Centro merci che non c’è: il costo dell’esproprio e il silenzio della politica

centro mercidi Paolo Scattoni

Premessa: questo post non riguarda in alcun modo la legittimità dell’operazione centro merci. È tutto regolare. Il Centro logistico costato più di due milioni e mezzo di euro c’è. È terminato e non è nella lista delle opere non terminate.

La domanda che il cittadino comune si pone non può essere che questa: “Un centro logistico, che ci dicono felicemente terminato, si configura come un chilometro di strada che non va da nessuna parte ed è praticamente inutilizzata. A che serve? Si tratta davvero di un centro logistico? Si può chiedere conto se i nostri soldi siano stati spesi bene o male? Il finanziamento tramite il Patto Territoriale (fondi europei e Fondazione MPS) come è riuscita a produrre qualcosa che da un punto di vista ambientale è sicuramente un danno più che un guadagno e dal punto di vista economico il niente assoluto? Sinora la politica non ha risposto.

Un ricercatore potrebbe utilizzare questo come un interessante caso di studio che però richiede tempo e risorse. Sulle risorse una nota en passant: se volete accedere agli atti in Comune il “prezzo di ingresso” è da poco di 30 euro. Ci ritorneremo, ora però si capisce perché molti preferiscono andare in discoteca: costa meno e ci si diverte di più. Ma su questo si dovrà discutere in futuro. Ritorniamo al centro logistico che c’è ma non si vede.

Una parte di quei due milioni e mezzo di euro riguarda il costo dell’espropriazione. Come da procedura, quando si è dovuto procedere si è correttamente chiesta la valutazione dell’Agenzia del Territorio (ex Catasto per semplificare). A parte un piccolo lotto in cui insistevano alcuni manufatti (valutato 23.000) euro per il resto dei terreni la valutazione è attestata sul valore agricolo. Alcuni hanno accettato, due per un totale di circa 3 ettari e mezzo, no. Hanno chiesto un arbitrato. La legge prevede una commissione di tre membri nominati dal Comune e un terzo dal Tribunale Civile (all’epoca Montepulciano) che deve scegliere il terzo arbitro ” … tra i professori universitari, anche associati, di estimo, ovvero tra coloro che risultano inseriti nell’albo dei periti o dei consulenti tecnici del tribunale civile nella cui circoscrizione si trova il bene”. È  un po’ come dire che un premio letterario deve essere presieduto da un Nobel per la letteratura, in assenza va bene anche il responsabile della biblioteca cittadina.

Comunque sia la commissiona arbitrale, nel nostro caso per i tre ettari e mezzo la valutazione passa dai 50.000 euro dell’Agenzia del Territorio ai 550.000 dell’arbitrato, 11 volte in più. Con quei soldi si poteva procedere all’esproprio e all’urbanizzazione dell’intera area e non soltanto di una parte.

Tutto regolare abbiamo detto. Ma se i risultati sono questi occorre prendere atto che il Centro logistico è stato molto costoso e non funziona. Poi la parola passa alla politica. Da cittadino dico che il Patto Territoriale va chiuso.

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8 risposte a Centro merci che non c’è: il costo dell’esproprio e il silenzio della politica

  1. pscattoni scrive:

    Caro Massimo (Mercanti), il discorso sarebbe lungo e lo riprenderemo. Il centro merci doveva avere un collegamento ai binari. C’era un accordo con le ferrovie? Secondo me no. Poi prima di dire Centro logistico non era il caso vedere ciò che già c’era? Cargo, società delle Ferrovie dello Stato ha utilizzato un piazzale fino a non poco tempo fa per il carico su camion. L’attività non era di poco conto e occupava qualche addetto. Ora quel piazzale non si usa più perché chi ha interesse ad uccidere il trasporto merci su ferro, sostiene che quel piazzale non a norma a causa delle ceneri di carbone di quando le locomotive andavano a carbono. La sua messa a norma sarebbe costata quanto? Mezzo milione di euro? Se poi quel piazzale non fosse bastata se ne poteva eventualmente prevedere l’ampliamento. Possibile che nessuno si sia preoccupato di chiedere informazioni?
    Sulle altre opere ho già scritto, incluso il fatto che il centro sportivo sia sorto su un terreno non adatto perché contenente materiali impropri, e difatti commentai con un “Ma poprio tolì?”. Nessuno ha risposto. I costi ci dice la relazione di collaudo sono notevolmente aumentati.M a ora si parla di centro logistico e cambiare troppo il tema potrebbe complicare il dibattito.

