CONCEPIBILE CHE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE POSSA ESSERE MINACCIATA DA NORME AMBIGUE E MAI RIVISTE.
Non possiamo che augurare che quel servizio, perché di questo si tratta, continui. C’è o non c’è nella nostra Costituzione un articolo 21 che sancisce la libertà di stampa?
Di seguito la descrizione che lo stesso Luigi Boschi dà del suo giornale online:
Il socialblog “luigiboschi.it” è divenuto nel tempo un giornale online quotidiano, un luogo virtuale contestualizzato aperto a opinioni, informazioni, news, video, una ricerca di espressione artistica digitale individuale e collettiva nella comunità virtuale, nel divenire di una realtà nei suoi molteplici aspetti. Una voce mutevole e diretta di un accelerato divenire biotecnologico: una continua esperienza di futuro. Non si censura (se non le offese o le pretestuosità), non si emargina, ma si comprende e si include coltivando i diritti delle diversità, il diritto di cronaca, di opinione, di satira. Questa è la mia opera che vogliono sequestrare.
Ma il motivo dell’oscuramento?
Ricordo che per vedere http://www.luigiboschi.it
è necessario andare su Proprietà del protocollo internet versione 4 (TCP/IP4) e mettere come server DNS preferito 8.8.8.8 e come server DNS alternativo 8.8.4.4
Mi scuso con Luigi Boschi. In effetti sul mio computer i parametri di Dns erano stati cambiati in precedenza.
Io comunque non ho difficoltà ad aprire il blog. Forse dipende dal fatto che non utilizzo Windows come sistema operativo, bensì Ubuntu.
In realtà il Blog di Luigi Boschi è già stato oscurato sul territorio nazionale, tanto è vero che non lo si può visualizzare se non cambiando i parametri di Dns del browser. Si tratta di un fatto gravissimo “a prescindere” dalla eventuale colpevolezza (peraltro, nel caso specifico, davvero tutta da dimostrare). I giornali e le emittenti televisive ricevono decine se non centinaia di querele (“Il Fatto quotidiano”, “Report” e via di seguito) ma – tranne alcuni casi eclatanti – non vengono interrotte pubblicazioni o trasmissioni anche in presenza di un torto accertato da parte di chi ha fornito la notizia. Esistono le pubbliche smentite, le eventuali scuse oppure procedendo, le sanzioni amministrative, anche pesanti se necessario. Ma zittire una voce democratica staccando la spina non è tollerabile. La Democrazia non si esercita solo con il diritto di voto una volta tanto ma con un controllo quotidiano sul suo reale funzionamento. Implica quindi, dallo stato di Sudditi, essere passati a quello di Cittadini.