A partire dalla centralina per i cunicoli

makersdi Enzo Sorbera

Quando viene proposta, una soluzione brillante suscita una serie di riflessioni a margine. Il sistema escogitato da Alessandro Fedi è molto importante, perché segnala eventuali, sempre possibili, cambiamenti e alterazioni nell’ambiente che sorveglia. La soluzione del LED che si accende rimane però locale, cioè occorre che periodicamente qualcuno controlli lo stato delle luci e quindi quanto sta succedendo. Sarebbe bello se potessimo “andare a vedere” senza muoverci da casa. Lo so, lo so, è un invito alla pigrizia. Però, ne converrete, è anche una bella comodità.

Riflettendoci, avevo ipotizzato di far ricorso a una soluzione che aveva proposto Felice Mizzoni nella sua presentazione di Raspberry. Una soluzione sicuramente intrigante, ma richiede di schierare ed integrare una serie di strumenti eterogenei (linguaggi C++, php e python, s.o. raspbian, hardware Raspberry, interfacciamento con Arduino, e via complicando). La proposta di Mizzoni – che consiglio vivamente di studiare – la potete trovare qui.

Nel mio caso, invece, cercavo una soluzione tutta “dentro” Arduino, magari, che so, un sistema di messaggistica che ci facesse sapere se c’è qualcosa che non va. E Arduino, come sempre quando lo si sollecita, risponde. Il nostro microcontrollore presenta un’interfaccia Ethernet alimentata da un chip WIZnet W5100 che fornisce uno stack IP con entrambi i protocolli TCP e UDP su una connessione 10/100, roba che possiamo utilizzare per le nostre finalità di pigroni.

Vi risparmio la tirata sulla (complessa) architettura Ethernet e il sistema di networking che vi si appoggia sopra. Basterà sapere che Arduino presenta una libreria già integrata nell’IDE – l’ambiente (spartano) di sviluppo – e che consente, sfruttando l’Ethernet, di comunicare con il mondo circostante. Con questa libreria si può configurare un web server, impostandolo in modo che consenta ai clients di contattarlo e stabilire quindi il traffico di richieste e risposte. Trattandosi di un articolo destinato a un pubblico non specialistico, non pubblicherò il codice C++ necessario. Chi fosse interessato, facendo attenzione che lo sketch non può essere utilizzato così com’è: quello che ho inviato a Paolo è contestualizzato in una prima stesura di questo articolo e mescola codice C++ e commenti Python (una svista tremenda, lo so, ma che si può correggere con poco sforzo).

L’alternativa al web server, che dobbiamo comunque ricordarci di consultare, è che sia Arduino ad avvertirci se qualcosa non va. Bene, per questo scopo possiamo utilizzare Twitter.

Quando si dispone dell’account Twitter (non cercatemi, non ci sono), si può inviare un tweet (140 caratteri) all’intera rete Twitter. Le persone possono sottoscrivere il vostro feed e quindi ricevere i vostri “cinguettii”. Disporre dell’account su Twitter è solo il primo passo. Occorre avere anche uno speciale “token” che autorizzerà Arduino a inviare tweets al vostro account. Saltiamo tutti i dettagli per ottenere il token dal sito http://arduino-tweet.appspot.com/ dove cliccheremo sul link “Step 1: Get a token to post a message using OAuth”.

A questo punto ci procuriamo la libreria TwitterLibrary su http://www.arduino.cc/playground/Code/ e, una volta scaricata, la mettiamo nella cartella delle librerie ovvero nello sketchbook. Anche qui, il codice ve lo risparmio. L’applicazione prodotta, però, lavora in collegamento con la pressione di un pulsante (che simula l’evento casuale che può generare l’accensione del LED).

Come sempre, una volta che si conosca la possibilità offerta, la documentazione fornita dai makers e dalla comunità è davvero tantissima ed esauriente. Non resta che augurare buon divertimento a chi vorrà sperimentare anche questo aspetto.

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Una risposta a A partire dalla centralina per i cunicoli

  1. pscattoni scrive:

    Questo post di Enzo (Sorbera) è evidentemente riservato a una piccola parte dei lettori di chiusiblog. È però il segnale di un crescente interesse per un’attività che sta coinvolgendo un sempre maggior numero di “nuovi artigiani” digitali. Per ora lo fanno per passione, ma si spera che per molti giovani diventi lavoro.

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