  2. Massimo Mercanti scrive:

    In conclusions Paolo: Da cittadini e da ricercatore chiediti se il Comune lo definisce un centro intermodale funzionante nei comunicati stampa, invece che aver cercato in questi anni le risorse (spese per mille altri progetti e marciapiedi) per completare le opere di urbanizzazione necessarie ad avere un centro intermodale, e aver messo in atto tutte le operazioni organizzative necessarie, di chi è la colpa? Di chi ha finanziato un primo lotto del progetto complessivo o di chi non ha dato gambe al completamente dell’operazione?

  3. Massimo Mercanti scrive:

    Ma perché il Pania è un funzionante centro sportivo? L’ex frigomacello è una funzionante realtà che serve a qualcosa? Due milioni di euro per il rimodernamento dei marciapiedi della Stazione la renderanno una stazione AV? Dai… chiediti se non è il caso di dire che funi e campane ci sono state e qualcuno non ha saputo suonare l’alleluia…

  4. pscattoni scrive:

    Non sarebbe la prima volta che, in maniera più o meno consapevole, un insieme di istituzioni arrivano a risultati fallimentari. Perché se non è così allora qualcuno ci deve spiegare perché quello che è stato realizzato deve essere considerato un funzionante centro intermodale.

  5. Massimo Mercanti scrive:

    Risparmiami l’articolo…Probabilmente il progetto non era solo una strada sul nulla altrimenti molte istituzioni ne sarebbero corresponsabili. Si certo le 11 volte è riferito all’arbitrato…

  6. pscattoni scrive:

    Caro Massimo, come sai i commenti hanno un limite di 1400 caratteri, ma niente ti impedisce di scrivere un articolo. Non c’è problema.
    Detto questo, riprendo il tema da cittadino e non da ricercatore. Se quell’opera non è incompleta, ma completa e perfettamente corrispondente al progetto, allora significa che il sistema di finanziamento non funziona perché non si riesce a valutare la qualità del progetto da finanziare.
    Comunque le 11 volte riguardano l’aumento di una valutazione svolta dai tecnici della agenzia del territorio e non un accordo bonario.

  7. Massimo Mercanti scrive:

    Con 1400 caratteri a disposizione c’è poco da dire e anche essere più esplicito non credo che serva a qualcosa: caro Paolo stavolta sei restato sulla penna. “La parola passa alla politica” e non trovi altro da dire come cittadino che “il Patto Territoriale va chiuso”.!!!! O il tuo è un finale provocatorio o forse hai sbagliato il nome dell’Istituzione da chiudere. Spendere milioni di euro per una strada che non va da nessuna parte è una “scelta politica” di chi? Del Patto? Se la “scelta politica” di eseguire un centro logistico l’ha fatta il Comune di Chiusi (?), se c’è stata una verifica tecnica da parte di una banca investimenti e un’approvazione del Ministero dello Sviluppo mi dici che c’entra il Patto? Questo te lo dico perché chiudendo il Patto potrebbero venir meno progetti di altri Comuni che non possono davvero scontare l’inadeguatezza di altri…Ne convieni??? (Mi avanzano ancora un pò di caratteri, quindi ti faccio altra domanda) Se tutto ovviamente è stato regolare nell’esproprio ed è stato speso nell’arbitrato ben 11 volte l’importo dell’indennità bonaria mi dici come avresti potuto espropriare e urbanizzare l’intera area? Per ragioni di lavoro ho seguito delle pratiche espropriative. E sai i poveri espropriati che accettavano l’indennità cosa mi dicevano? “sta mei un rat in boca a un gatt che un paisan in man a n’avucat!” Già! Non eravamo a…

  8. luciano fiorani scrive:

    Ineccepibile.
    Questa ricerca getta una nuova luce sulla vicenda e conferma non solo che si tratta di uno scandalo a cielo aperto ma che, quando a pagare è pantalone, non si va tanto per il sottile.
    Tre sono i punti che emergono: per i fessi non c’è medicina, chi non è “sprovveduto” spunta buoni risultati, chi paga con i nostri soldi non fa gli interessi pubblici e si attiene a pratiche non certo eque, perché o si è dato poco ad alcuni o si è dato troppo ad altri.

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