Non vorrei essere ripetitivo sulla questione, un altro articolo sull’Istituto Marconi potrebbe risultare noioso, d’altra parte già in molti hanno espresso la propria opinione, ma credo che l’argomento rivesta una notevole importanza per la nostra comunità, ecco perché torno sui fatti. Un mio commento all’articolo del Prof. Giulietti sull’inaugurazione della palestra e della sala convegni nei locali di Via della Villetta, in cui invitavo i rappresentanti degli studenti ad alzare la mano dopo la cerimonia e chiedere, alle autorità presenti, spiegazione del perché quei locali fossero destinati ad uso diverso da laboratori che invece necessitano all’Istituto, è stato una provocazione. Ero sicuro che nessuno avrebbe alzato la mano nell’occasione e purtroppo così è stato. La cerimonia è passata tra canzoni di bambini, voli di droni, una scorrazzata sul go-kart e stanchi applausi di una platea di studenti usata solo da contorno.
Ecco, è questo il punto: gli studenti che devono usufruire della scuola, nella decisione della destinazione d’uso dei locali inaugurati, quanto hanno contato? A me pare niente, perché continuano a svolgere le ore di laboratorio negli angusti spazi che furono destinati loro “in via provvisoria” in attesa della ristrutturazione dei locali di Via della Villetta. Cosa che alla fine è avvenuta, ma abbiamo visto dove ha portato tale ristrutturazione.
Vorrei far presente che le eccellenze che hanno sollazzato le autorità presenti nell’occasione, sono lavori realizzati dagli studenti: il kart, elaborato in un laboratorio ricavato nei sotterranei della scuola e con spazio insufficiente rispetto le macchine che vi si usano (torni e quant’altro) e il drone è stato costruito a casa degli appassionati alla materia, anche se si sta tenendo un corso sull’argomento nell’istituto, ma che una volta terminato costringerà di nuovo i makers a “smanettare” ognuno a casa sua.
Sono convito che, come ha commentato Luciano (Fiorani) successivamente, per i ragazzi è formativo anche cominciare a confrontarsi con le istituzioni, perché nella vita non regala niente nessuno e quindi è bene che imparino che per ottenere qualcosa, bisogna impegnarsi e lottare se ce n’è bisogno. È chiaro che gli studenti sono vulnerabili, cominciano a battere le prime “musate” della loro esistenza e per questo vanno protetti ed aiutati, perché a seguito di ciò non devono scoraggiarsi, ma, se una causa è giusta, devono insistere fino ad ottenere il risultato. Lancio quindi una proposta da questo blog: io ed Enrico Lucioli, rappresentanti dei genitori della classe 3° MAT, frequentata dai rispettivi figli, ci siamo già impegnati sulla questione laboratori e siamo disposti a metterci ancora la faccia, quindi richiederemo un incontro con i rappresentanti degli studenti dell’IIS Valdichiana, in cui possano esprimere richieste e proposte. I nostri figli, rappresentanti di classe, hanno già ricevuto l’input di contattare gli altri. A questo incontro preliminare, che servirà a stilare un elenco di eventuali criticità presenti nella scuola e proposte per il miglioramento delle condizioni di studio nonché favorire le opportunità che sono venute alla luce abbracciando le nuove tecnologie, seguirà un incontro pubblico, il cui invito verrà esteso a professori, dirigenti scolastici, istituzioni, rappresentanti delle varie forze in campo che si confronteranno nelle prossime elezioni e vedremo a chi veramente sta a cuore questa scuola.
Sperando che partecipino anche cittadini e genitori degli alunni, a loro vorrei ricordare che questo istituto, da decenni e fino ad oggi, ha permesso di trovare occupazione alla maggior parte dei suoi frequentatori, ha portato a Chiusi studenti dai paesi limitrofi che tutti i giorni comprano colazioni e magari anche pranzi nei casi debbano rimanervi per attività pomeridiane. In più, se ci fossero spazi in cui sviluppare l’uso delle nuove tecnologie si aprirebbero ulteriori prospettive che in altre località della penisola le istituzioni stanno incoraggiando ed in cui investono anche privati, perché il futuro necessariamente da lì deve passare. Vi invito a leggere il post del Prof. Giulietti e collegarvi al sito da lui indicato per farvi un’idea di cosa sta succedendo intorno a noi.
Non vedo perché dovremmo rimanere indietro rispetto a questo fenomeno mondiale. Si, mondiale, non esagero. Pensate solo che il blog in cui ho descritto la costruzione della centralina ha avuto il doppio dei contatti principalmente dall’America, ma anche dall’Europa, rispetto all’Italia (ed è scritto in italiano, non c’è una versione inglese, 500 contatti in 20 giorni).
Per progetti precedenti, sui social network, ho avuto contatti da Messico, Colombia, Giappone…. Questo perché il fenomeno è veramente planetario e non possiamo perdere questo treno, dobbiamo salirvi e restarvi sopra, ma non io, che ho già 50 anni. Su quel treno dobbiamo farci salire i nostri figli e l’esperienza di Laboratorio Ambiente, che si è tenuta proprio nei locali dell’Istituto, è la prova che ci sono delle eccellenze già in grado d’intraprendere il viaggio. Sta a noi, con le nostre scelte funzionali a questo scopo e non orientate all’inutilità, permettere a più studenti possibile di accedervi.
Io ed Enrico Lucioli ci impegniamo a portare avanti le istanze degli studenti nelle sedi opportune, aspettiamo fiduciosi chi si vorrà aggregare a dare una mano a questi ragazzi.
Non ci voleva molto a immaginare in cosa si sarebbe risolta l’inaugurazione. E così, purtroppo è stato.
Nell’immaginario dei nostri concittadini e nei commenti che ho ascoltato l’unica immagine che è restata è quella del “giro di pista” di Bettollini col go kart.
E sulla stampa? La bella ristrutturazione grazie all’impegno di enti e personaggi in posa.
Le necessità della scuola, di quella scuola, e dei ragazzi che con impegno stanno facendo cose straordinarie sono state accuratamente taciute.
Ha ragione Alessandro Fedi nel sostenere che i ragazzi vanno sostenuti e aiutati, e lo si può fare prima di tutto dando valore e importanza a quello che stanno facendo.
Ma dovranno imparare (e alla svelta) anche a confrontarsi con chi decide del loro futuro o semplicemente detiene i cordoni della borsa.
Un incontro aperto a tutta la cittadinanza è indispensabile perché bisogna che questa realtà sia non solo più conosciuta ma diventi un punto di forza della scuola e della città.
Perché le potenzialità ci sono e possono avere riflessi ben oltre i confini di Chiusi.
Concordo con quanto scritto da Alessandro (Fedi): il professionale di Chiusi ci ha recentemente stupiti per la sua capacità di valorizzare le nuove tecnologie. In un anno e mezzo, con Laboratorio Ambiente, la scuola ha dimostrato una notevole capacità di affrontare nuovi modi e nuovi strumenti che una veloce innovazione tecnologica mette a disposizione. La sensibilità della Dirigente scolastica e l’impegno di un gruppo di docenti ha permesso tutto ciò. Potrà la scuola continuare su questa strada? Di cosa ha bisogno? Alessandro propone che “parlino gli studenti”. Sono d’accordo. Da genitore di un ex studente di quella scuola, che per tre anni ha fatto il rappresentante di classe mi farebbe piacere partecipare. Magari in silenzio, solo come testimone. Sono convinto che il possibile “recupero” di Chiusi passi soprattutto per quella scuola.