da Alberto Baessato per la lista Possiamo
La presente per esporre il pensiero della nostra lista sulla querelle nomina CDA Intesa.
“L’ennesimo “favorino” che scavalca la meritocrazia. Come lista Possiamo, esprimiamo la nostra indignazione nei confronti della delega di Pamela Fatighenti al cda di Intesa, voluta da Stefano Scaramelli.
Il “caso” ha voluto che uno dei punti all’ordine del giorno nel primo consiglio comunale a Chiusi, riguardasse proprio i criteri di nomina di designazione e revoca dei rappresentanti del comune presso enti, aziende e istituzioni. Come gruppo di “Possiamo sinistra per Chiusi”, abbiamo proposto di aggiungere ai requisiti di nomina presentati dalla maggioranza uno ulteriore, ossia il non ricoprire incarichi dirigenziali di partito. La proposta non è stata neppure presa in considerazione; evidentemente non interessa cambiare l’atteggiamento classico che chi vince comanda e si prende tutte le poltrone possibili, evidentemente non è stato cambiato verso a niente.
L’idea che viene trasmessa da questo tipo di politica alle nuove generazioni, è quella del “fai quello che ti diciamo e ci prenderemo cura di te”. Da queste elezioni possiamo apprendere soltanto che esiste una sorta di vassallaggio all’interno dell’amministrazione. La pugnalata al Sonnini di un anno fa per favorire l’ascesa di Bettollini, la non candidatura del segretario del PD locale e il sacrificio del presidente della fondazione Orizzonti sono un esempio concreto di questo modus operandi. Esiste un deus ex machina dietro ogni manovra e ogni scelta dell’amministrazione ed è l’avidità di volere tutto, mettere a sedere i propri controllati sulle poltrone in modo da insinuarsi e poi giostrare in modo subdolo. La tristezza di tutto questo è evidente in quel “noi rottameremo la vecchia politica” così largamente disatteso. E’ evidente che cosa è stata la “Rottamazione”: una delle più spudorate operazioni politiche che l’Italia abbia conosciuto. Ha preso il via con il “tradimento dei 101” che affossarono Prodi, in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica; è proseguita con la pugnalata del famoso “Enrico stai sereno”; è avanzata liquidando la storia della sinistra, mentre spudorati personaggi, con il vento in faccia, scalavano le poltrone più remunerative, fino a fare incetta di doppi e tripli incarichi nei consigli di amministrazione. Il “buon esempio” lo dà proprio Renzi che riveste sia l’incarico di segretario del PD, sia quello di Presidente del Consiglio.
La corsa alle poltrone viene percepita dagli elettori del PD come un qualcosa di normale ed è in questa percezione di normalità che sta tutto il dramma e tutta la mancanza della politica odierna. Una politica vista “solo per far carriera”. Qualche marciapiede e qualche asfaltatura servono a nascondere queste manovre sotterranee. Bisogna solo attendere e vedere quanto è resistente la corda.”