Costituito il comitato del NO. Ma l’impegno deve essere di tutti

comitato-no-logo-okdi Paolo Scattoni

La iniziativa di martedì 5 per la fondazione del comitato del NO a Chiusi ha per ora sollecitato una discussione che ha riguardato la presenza e soprattutto le assenze di questa o quella forza politica. Come ho già avito modo di scrivere sul blog, questo particolare aspetto mi interessa molto poco. Proprio per questo, stante l’andazzo, ho deciso di non aderire, anche se sarò attivo, per il poco che potrà contare, nell’opera di costruzione di consapevolezza fra gli elettori. Più leggo e più si rafforza la mia intenzione di votare NO, ma sono pronto a ricredermi sulla base di informazione e confronto da qui a ottobre.

L’iniziativa di martedì mi ha permesso di raccogliere elementi interessanti. Il professor Nicola Vizioli, ricercatore presso l’Università di Siena ha presentato dati che sollecitano a una riflessione sul tema. Ne cito solo qualcuno:

1) Non è vero che la riforma costituzionale rappresenti il segno di un’azione riformista dopo decenni di immobilismo. Numerose invece sono state le riforme al testo, negli ultimi anni ben tre con leggi rilevanti. Personalmente ritengo che quella del titolo quinto della Costituzione, qualunque sia la nostra opinione sui risultati, è stata rilevante e ha rappresentato una risposta forte in un momento in cui una lega sulla cresta dell’onda metteva in forse l’unità nazionale.

2) Mi è sembrata interessante

La iniziativa di martedì 5 per la fondazione del comitato del NO a Chiusi ha per ora sollecitato una discussione che ha riguardato la presenza e soprattutto le assenze di questa o quella forza politica. Come ho già avito modo di scrivere sul blog, questo particolare aspetto mi interessa molto poco. Proprio per questo, stante l’andazzo, ho deciso di non aderire, anche se sarò attivo, per il poco che potrà contare, nell’opera di costruzione di consapevolezza fra gli elettori. Più leggo e più si rafforza la mia intenzione di votare NO, ma sono pronto a ricredermi sulla base di informazione e confronto da qui a ottobre.

L’iniziativa di martedì mi ha permesso di raccogliere elementi interessanti. Il professor Nicola Vizioli, ricercatore presso l’Università di Siena ha presentato dati che sollecitano a una riflessione sul tema. Ne cito solo qualcuno:

1) Non è vero che la riforma costituzionale rappresenti il segno di un’azione riformista dopo decenni di immobilismo. Numerose invece sono state le riforme al testo, negli ultimi anni ben tre con leggi rilevanti. Personalmente ritengo che quella del titolo quinto della Costituzione, qualunque sia la nostra opinione sui risultati, è stata rilevante e ha rappresentato una risposta forte in un momento in cui una lega sulla cresta dell’onda metteva in forse l’unità nazionale.

2) Mi è sembrata interessante anche la ricerca sui tempi di approvazione delle leggi del nostro bicameralismo perfetto sono del tutto confrontabile con quelli dei maggiori paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito, etc.). Attualmente siamo ad una media di circa 130 giorni.

3) Il nuovo Senato è regolamentato in maniera tale che potrebbe rallentare, piuttosto che accelerare il processo di approvazione

4) Gli articoli  sono scritti male (primo fra tutti il 70) e se la riforma passasse ci sarebbero incertezze interpretative.

Interessanti anche pe critiche radicali di Vizioli alla nuova legge elettorale, in qualche modo “figlia” della riforma costituzionale. Tutti elementi che avrebbero meritato un confronto, prima di tutto, con chi sostiene il SI al referendum, ma anche da tutti quei cittadini che sostengono il NO, magari ispirati da espressioni politiche diverse da quella della sinistra radicale che sembra essere alla base dell’iniziativa di martedì.

anche la ricerca sui tempi di approvazione delle leggi del nostro bicameralismo perfetto sono del tutto confrontabile con quelli dei maggiori paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito, etc.). Attualmente siamo ad una media di circa 130 giorni.

3) Il nuovo Senato è regolamentato in maniera tale che potrebbe rallentare, piuttosto che accelerare il processo di approvazione

4) Gli articoli  sono scritti male (primo fra tutti il 70) e se la riforma passasse ci sarebbero incertezze interpretative.

Interessanti anche pe critiche radicali di Vizioli alla nuova legge elettorale, in qualche modo “figlia” della riforma costituzionale. Tutti elementi che avrebbero meritato un confronto, prima di tutto, con chi sostiene il SI al referendum, ma anche da tutti quei cittadini che sostengono il NO, magari ispirati da espressioni politiche diverse da quella della sinistra radicale che sembra essere alla base dell’iniziativa di martedì.

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