di Rita Fiorini Vagnetti per Sena Civitas Chiusiv
Unire negli obiettivi, nella programmazione di proposte atte al rilancio del territorio, rimanendo pero’ fedele alle proprie specificità culturali, ambientali, patrimonio del DNA di ogni comune. Il che si può ottenere con una buona e oculata amministrazione, senza necessariamente rinunciare alla propria identità, alla propria storia, alla propria “resistenza”.
Ormai siamo fuori dalla campagna elettorale, o forse no. Però non si comprende bene perché il PD di Chiusi, attraverso la voce dei suoi autorevoli rappresentanti, tenti. il rilancio di proposte che non possono essere considerate attuabili, anche perché non condivise da tutti i sindaci, eventualmente, interessati (Chianciano, per esempio). Forse la logica di tale mossa poggia sul fatto di voler e dover distogliere l’attenzione dalla “gestione approssimativa e superficiale” con la quale si sta costruendo il futuro di Chiusi, purtroppo paese sempre meno brillante per quanto riguarda le scelte:
rilancio del turismo,
lo sviluppo economico in generale: mancanza del lavoro a tempo indeterminato
chiusura di attività storiche a fronte di sporadiche inizi di attività, presto soffocate da una crisi galoppante.
Le iniziative ufficiali di feste, proclami, inaugurazioni varie non sembrano avere ricadute positive sul territorio se non in modo fatuo come sono i bagliori estivi, durante forti temporali. Non sembrano essere in grado di ricadute positive sul territorio tali da rinnovare ed ossigenare il nuovo tessuto sociale.
Trascurando di menzionare l’ordinamento statale, il diritto amministrativo, il testo unico degli enti locali, cioè le procedure con le quali si possono attivare gli atti per dare vita alla fusione tra comuni , mi piace ricordare che i rischi del “comune unico” sono sicuramente più pesanti dei vantaggi che vengono menzionati per una tale scelta.
In forma semplice. e non certo esaustiva, come spunto di riflessione e valutazione si possono citare:
perdita dell’identità territoriale;
criticità per quanto riguarda la disomogeneità tra gli enti in oggetto
riserva per la novità;
Non per non rispettare la “par condicio”, ma solo perché dagli stessi rischi proposti si possono estrapolare i vantaggi , cavallo di battaglia dei fautori della fusione, che ovviamente non sono facilmente condivisibili, non procedo all’elencazione degli stessi.
Mi piace ricordare per non perdere la memoria degli avvenimenti ai quali ho dato il mio pur confutabile contributo in Consiglio comunale quando ho espresso il mio parere , al momento della votazione sull’argomento, ai tempi non troppo lontani della gestione targata Scaramelli.
Si pensi pertanto a progettare, a programmare, a creare i primi passi per una rete di iniziative globalmente valide e positive e poi a prospettare fusioni, che non possono poggiare sulla sabbia, o su un terreno facilmente friabile come puo’ essere il sentimento umano di innato orgoglio di appartenenza.