La brexit e il nostro referendum costituzionale

renzi camerondi Paolo Scattoni

In queste ore, due giorni dopo il voto, è chiaro che il referendum sulla brexit se lo si ripetesse ora avrebbe un risultato diverso. In poche ore questa mattina sono state raccolte 1.400.000 firme su una petizione al parlamento inglese per ripetere la consultazione. D’altra parte su Google i britannici dopo il referendum ha chiesto in massa cosa sia l’Unione Europea. Ormai, però,  il dado è tratto e non si potrà tornare sulla decisione.

La lezione però è chiara: la democrazia diretta non è processo semplice come qualcuno ci vorrebbe far credere.

Fra tre mesi andremo a votare sulla riforma della Costituzione e sarebbe bene che si andasse a votare senza poi avere la necessità di andare su wikipedia per informarsi sulla Costituzione italiana. Se non è stato produttivo per i britannici essere andati a votare si o no solo perché quelle scelte erano scelte “consigliate” da Farage e da Corbyn, così non si dovrebbe andare a votare al referendum costituzionale allineandosi ai propri leader di riferimento che si chiamino Renzi, Grillo o Meloni.

Occorre maturare un orientamento attraverso un percorso personale e un confronto continuo.

Personalmente sto studiando, spero con profitto. Ho iniziato con l’articolo 70.

Il testo attuale così recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.” Nove parole semplici e chiare. Le capiscono tutti. Il nuovo articolo 70 ne contiene 585Vi prego di leggerle. Questo è uno dei punti che per ora mi hanno convinto a votare NO.

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6 risposte a La brexit e il nostro referendum costituzionale

  1. pscattoni scrive:

    Che la democrazia diretta sia un processo semplicissimo è tutto da vedere. Mi permetto di consigliare un libro di Norberto Bobbio “il futuro della democrazia” dove il tema è trattato in maniera molto semplice (http://www.fuci.net/phocadownload/appuntamenti_nazionali/congressi/2013/il%20futuro%20della%20democrazia.pdf)
    Le due forme di democrazia diretta (referendum e assemblee cittadine ora anche con l’utilizzo del web) pongono non pochi problemi teoricie organizzativi.

  2. Niccolò Martinozzi scrive:

    La democrazia diretta è un processo semplicissimo.Basta andare a votare in più persone possibile.Questo non può avvenire in Italia perchè i nostri politici attuali, non sono ” Democratici “! Amano gli elettori,se votano in loro favore,altrimenti sono : omofobi,fascisti,nazisti,razzisti e tutte le altre parole che finiscono in ” isti ” o ” zisti “.

    Quando un ex capo di stato dice ” non andate a votare ” o un presidente del consiglio (non eletto democraticamente) è contro ad una consultazione ” democraticissima ” vuol dire che la stessa DEMOCRAZIA è sospesa e siamo nell’ anticamera del totalitarismo !!
    Attualmente si vuol trasformare il Senato in un dopolavoro di trombati con gli stessi costi del Senato attuale! Non va tolto il Senato,non vanno tolte le provincie,casomai va tolto il consiglio Regionale !!

  3. pscattoni scrive:

    Se domani a quattro giorni dai risultati della brexit di rivotasse i sondaggi ci dicono che il risultato sarebbe diverso. Fernmo restando che non si può, c’è però da chiedersi se la decisione presa dai cittadini del giovedì soddisfi la maggioranza di quelli del lunedì.
    È evidente come il problema decisione/conoscenza rimanga. Ma allora se per il referendum di ottobre c’è bisogno di studiare e rendere l’informazione facilmente accessibile. Qui a Chiusi come ci oganizziamo? Qualche giorno fa una proposta l’ho fatta. Non ha avuto grande riscontro. Sono pronto a discutere qualsiasi alternativa.
    Luciano (Fiorani) in quell’occasiane tu hai commentato: ”
    http://www.nuovatlantide.org/leggete-la-riforma-costituzionale-non-crederete-ai-vostri-occhi/ Così, tanto per cominciare a entrare nel merito. Poi, se si vuole si può anche discutere. Ma ci vuole coraggio.”
    Io invece credo che la brexit ci abbia insegnato che niente può essere dato per scontato e un percorso di conoscenza e confronto deve essere intrapreso.

  4. luciano fiorani scrive:

    La democrazia diretta non è un processo semplice? Perché quella rappresentativa lo è?
    Persone incapaci di capire problemi complessi sarebbero invece in grado di scegliere persone competenti?
    Limiti e pregi della democrazia sono noti da un bel pezzo (almeno 2.400 anni). Quello che cambia, ciclicamente, è la maggiore o minore identificazione degli elettori con gli eletti.
    Oggi viviamo tempi di assoluto distacco ed emergono ulteriori problemi perché si cominciano a vedere voti contrari ai desiderata di chi comanda. E altri ne seguiranno.
    Sul fatto che informarsi e informare sia l’unica strada per un cambiamento consapevole c’è poco da discutere.
    E, ovviamente, il ragionamento vale anche per il referendum costituzionale.

  5. pscattoni scrive:

    Non so che cosa faranno i “renziani ad oltranza”. Mi auguro che vogliano comunque confrontarsi sui temi di questa riforma. Arriviamo allora alle questioni di Chiusi perché come noto a queste il chiusiblog è dedicato. Come riusciamo a sviluppare il confronto?
    Sento al telegiornale che in Cornovaglia, a poche ore dal loro voto a favore della brexit ora si chiedono: “Ma ora davvero ci tolgono i finanziamenti europei?”. Come si vede l’informazione non deve essere mai data per scontata.

  6. Carlo Giulietti scrive:

    …Il testo attuale così recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.” Nove parole semplici e chiare. Le capiscono tutti. Il nuovo articolo 70 ne contiene 585. Vi prego di leggerle…
    C’è poco da dire, questa è la quasi normalità di leggi, decreti e quant’altro, scritte per non essere capite. Certo che per un articolo della Costituzione ci si aspetterebbe qualcosa di meglio.
    Nonostante tutto, i renziani ad oltranza, fatte le dovute eccezioni voteranno come i capetti diranno. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma chi ha scritto questo articolo lo ha fatto, sicuramente… nei confronti di tutti!

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