Eppure…

di Luciano Fiorani

Devo dire francamente che faccio sempre più fatica a capire e miei concittadini.

Prendiamo la questione Bioecologia: un’azienda insalubre di prima classe già operante nel nostro comune decide di ampliarsi perchè vuole aggiungere una nuova linea di produzione alla sua attività.

Se ne discute in Consiglio comunale, sul blog appaiono svariati articoli e primapagina dedica alla questione spazio e attenzione.

C’è una evidente reticenza da parte dell’Amministrazione comunale nel parlarne e informare i cittadini sulla vicenda, e anche il reperimento delle “carte” non è dei più agevoli.

Insomma il caso sembra esserci, eppure…

Eppure se si accenna l’argomento, al di fuori di una ristretta cerchia di persone, tutti cadono dalle nuvole, nel migliore dei casi ti chiedono: ma è a norma?

Come se fosse quello il punto dirimente. E’ così complicato capire che di impiantare attività “fuori norma” non se ne parla in Consiglio comunale? Il “fuori norma”, purtroppo esiste eccome, ma non può essere il caso di un’azienda che chiede formalmente le autorizzazioni a chi di dovere.

L’altra questione che i più scafati pongono è: ma inquina? Si conoscono i dati precisi? C’è il parere di qualche esperto?

E anche qui siamo nella banalità più totale. Un’azienda insalubre di prima classe, pur se a norma, produrrà sostanze nocive e pericolose (in che quantità semmai è da chiedersi) o spanderà nell’aria soavi e benefici profumi?

Ma quello che francamente mi lascia sbalordito è l’atteggiamento generalizzato di disinteresse. Eppure…

Eppure se fumo per le scale del mio condominio vengo severamente (e giustamente) redarguito, perchè inquino e ammorbo l’aria. Se viene utilizzato concime organico nei campi e il cattivo odore arriva in piazza tutti si lamentano. Se si parla di ambiente non ne trovi uno che non si dica (of course) ambientalista. Siamo diventati attenti alle etichette e alla provenienza dei prodotti che compriamo, ed ecologia è diventata parola d’uso corrente. 

Eppure di un’altra attività di un’azienda insalubre (a Chiusi scalo ce ne sono già tre) pare non fregare niente a nessuno, o quasi. A pochi pare interessi se verrà prodotto e per farne cosa, CDR o CDR-Q*.

E allora che dire? Probabilmente aveva ragione il compianto Attila Biscottini. Bisognerà che ne tenga conto, almeno nelle forme di comunicazione, chi continua a voler “sensibilizzare” e chiamare a discutere la civile e attenta cittadinanza.

CDR: Combustibile da Rifiuti

CDR-Q: Combustibile da Rifiuti. Di Qualità 

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2 risposte a Eppure…

  1. ….il mio orticello è verde e, fino a che rimarrà verde, non me ne frega niente di quello che succede…..comincerò a peroccuparmi quando il mio orticello comincerà a diventare “giallo”………troppo tardi.

  2. pscattoni scrive:

    Si è persa l’abitudine di farsi domande e confrontarsi sulle risposte. Purtroppo, però, non è solo questione di persone comuni per le quali si può comprendere la difficoltà a misurasi su temi complessi. Ieri ad esempio ho parlato con un professorone che si occupa di partecipazione (insomma accademicamente ci campa) e mi sono sentito dire che disturbare troppo il manovratore potrebbe causare ulteriore chiusura di spazi partecipativi. Partecipare si ma con il permesso, altrimenti chissà che succede.

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